A Pesaro, nel palasport da diecimila posti abbondanti che salutò il primo successo marca Lube nel 2006, favorito dal ponte del 2 giugno e dalla popolarità dello sport sottorete nelle Marche, si prevede un grande pubblico. Anche perché sarà l’unica esibizione casalinga degli azzurri, che saranno poi impegnati fuori casa nei due raggruppamenti successivi e nella finale. Se ci arriveranno, come si spera.
Blengini ha avuto modo di testare la squadra nella recentissima Vesuvio Cup a Napoli. Torneino di casa vinto su Argentina e Giappone. Dove l’allievo Blengini ha superato il maestro Velasco. A Piacenza e poi Montichiari, il fan del Toro ha frequentato l’Università!
La squadra è impostata sull’intelaiatura della edizione 2017 con l’importante assenza di Ivan Zaytsev. Blengini ha preferito lasciare al bomber italo-russo una mezza estate di riposo in famiglia. Per poi eventualmente richiamarlo per l’Europeo. Via libera a Vettori opposto, con il neo-modenese Sabbi rincalzo nel ruolo. Ma pende su questa vigilia l’incognita dell’altro posto quattro in diagonale a Pippo Lanza. Un buco nella formazione base che Blengini respinge. Ma giocoforza sin qui ha fatto esperimenti alternando Randazzo e Antonov con Jacopo Botto quarta scelta. Problemi del tecnico che andranno risolti in corsa. La regia è affidata al “veterano” Giannelli, un ragazzino che ormai in nazionale come nel suo club è più di una sicurezza. Di fianco, il lancio del giovane Sbertoli, milanese di belle speranze. Al centro Buti con la fascia di capitano, per lui non certo una novità, con Candellaro, grande protagonista della stagione in maglia Lube. Di rincalzo o da titolare, Matteo Piano, super-sacrificato in una poco brillante stagione a Modena per lasciare spazio alla delusione LeRoux. All’esordio il giovane Ricci da Ravenna. Liberi a scelta tra il titolare Colaci, l’emergente Balaso di Padova e Pesaresi, già allenato da un campionato a Civitanova che l’ha visto entrare di frequente nel cambio dietro quale posto 4 di rincalzo. Lasciato a casa l’ingegnere. Rossini meritava un trattamento di maggior riguardo.
Avversari di grande rispetto per questa prima pesarese. L’Iran in apertura, squadra messa in carreggiata dall’appassionato competente lavoro di Julio Velasco, ora proseguito dal serbo Boban Kovac. E due super-big. La Polonia campione del mondo allenata dal pugliese Ferdi De Giorgi al debutto sulla panchina. E il Brasile campione olimpico. Qui una grossa novità. Non più Bernardinho, eterno allenatore dei verde-oro. Al suo posto, dopo l’annunciato ritiro, una vecchia conoscenza del nostro campionato: Renan Dal Zotto. In passato stella di prima grandezza a Ravenna , Parma e Treviso.
E veniamo alle donne. Mazzanti ha avuto logicamente poco tempo per lavorare. Un favore lo ha ricevuto da Novara, che si è affermata nella corsa scudetto superando Modena in tre sole partite, liberando quindi in anticipo alcune giocatrici preziose per la causa azzurra. Assente di rilievo: Valentina Diouf. Ormai l’azzurra milanese fa parlare di sé ad ogni occasione. Anche quando non gioca. E non sempre per meriti sportivi. Un problema fisico al ginocchio ha consigliato lo staff tecnico a privarsi dell’opposto di Busto per consentirle un pieno totale recupero. Sarà la volta buona? Perché fin qui Valentina ha fatto parlare di sé più per imprese fuori campo (interviste, passerelle televisive, premi, Festival di Sanremo, moda e altre pinzillacchere) che di prodezze sul campo. Da promessa a eterna promessa, il passo è breve. Auguriamo a Mazzanti, tecnico preparato e di notevole esperienza, di riuscire a inquadrare finalmente le bizze della giovane aspirante campionessa. Che però deve dimostrare sul campo (e in palestra allenandosi come i famosi “fenomeni”) a suon di schiacciate di meritarsi tutta questa fama.
