Ci sarà un motivo per cui si dice “triplete”, alla spagnola, e non tripletta, all’italiana. Vincere tutto quello che si può vincere in una stagione, campionato, coppa nazionale e Champions League, significa entrare nella leggenda dello sport e se vi capita di andare a Madrid visitare lo stadio intitolato a Santiago Bernabeu, avrete il senso di quello che vuol dire “vincere”. Eppure sono convinto che la Juve di Allegri possa battere il Mito per realizzare l’impresa. L’attacco atomico del Real contro la difesa d’acciaio della Juventus: la locandina dell’evento è presto detta. Io ci aggiungerei una specie di guest star, una partecipazione straordinaria, una partita nella partita: Cristiano Ronaldo contro Gianluigi Buffon. Non solo per la Coppa, ma per il Pallone d’oro, altro trofeo di non poco conto che è in palio nella finale di Cardiff.
Lev Yashin, il mitico gigante di tutte le Russie, è stato l’unico portiere a vincere il Pallone d’oro perché la giuria tende a privilegiare la magia del gol fatto più di quello evitato. Eppure nessuno merita questo riconoscimento come questo vecchio ragazzo che ha avuto la forza e il coraggio di restare alla Juve anche quando le vicende legate al commendator Moggi hanno trascinato la squadra più titolata d’Italia in serie B.
La stagione di Buffon è stata eccezionale come la sua carriera, costellata di record e scudetti. Ho sognato che parerà un rigore a Cristiano Ronaldo, l’ultimo rigore dopo 120 minuti senza vincitori. Sembra una favola, ma il calcio è, in fondo, una grande favola.
Enrico Maida