L’aveva già fatto a gennaio sul cemento degli Australian Open, l’ha rifatto a maggio sulla terra del Roland Garros, per il secondo Slam consecutivo. Del resto, quando due tenniste con caratteristiche simili entrano in lotta di collisione, la più forte annulla l’altra. E, fra Amanda Anisimova e Aryna Sabalenka, la picchiatrice da fondo più forte è sicuramente la 17enne, come dicono i due punteggi: 63 62 a Melbourne, 64 62 a Parigi. Al di là delle differenze di classifica, numero 51 contro 11, e di esperienza/forza legate all’età, 17 anni contro 21.
Amanda è la stella annunciata, incrocio perfetto fra la trecciona bionda e il visino delicato di Anna Kournikova e la determinata potenza di Maria Saharapova. Nemmeno l’avessero clonata, con incorporata la visiera ben calcata sulla fronte, pugnetto alzato, gemiti e grandi fucilate da fondo. Come la sua storia, che è un mix fra le due pioniere della grande madre Russia nel ricco show business a stelle e strisce. Figlia di genitori russi emigrati in America per illuminare la strada tennistica della sorella maggiore, Maria, che è stata la sua musa ispiratrice, ma che ha deragliato sugli studi, Amanda è nata e cresciuta negli States, con papà Konstantin tuttora suo coach-ombra che le ha messo la prima racchetta da tennis in mano a due anni.