Il ruolo di opposto sarà comunque molto ben coperto da questa eccezionale ragazza di colore, Paola Egonu, origine nigeriana, parlata veneto-padovana, che davvero in questa stagione ha fatto sfracelli alla guida del Club Italia. Gancio Lucchi l’ha allenata per due stagioni al Centro Pucci-Pavesi di Milano. Lui è sicuro che con Paola questa Italia andrà molto lontano. Non stentiamo a credergli. Paola pensa solo ad allenarsi, a schiacciare, a migliorare, evitando interviste, passerelle, riflettori. Brava. Sette più.
Squadra giovane, per necessità. Ma anche per strategia precisa. L’obiettivo è puntare su Tokyo 2020. Perciò occorreva svecchiare. Mazzanti l’ha fatto capire fin dalla scelta della nuova capitana. La principessa Chirichella, centrale di grandi possibilità, tecniche e fisiche, peraltro non di tante parole. Eppure è di Napoli. Imparerà a parlare sul campo. Altre sicurezze al centro Folie e Bonifacio. Ottima la scelta dei liberi: De Gennaro, che a fine giugno si staccherà dal gruppo per convolare a nozze con Santarelli, neo allenatore di Conegliano. La riserva è la Parrocchiale, preferita a una folta schiera di specialiste. Dove il campionato ha di recente confermato la validità , la bravura acrobatica, la grandissima capacità difensiva della modenese di Cesena, Giulia Leonardi. Già protagonista lo scorso fine agosto a Montecatini della qualificazione agli europei, chiamata finalmente in azzurro proprio da Lucchi, nella sua preziosa parentesi da primo allenatore sulla panchina azzurra. Ma per lei si apre una estate tra beach e fidanzato. Che è Enzo Barbaro, direttore generale della società di Busto. Dopo tanto distacco….
Una parentesi sulla Piccinini di questo finale di campionato a Novara. Un posticino per la grande Picci, l’avremmo trovato. Come pure per Leo Lo Bianco, la divina. Ma sono licenze poetiche di un vecchio giornalista, che vive spesso coltivando il recente passato, senza perdere d’occhio la realtà attuale, e che tuttavia fatica a staccarsi da quelle stelle che hanno fatto grande il bel mondo sottorete.
Bosnia Erzegovina, Bielorussia, Lettonia, Spagna e Belgio gli ostacoli sul cammino di Mazzanti e delle sue girls. C’è da preoccuparsi? Ma no…..Sarà una passeggiata, per dirla alla Gianfranco Pancani, grande collega di anni ahimè passati. Ma se vuoi vincere l’Europeo a settembre, se vuoi conquistare il Mondiale fra un anno, se punti all’Olimpiade fra tre stagioni, come fai a preoccuparti di queste squadre? Dove in verità l’unico osso duro sarà rappresentato dalle padrone di casa. Il Belgio che schiera fra le altre la centrale modenese Heyrman. Quattro stagioni e soprattutto l’ultima, sotto la guida di Marco Gaspari, altro bravissimo coach di lingua italiana, hanno fatto di questa biondissima atleta, fortissima a muro e con una fast micidiale, una delle stelle del firmamento rosa sottorete. Vi ricordate i tulipanoni olandesi che sbarrarono la strada ai maschi a Barcellona e poi ad Atlanta? Vennero da noi a imparare il mestieraccio. Si è visto come l’hanno imparato. Alcune giocatrici di questo Belgio molto cresciuto e pericoloso, sono venute a imparare l’arte da noi. E l’Italia regala!Mazzanti, in attesa di riscoprire la vera Diouf, questo primo ostacolo lo deve superare a gamba tesa. A voi…
Carlo Gobbi