Entrato nel Barni Racing Team a metà settembre, in sostituzione di Tito Rabat, Samuele Cavalieri ha tutto da guadagnare. “E proprio niente da perdere. Sto sfruttando gli ultimi cinque round della stagione per fare esperienza” spiega il pilota di Comacchio, 25 anni, vicecampione italiano 2020 della Superbike, in pista a Portimão, ultima tappa europea del Mondiale che terminerà il 21 novembre in Indonesia.
Hai lasciato l’OUTDO TPR Team Pedercini Racing a giugno: ti aspettavi di tornare così presto nel paddock?
No, pensa che ho ricevuto la conferma di Marco (Barnabò, team manager della scuderia Barni, ndr) una settimana prima della gara catalana. Non avevo smesso di allenarmi, quindi ero pronto sia fisicamente sia mentalmente, ecco perché non ho esitato ad accettare e partire.
Com’è stato tornare in sella Panigale V4 R, dopo l’esperienza sulla Kawasaki ZX-10RR?
Davvero emozionante. Sulla Ducati ho gareggiato nel 2019 con Motocorsa e con Barni nel 2020 e mi sono sempre trovato in sintonia. Certo, la moto si è evoluta, ma la squadra è la stessa dell’anno scorso e l’ambiente familiare aiuta a lavorare bene.
La difficoltà principale che hai riscontrato fino a oggi?
Trovare il passo. Bisogna dare il 100 per cento, anzi di più, già dalle qualifiche, che sono molto importanti. Passare dalla 600 – la Panigale V2 dello Schacht Racing Team by Barni, con cui partecipo al National Trophy Big Sport – alla potenza 1000 non è semplice. La bicilindrica ha poco da spartire con la 4 cilindri della WorldSBK. Però le sensazioni sono state subito positive.
Cosa ti aspetti dal Mondiale?
L’obiettivo è divertirmi. Perché, quando ti diverti, senti meno la fatica e i risultati arrivano più facilmente. Che posto vorrei occupare? Sarebbe bello concludere nella top 10. L’obiettivo è dare il massimo: l’impegno ti fa sempre tornare nel box soddisfatto, comunque sia andata la gara, dimostra alla scuderia quanto vali e ti premia, magari con il contratto per la stagione successiva.
Qual è il tuo punto di forza?
La costanza. Non sono un pilota da giro secco, esco meglio sulla distanza. Poi credo di cavarmela in frenata e nei cambi di direzione. Le leve lunghe, sono alto 1 metro e 84 cm, mi danno una mano.
Il tuo punto debole, invece?
L’adattamento alla pista bagnata: mi serve qualche giro per capire il limite e spingermi senza esagerare.
Come sei salito la prima volta le due ruote?
Il colpo di fulmine è scattato con la moto di mio zio, girava con gli amici e la teneva nel garage vicino a casa. Ho provato una minimoto da cross a 4 anni, poi ho cominciato a rompere le scatole a papà per portarmi in circuito a Pomposa. Due anni dopo sono passato alla minimoto:pPapà sicuramente avrebbe preferito che giocassi a calcio, ma adesso è orgoglioso di vedermi sulla griglia di partenza del Mondiale.
Credito: Alex Photo per Barni Racing Team