Il 6-0 6-0 contro Jelena Ostapenko è troppo eclatante per non essere sospetto. Infatti la regina del Roland Garros 2017 ha problemi alla spalla e non si è ritirata solo per rispetto verso l’appassionatissimo pubblico di Pechino. Ma Qiang Wang è una delle giocatrici più calde del momento: tre settimane fa è arrivata in semifinale a Hiroshima, due settimane or sono ha firmato il secondo torneo Wta Tour a Guangzhou, la scorsa settimana è arrivata per la prima volta alle semifinali in un “Premier 5” , a Wuhan. Dov’ha scontato gli undici match in dodici giorni crollando di schianto e ritirandosi contro Anett Kontaveit, con la mascella serrata per non scoppiare a piangere davanti alla grande occasione, sotto gli occhi dell’idolo suo e di tutti i tennisti cinesi, la mitica Li Na, già numero 2 del mondo e campionessa Slam. Di più, la prima vera campionessa delle racchette asiatiche, è un punto di riferimento-chiave nella evoluzione tardiva di Qiang Wang. Perché fino a quest’anno la 26enne di Tianjin non aveva ancora vinto un torneo, non aveva mai superato il secondo turno in uno Slam e non aveva mai abbattuto il muro delle top 40. Mentre ora, dopo aver vinto Nanchang a fine luglio e Guangzhou a metà settembre, è 28 della classifica, prima delle cinque top 100 del suo paese, spodestando Shuai Zhang. Non possiede di certo i colpi potenti di Li Na, ma è una vera e propria muraglia cinese per la capacità di rimandare di là del net qualsiasi palla, sostenuta da due gambe prodigiose, e dal coraggio di provare tutti i colpi. Così, la medaglia d’oro ai Giochi Asiatici ha piegato Venus Williams toccando il terzo turno al Roland Garros, ed ha infilato Sakkari, Pliskova, Gavrilova e Puig a Wuhan. E può sognare in grande, mirando proprio alla grande pioniera cinese che, a 27 anni, nel 2009, aveva raggiunto appena una volta i quarti di uno Slam, ma due anni dopo era stata in grado di conquistare il Roland Garros. E poi di aggiudicarsi anche gli Australian Open 2014.
Forse la Wang che diventerà famosa sarà l’altra Wang, Xiyu, la 17enne campionessa del Roland Garros juniors che, arrivando a Wuhan dalle qualificazioni, ha battuto Bernarda Pera in tabellone e ha lottato per due ore con Daria Kasatkina (n. 12 del mondo), arrendendosi solo dopo aver mancato quattro match point per 10-8 al tie-break del terzo set. Intanto, però, Qiang sta dando soddisfazione a coach Peter McNamara ex grande doppista australiano accanto a Paul McNamee, col quale ha vinto due Wimbledon. Che allena anche Matthew Ebden, dopo aver guidato Grisha Dimitrov e che è curioso come tutti dei tanti bei risultati della sua allieva, tutti in Cina. “Amo giocare davanti ai miei amici, e poi adoro la cucina di casa: questa è la spiegazione dei buoni risultati in questa parte della stagione in Asia”, spiega la numero 1 cinese sorridendo spesso, come le succede anche in campo, quando sfodera volentieri il suo metro e 72 e il viso carino. “Sorrido perché sono rilassata, posso essere me stessa, la gente lavora tutto il giorno ma ha trovato il modo di venirmi a vedere e mi sostiene anche quando le cose vanno male”, ha raccontato a Wuhan. “Già l’anno scorso ho fatto il salto di qualità sul piano tecnico, adesso ho anche molta più fiducia. E credo tanto di più in me stessa, e questo è il fattore decisivo”.
Così si diventa muraglia cinese.
(tratto da federtennis.it)