Fragilità. Fa moda nello show business, sulla scia delle star Naomi Osaka e Simone Biles, che devono sostenere le aspettative altrui, ma soprattutto proprie. Così lo sport si sdraia sul lettino dello psicanalista come milioni di americani, incluse le eredi di Venus e Serena Williams.
La figlia di Doctor J, Alexandra Stevens, s’è bruciata volando fino alle semifinali di Wimbledon e al numero 18 del mondo. Delle sorelline Black, Tyra ed Alicia, sono rimasti i minacciosi nomignoli di papà, Hurricane e Tornado. Il talento di Taylor Townsend s’è infranto contro un fisico sfortunato. La potenza di Madison Keys, sponsorizzato dalle ex regine Lindsay Davenport e Chris Evert, s’è liquefatta nella finale persa agli US Open 2017, da numero 7 del mondo, con 5 titoli WTA e troppi infortuni. Da parte sua, Sloane Stephens, che aveva battuto l’amica e rivale di sempre nel derby fra nere d’America, nella finale del Roland Garros 2018 si è bloccata avanti un set e un break contro Simona Halep.
Fisico scultoreo ereditato dai genitori già ottimi atleti, bei lineamenti, spiccata propensione per i social, Sloane aveva perso papà John, arrestato più volte, che mamma Sybil aveva lasciato, l’aveva ritrovato per pochi mesi, quando, a 13 anni, lui s’era ripresentato per conoscerla, condannato da una malattia degenerativa. Dopo un anno di stop per una frattura da stress al piede e la miracolosa esplosione degli US Open, si è persa anche la Stephens, fra alti e bassi impressionanti ed è scivolata all’attuale numero 66 del mondo, sommersa da una miriade di selfie in vacanza, a cena, in palestra e poche vittorie. Che storia: riappare ancora a New Yok sprintando al terzo set proprio sull’amica Keys e dominando la 17enne Coco Gauff, “la nuova Williams”, da più giovane top 100, al 23 WTA. Rilanciando così il sogno di 4 anni fa da numero 83, dopo il volo dal 957 del mese prima.
Il dritto sta volando alla media di 125 all’ora, più veloce anche degli uomini, secondo il computer dell’Ashe. E, contro Gauff, col servizio, Sloane ha messo in campo l’84% di prime, col 80% di punti. Giocando sciolta, libera: “Mi sono divertita, è un bel posto, qui sono proprio felice”. A dispetto delle 15 partite vinte e 14 perse di quest’anno. Per ritrovare “lo zen in campo”, ha salutato l’angelo custode Kamau Murray e s’è rimessa in gioco con coach Diego Moyano e il coach viaggiante, amico di sempre, Darian King.
E’ fragile quanto Lorenzo Musetti contro il 2.11 Reilly Opelka che mette giù servizi anche a 228 all’ora e vince 7-6 7-5 6-4 con 31 ace. Il lavoro fisico e tattico è lungo per il 19enne di Carrara dal braccio d’oro. Martina Trevisan cede 6-3 6-1 contro Bencic: fuori tutte e tre le azzurre.
Vincenzo Martucci
(Tratto da il messaggero del 3 settembre)