Ci sono giorni nella vita di un’atleta che rimangono indelebili nella memoria. Sono quelli del primo successo, della prima medaglia, del primo “record”.
Nel mio libro dei ricordi, c’è un’altra data. E’ il 26 aprile 2016. E’ il giorno in cui ho tirato l’ultima stoccata, ho messo piede su un gradino del podio ed ho riposto in sacca il fioretto.
Dire “basta” ad una passione che ha rappresentato il centro gravitazionale dei tuoi giorni sin da quando eri bambina, non è semplice.
Eppure, così come nella scherma, il “tempo” è un elemento fondamentale.
C’è un tempo per tutto ed ho pensato che il tempo di stare in pedana col fioretto in mano per me era concluso.
Quel giorno ero a Rio de Janeiro. La stessa città che avrebbe poi accolto quei Giochi Olimpici che avevo inseguito a lungo per segnare l’ideale conclusione di un lungo percorso a cinque cerchi.
Erano le stesse pedane che sarebbero state poi pervase di emozioni olimpiche. Io ero lì assieme alle mie compagne Arianna Errigo, Elisa di Francisca e Martina Batini, per i Campionati del Mondo a squadre di fioretto femminile.
Ho pensato fosse quello il giorno giusto per baciare la pedana per l’ultima volta.
Lo avevo prima lasciato intendere, poi confidato ed infine dichiarato pubblicamente.
Appena sveglia in un hotel che si affacciava sul mare di Rio, non ho pensato che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei preso una sacca, che sarei entrata in uno spogliatoio,che avrei indossato divisa e maschera e ascoltato l’ “a voi” dell’arbitro.
Ho fatto ogni cosa senza pensarci, ripetendo gesti automatici e ponendo il pensiero solo alla gara.
Perché, anche quel giorno, così come ogni volta che sono salita in pedana, l’obiettivo era ben preciso: vincere.
Poi però, all’ingresso in pedana per il primo turno, lo speaker blocca gli arbitri e dice qualcosa. Io quasi non ci faccio caso, se non quando sento il mio nome. Uno scroscio di applausi muove tutti verso di me. Amiche, avversarie, di tutte le squadre, cominciano a corrermi incontro ad abbracciarmi. Un incrocio di sguardi e di sorrisi. Da lì a poco, così come per tanti anni, ci saremmo sfidate, ma per un istante ho avvertito forte l’affetto sincero di tutte. E’ stata un’emozione indescrivibile.
Una stoccata dopo l’altra, sino alla finale. Mi tolgo la maschera, guardo le mie compagne, passo il testimone, scendo dalla pedana.
Con serenità.
Lucida e consapevole di aver dato tutto e di aver speso ogni stilla di sudore per una passione: la scherma, lo sport.
VALENTINA VEZZALI (40 anni) è l’atleta italiano che ha conquistato più medaglie in assoluto di sempre, la prima al mondo ad aggiudicarsi tre ori individuali in tre Olimpiadi consecutive. Dal 2013 è deputato, si è ritirata nell’aprile 2016.