Al Mugello Michele Pirro, 32 anni, pugliese, torna a distanza di un mese: a fine aprile ha corso la seconda tappa del Campionato Italiano Velocità (Elf Civ) Superbike. E ha vinto, naturalmente: campione in carica con 6 titoli nazionali in bacheca tra Superbike, Stock 1000 e Supersport, il rider del Barni Racing Team è in testa alla classifica grazie alla doppietta in entrambe i primi round della stagione, a Misano Adriatico sia in Toscana.
Se il pilota delle Fiamme Oro è l’uomo da battere nel Civ, quando gareggia come wild card nella MotoGP per il team ufficiale Mission Winnow Ducati dà del filo da torcere agli avversari, per questo non vede l’ora di entrare in pista. “Finalmente il debutto è vicino. Disputo solo tre Gran Premi l’anno, Mugello, Misano Adriatico e Valencia, come da regolamento per i costruttori senza concessioni, per questo non vedo l’ora di entrare in pista” dice il tester della Desmosedici GP.
Anche perché nel 2018 l’high-side durante le prove libere ti aveva costretto a rinunciare alla griglia di partenza.
“Ero in testa, per di più: è stato un peccato perdere l’occasione di combattere contro i migliori piloti del mondo. Da loro c’è sempre qualcosa da imparare e per me è uno stimolo a dare il massimo e superare i limiti”.
Ripensi mai a quell’episodio sfortunato?
“No, sono ottimista di natura: guardo avanti, non dietro. Infatti a Valencia, a novembre, ho girato a 1 secondo dal podio, nonostante la spalla malconcia: mi sono operato qualche giorno dopo”.
In pista, oltre a guidare, ti godi lo spettacolo da vicino: l’avversario che ti stupisce di più?
“Marc Márquez è un fenomeno, che sopperisce alle pecche della moto con il suo talento: nessuno interpreta la pista come lui e dà spettacolo a ogni giro. Poi, però, ci sono anche Andrea Dovizioso, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi: stile diverso, pulito e preciso più simile al mio, bellissimo da vedere”.
Nel paddock esiste un prototipo superiore agli altri, secondo te?
“No, conta il pacchetto, pilota e moto. La Ducati? Sicuramente è tra i migliori: la Desmosedici è cresciuta tanto e io, insieme ai tecnici, non ci fermiamo mai nello sviluppo”.
A proposito di sviluppo, segui anche quello della Panigale V4: ti aspettavi che dominasse subito nella WorldSBK?
“Le premesse c’erano: è una derivata diversa da tutte le altre, eccezionale. Di solito le case costruttrici producono prima le moto stradali e poi i prototipi: la nuova derivata di Borgo Panigale è nata dalla Desmosedici, per questo motivo ha prestazioni di alto livello, che si avvicinano alla MotoGP”.
Qual è la differenza maggiore tra una gara di Superbike e una della classe regina?
“Il ritmo nella MotoGP è intensissimo e devo sfruttare ogni venerdì e sabato a disposizione per trovare l’assetto giusto. Per me che cambio moto così spesso, le prove sono fondamentali. La speranza è che il mio lavoro sui vari fronti mi permetta di accedere al ristretto club di piloti della MotoGP e disputare l’intero campionato. Ecco perché non abbasso mai la guardia: in caso dovessi ricevere la chiamata da un team, sarò pronto mentalmente e fisicamente ad affrontare la nuova avventura. Quando smetterò di sognare il posto fisso nella classe regina, capirò che è arrivato il momento di appendere il casco al chiodo”.
Credito foto* Inglish Photo