“Papà, voglio fare il pugile”.
“Figliolo mio è uno sport duro, fatto di sacrifici e privazioni. Puoi sceglierlo perché la povertà ti spinge a farlo, ma non credo che questo sia il tuo caso”.
“L’ho scelto perché lo amo”.
(voce di donna) “Tu mi spezzi il cuore”.
“Mamma, non puoi uccidere i miei sogni”.
Emmanuel, che tutti chiamano Jimuel, ha 18 anni. E ha scelto di percorrere la strada più difficile. I genitori temono possa farsi male, rimanere deluso, soffrire.
Lui ha provato con il basket, passione del papà. Ma ha capito presto che la sua strada era un’altra.
È un momento di grande impegno per Jimuel. È diventato parte attiva degli affari di famiglia, ha ufficializzato il fidanzamento con Heaven Peralejo: un’attrice resa popolare dal Grande Fratello locale. E adesso c’è la boxe.
Si è allenato, preparato. E ha fatto il primo match. Anche se chiamarlo match mi sembra davvero esagerato, in realtà è stata niente più che un’esibizione in palestra ad Alabang. Era il 9 febbraio scorso. Sparring con l’amico e compagno di allenamenti Lucas Carson, arbitro il maestro. Tre round di scambi, senza cartellini, giudici o verdetto finale. Anche se qualcuno ha propagandato l’incontro annunciando un improbabile pari.
Niente più che una sessione di guanti.
Eppure c’era tanta gente in palestra, c’erano le televisioni, i fotografi e quando il video di quei momenti è stato postato su YouTube oltre 210.000 persone hanno cliccato per vederlo. Jimuel è quello con la conchiglia protettiva rossonera, ma soprattutto è quello che ha la scritta PACMAN su quella conchiglia.
Perché Emmanuel Jimuel è il figlio più grande di Manny Pacquiao, il campione del mondo in otto categorie, e di Jinkee: la mamma che si sta opponendo con tutte le sue forze alla scelta del ragazzo.
“Hai tutto quello che puoi desiderare, perché vuoi fare il pugile?”
“Perchè ho un sogno. Voglio rappresentare le Filippine all’Olimpiade”.
È decisamente presto per sapere se il sogno sia realizzabile o meno, il giovanotto ha appena intrapreso cammino, la strada è molto lunga.
Manny Pacquiao voleva per lui una laurea in legge, un futuro da avvocato. Fatica a convincersi che deve lasciarlo libero di provare a fare il pugile. Gli ha promesso di stargli vicino, di seguirlo passo dopo passo perché solo così potrà offrirgli la sua esperienza. O forse perché spera di mostrargli la montagna di rinunce che dovrà fare per arrivare a sognare il traguardo.
“Devo fargli capire quanto sia duro scegliere questo mestiere”.
In un’intervista televisiva si è commosso fino alle lacrime commentando il desiderio del figlio.
La mamma non si è ancora arresa.
“Non mi convincerete mai che sia una scelta giusta”.