Muore a Milano Giovanni Ferrari, sfavillante mezzala sinistra degli anni ’30. Considerato che a quei tempi non esistevano coppe, premi e riconoscimenti che ci sono ora, si può di certo ritenere che Giovanni Ferrari, nato ad Alessandria il 6 dicembre 1907, sia l’azzurro più vincente nella storia del calcio italiano. Ferrari ha vinto da titolare due finali del Campionato del Mondo, unico italiano assieme a Giuseppe Meazza a entrare in questo club che comprende altri 11 brasiliani (Pelé, Gilmar, Djalma e Nílton Santos, Zito, Garrincha, Didi, Vavá, Zagalo, Cafu e Ronaldo); e in più si è aggiudicato la cifra record di 8 scudetti (5 con la Juventus, 2 con l’Inter e uno con il Bologna) come Giuseppe Furino (anche Virginio Rosetta ha vinto 8 scudetti, 3 ante girone unico e 5 dall’introduzione della Serie A).
Ferrari ha giocato tutte le gare dei due Mondiali cui ha partecipato tranne la ripetizione del quarto di finale del 1934 tra Italia-Spagna, segnando due reti nel 1934; la quarta di Italia-Stati Uniti 7-1 e quella assai più preziosa dell’1-1 nel quarto di finale con la Spagna allo scadere del primo tempo con gli iberici in vantaggio 1-0.
Con Meazza, in Nazionale e nell’Inter, Giovanni Ferrari ha costituito la più forte coppia di interni nella storia del calcio italiano. Senza essere stilisticamente elegante e geniale come il suo compagno di reparto, ma con una maggiore propensione alla ricucitura difensiva che all’attacco, Ferrari è riuscito a segnare una valanga di gol (206 in campionato e 14 in Nazionale) grazie a due polmoni inesauribili che davano benzina a due gambe solide capaci di superare in resistenza qualsiasi avversario.
Nel 1982 ha sfilato al Camp Nou di Barcellona nella cerimonia inaugurale dei Mondiali vinti per la terza volta dall’Italiaportando in tasca la sua prima tessera della Federcalcio datata 1921.
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