Tra una semifinale di Champions League e l’altra, intervistiamo uno che di calcio giocato, visto e parlato se ne intende come pochi al mondo. Il nostro ospite d’onore di SportSenators è Josè Altafini.
Aveva 19 anni quando con il Brasile vinse i Mondiali di Svezia del 1958 e ne aveva 24 quando il 22 maggio 1963 segnò a Wembley la doppietta che consentì al Milan di battere il Benfica 2-1 e di fare dei rossoneri la prima squadra italiana a conquistare la Coppa dei Campioni.
Con Josè Altafini partiamo proprio dalla semifinale di Champions League appena conclusa, semifinale vinta dal Real sui cugini dell’Atletico. “La vittoria per 3-0 del Real pone le merengues al riparo da qualsiasi rischio. L’Atletico cercherà di vendicare le due brucianti sconfitte del 2014 e 2016, ma il Real è una grande squadra affamata di successi. Le assenze di alcuni giocatori hanno pesato sulla prestazione dell’Atletico, ma sicuramente daranno il massimo nella gara di ritorno. L’undici di Simeone è una formazione di gladiatori e lotteranno fino alla morte”.
Il calcio che esprimono le squadre spagnole è il migliore calcio d’Europa? “Assolutamente, le formazioni della Liga hanno giocatori di grande classe e di grande temperamento. Lì i giocatori crescono al meglio o si rivelano come grandi campioni. Loro non vendono mai i giocatori migliori, se li tengono stretti. Guarda Cristiano Ronaldo o Messi. Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid sono tra le migliori 5 squadre d’Europa”.
Senza nominare Cristiano Ronaldo, Messi e Griezman, qual è il giocatore di queste tre squadre che ti piace di più? “Quello che è migliorato più di tutti credo sia Isco. Mi piace molto come sta in campo, come legge le trame di gioco e come si muove”.
Mercoledì tocca alla Juventus con il Monaco, come vedi questa sfida? “Una sfida interessante, aperta, ma la Juventus è ovviamente superfavorita. E’ all’apice della sua forza, ha tutti i giocatori in forma e se non vince la Champions quest’anno, non la vincerà più”.
Come vedi il livello del calcio delle squadre di club italiane? “La Juventus è la sola realtà di livello europeo. Roma e Napoli non hanno il ritmo dei bianconeri, le altre, soprattutto Milan e Inter, sono peggiorate molto. Sembra che le squadre italiane non facciano molto per vincere. Appena hanno un buon giocatore lo vendono subito e per questo non riescono a creare cicli vincenti”. Tra un mese Cardiff incoronerà la squadra più forte d’Europa. Che ricordi hai, oggi, a 54 anni di distanza, della notte di Wembley e del tuo Milan che sconfisse il Benfica? “Rimane una delle gioie più grandi della mia vita. Ci facevano paura; era come giocare contro l’attacco della nazionale del Portogallo ed erano una squadra vera sotto tutti i punti di vista. Ma negli spogliatoi del mitico Wembley c’eravamo anche noi e ci convincemmo che eravamo all’altezza della situazione. Giocammo senza paura e vincemmo perchè eravamo forti di testa e forti nelle gambe”.