“Eccoci qua col migliore in campo della partita, ma prima di entrare nei contenuti tattici della partita, partiamo dalle tue emozioni”. Nel dopo partita di Roma-Bologna, a bordo campo, il telecronista di Sky, Angelo Mangiante, intervista con la consueta, entusiasta, professionalità un protagonista dell’incontro, proprio come fosse un calciatore. Che, sudato per lo sforzo e la tensione, mentre saluta amici e parenti, gli racconta le emozioni, le difficoltà del match e gli rivela che “il momento più complicato è stato, come sempre, il parcheggio…”. Autentico dramma, mai risolto, attorno allo stadio Olimpico di Roma.
Questa è strategia di comunicazione 2.0 che mette il tifoso al centro dell’attenzione, lo fa sentire parte integrale del progetto, coinvolgendolo, moltiplicando like e partecipazione. Questa è la teoria dell’engament e dell’intrattenimento dei tifosi messo in atto dalla A.S. Roma. Con la realizzazione di diversi contenuti per alimentare interesse al di là delle attività prettamente sportive. Cioè delle partite. Così nasce l’intervista al simpatico fan barbuto di Roma-Bologna, così è diventato virale il video dell’incontro fuori dal campo d’allenamento di Trigoria fra un altro tifoso e la rivelazione Zaniolo, così si tiene sempre alto il livello di scambio società-tifo.
Promuovendo la Roma come una delle società più importanti al mondo come interazione sui social, con un account in inglese davvero valido e contenuti sempre intriganti ed originali, che vadano fuori dagli schemi. Grazie al lavoro quotidiano di una trentina di persone che lavorano alle varie branche della Media Farm. Che oggi ha numeri davvero importanti, con 14 milioni di followers sui social, in 13 lingue fra tutti gli account.
La passione dei romani per la “Magggica” è serissima, a cominciare dal più bell’inno delle squadre di calcio italiane. Non a caso firmato da Antonello Venditti. Per continuare con la passione calorosa, appassionata e cieca dei tifosi – “La Roma è unica”, corroborata tutti i giorni della settimana dalle radio private, calde, appassionate. Assillanti, troppe, eccessive. Ma cassa di risonanza ormai irrinunciabile.
Però, c’è di più , c’è che da quattro e mezzo a capo della comunicazione il CEO della società, Guido Fienga, ha messo uno specialista del brand digital come l’inglese Paul Rogers, già super specialista al Liverpool. Partendo dall’assunto che ci sono top club europei amati in tutto il mondo da anni che hanno una fan base consolidata, praticamente inarrivabile, la strategia digitale della Roma ha messo nel mirino una parola diversa. Perché, se all’inizio dell’era social, si pensava di raggiungere il più alto numero di follower, adesso – anche con il cambio degli algoritmi – si pensa prima di tutto all’engagement. Che è diventata la parola chiave della comunicazione media.
Così, la società giallorossa ha sprintato su tutte le altre italiane. Tanto che l’anno scorso l’Inter si è inserita in scia, clonando la Media House dei giallorossi, e lasciando dietro le spalle società pur ricchissime di tifosi come Juventus e Milan.
I risultati sono convincenti. Quattro anni fa, quando Sky ha perso i diritti tv della Champions League, per tenere comunque alta l’attenzione dei suoi clienti, ha stipulato un accordo con Juventus e Roma per istituire canali telematici in chiaro. E i riscontri della sponda giallorossa sono stati, numericamente, talmente importanti, che la più importante tv privata sportiva che opera in Italia ha tenuto vivo il canale della Roma sulla piattaforma 213 mentre ha cancellato quello bianconero. Così la Roma ora punta decisamente all’Europa.
Corroborata dal fatto che, nella scorsa stagione, fra le squadre qualificate ai quarti di Champions League, ha ottenuto il numero più alto di tutte, nonostante la sua fan base fosse di gran lunga più numerosa. E il dato della percentuale di engagement dell’account inglese del club, ad ottobre, ha raggiunto il 316%, superando di gran lunga i diversi account globali di società blasonate. Roma Caput Mundi?