A Parigi il cielo della sera si tinge improvvisamente d’azzurro quando Angela Andreoli, Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio e Giorgia Villa si rendono conto di aver conquistato la medaglia d’argento all’Olimpiade. E’ un’impresa storica, di quelle che non accadono tutti i giorni, anche perché tre anni prima a Tokyo quella medaglia era sfuggita d’un soffio.
Le radici di quell’impresa non sono soltanto da ricerca nell’“Accademia” di Brescia, dove le ragazze si allenano sette giorni su sette sotto la sapiente guida di Enrico Casella, ma soprattutto ad Amsterdam dove il cerchio si è aperto novantasei anni fa grazie all’impresa delle “pavesi”.
Per conoscere a fondo la storia di questa impresa è necessario conoscere un personaggio come Gino Grevi, professore di educazione fisica e direttore tecnico della Ginnastica Pavese. L’insegnante aveva iniziato la propria ricerca nelle scuole della zona individuando i migliori prospetti in alcune bambine come Luigina Giavotti, undici anni, oppure Carla Marangoni, tredici anni e capitana della squadra. Se si pensa che la più grande della squadra è Lavinia Gianoni con soli diciassette anni, si può ben comprendere come le ragazze siano tutt’altro che pronte per affrontare le pressioni di un’Olimpiade.
Sono giornate complicate, ci si allena più ore al giorno, puntando a ottenere il meglio da tutte, tuttavia Grevi sa che è necessario trovare una marcia in più per primeggiare. Proprio per quel motivo l’insegnante pavese decide di svolgere alcune sessioni all’aperto. Oltre alla palestra e al “ritiro” a Pallanza, ospiti nella villa dei Rovelli di Montobbio, le ragazze si allenano fra le mura del Castello Visconteo di Pavia richiamando centinaia di cittadini attorno alle ragazze e spingendosi a fare il tifo per loro.
E’ un’arma in più che emerge il 17 giugno 1928 quando a Milano, sul campo della Società Ginnastica Milanese Forza e Coraggio, va in scena la selezione per l’Olimpiade in programma ad Amsterdam. Insieme alle giovani pavesi ci sono le rappresentanti di Ginnastica Torino, Forza e Costanza Brescia e US Sestri Ponente, pronte a prendersi un posto nella squadra a cinque cerchi. Le componenti della Ginnastica Pavese non gareggiano per sé, ma per una città intera, motivo per cui vincono a mani basse la sfida.
Bianca Ambrosetti, Lavinia Gianoni, Luigina Giavotti, Virginia Giorgi, Germana Malabarba, Carla Marangoni, Luigina Perversi, Diana Pizzavini, Anna Tanzini, Carolina Tronconi, Ines Vercesi e Rita Vittadini strappano così la possibilità di rappresentare l’Italia ad Amsterdam, uscendo per la prima volta dalla Lombardia e imbarcandosi a Genova sul piroscafo postale Selunto. Il viaggio è lungo, le ragazze devono allenarsi sulla tolda della barca prima di attraccare in Olanda dove trascorrono comunque la maggior parte del tempo fra l’imbarcazione e il porto circostante.
L’8 agosto è il momento di scendere in pedana: le pavesi sono le prime a rappresentare l’Italia nella ginnastica artistica in un’Olimpiade Estiva e, nonostante la giovanissima età, tengono testa alle ben più accreditate olandesi, inglesi, ungheresi e francesi. Dopo la prova del corpo libero Marangoni e compagne sono terze dietro le magiare e le padroni di casa, tuttavia il colpo decisivo arriva nell’esercizio agli attrezzi in cui le azzurre sorpassano le ungheresi e salgono al secondo posto con un punteggio di 102.00.
L’appuntamento con il destino arriva al terzo giorno di gare, il 10 agosto, quando le ginnaste tricolori zittiscono il pubblico e i giudici al volteggio al cavallo totalizzando 289 punti, alle spalle soltanto dell’Olanda. Per l’Italia è un’impresa senza precedenti caratterizzata soprattutto dall’età che consente a Luigina Giavotti di diventare la medagliata più precoce della storia dei Giochi con i suoi undici anni e trecento giorni. Al ritorno in patria, Benito Mussolini le riceve prima di esibirsi al teatro Lirico di Milano e festeggiare infine nella loro Pavia, pazza per le nuove fuoriclasse della ginnastica mondiale.
I loro nomi verranno ben presto dimenticati dal pubblico italiano, tuttavia ripercorrendo a quanto compiuto a Parigi da Angela Andreoli, Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio e Giorgia Villa, è impossibile non pensare a loro.