Cinquecentoquarantadue pagine tutte su Roger Federer. L’ultima fatica di Remo Borgatti (Ultra sport, 24 euro) trabocca di storie e numeri sul Magnifico che si è ritirato quest’anno, rivivendo la straordinaria carriera del fenomeno svizzero da fine agosto 1996 a 23 settembre 2022 col doppio alla Laver Cup insieme al rivale storico Rafa Nadal. Nei 1600 match disputati – come sottolinea l’autore – RogerExpress non si è mai ritirato, firmando imprese che probabilmente rimarranno impareggiabili, come le 237 settimane al numero 1 della classifica ATP e le 23 semifinali consecutive nei tornei dello Slam.
ANNO PER ANNO
Il libro, come la premessa “i numeri non dicono tutto ma aiutano a capire”, nella prima parte, ripercorre cronologicamente il lungo percorso dell’asso elvetico dalla invidiabile eleganza e della tecnica sopraffina. Nella seconda parte, entra nello specifico delle statistiche che l’accompagnano dai tornei, ai match alle serie vincenti, dai testa a testa coi rivali al bilancio anche della carriera juniores. Di facile lettura, con una grafica essenziale e chiarissima, offre davvero un quadro preciso della carriera e della vita stessa di Federer lasciando la parola proprio ai dati, incontrovertibili, delle varie fasi della carriera del giocatore che ha sublimato servizio, dritto, rovescio e volée, che ha varato colpi nuovi come la SABR e ha esaltato con il suo mirabile balletto, sul campo, grazie a due piedi fantastici, da atleta ideale.
LA BIBBIA
Nel ripercorrere con tanta attenzione la carriera di Federer, il libro diventa una Bibbia indispensabile per i suoi tifosi e non. Perché racchiude davvero tutti i numeri del campione di 20 Slam, ma anche di tantissimo anche ancora che rimane scolpita nella storia del tennis. Anche perché i rilievi statistici si accompagnano al racconto delle varie stagioni, da quelle trionfali nelle, quali Roger appariva imbattibile a quelle in cui ha cominciato a soffrire i più grandi avversari, da Rafa a Djokovic, per poi eclissarsi e quindi riapparire alla grandissima con l’aiuto dell’amico/coach Ivan Ljubicic, e poi arrendersi ai problemi al ginocchio. Fino a dover accettare l’idea del ritiro. Nella libreria di un appassionato non può mancare una simile ricostruzione analitica di un campione-simbolo come Roger Federer.