Gli stadi vuoti, il meteo estremo, le nuove sedi lontane dall’Europa. Sono i temi che i Mondiali di atletica a Doha ci propongono in questi giorni. Ne ha parlato Sebastian Coe, presidente di una IAAF sconvolta dal caso Salazar, il tecnico squalificato per 4 anni dall’antidoping USA.
Dove andare
«Il futuro dell’atletica è dei millennial, per questo bisogna cambiare format». Questo dice Sebastian Coe, presidente della Iaaf, che risponde alle accuse di aver portato l’atletica in condizioni (troppo) estreme. E che deve fronteggiare il dopo Bolt. Non usa la parola rottamare ma ci manca poco. «Voglio che tra i 50 volti sportivi più conosciuti del mondo dieci siano dell’atletica. Per questo dobbiamo darci una mossa. Non ha senso ai giovani parlare del passato, invece ne ha fare gare dell’asta alla stazione di Zurigo dove tutti si fermano a guardare. E vogliamo parlare delle tv? Trasmissioni, personaggi, studios, sono gli stessi dei miei tempi. Vecchi, conservativi, tradizionali. Nel linguaggio e nella forma. Come si può fare audience? Non in questo modo, ma innovando sempre di più. Togliendo i tempi morti, rendendo più glamour le gare, con riprese diverse, con più tecnologia. Bisogna attrarre i telespettatori, avvicinare gli atleti al pubblico».
Emanuela Audisio, la Repubblica
Le donne al supermercato, coperte dalla testa ai piedi
Le donne per strada, sempre qualche passo dietro al marito. Le donne allo stadio, in fila al bagno dei maschi prestato alle femmine per il tempo di questa pacifica invasione occidentale nel nome e per conto dell’atletica. E poi arriva lei, Mariam Mahmoud Farid, 21 anni, seconda atleta della squadra del Qatar: 17 uomini capitanati dalla stella dell’alto Mutaz Barshim, più la quattrocentista Kenza Sosse e Mariam. Sulla pista di casa ha corso i 400 hs, la sua specialità, con lo hijab in testa, le braccia e le gambe coperte e una fierezza che speriamo abbia contagiato il Medio Oriente. «Certo avremmo voluto più pubblico, certo avremmo auspicato un maggior coinvolgimento di questa area geografica, ma è una zona di mondo sensibile e non è stato possibile – dice il presidente della Iaaf Sebastian Coe -. Però vedrete che questo Mondiale che state criticando così tanto avrà un valore per la società. E insieme al calcio, nel 2022, contribuirà a cambiarla. In meglio».
Gaia Piccardi, Corriere della sera
In difesa di Doha. L’ex segretario generale della federazione italiana atletica leggera e dirigente della preparazione olimpica del Coni, Luciano Barra, a suo tempo contrario all’assegnazione dei Mondiali al Qatar, è intervenuto sul sito Sportolimpico per difendere il principio di un Mondiale a Doha. “Perché se l’atletica è uno sport universale e si vanta di avere presenti 209 paesi, deve accettare che si gareggi anche qui. Chi ha un dubbio che Berlino o Londra sarebbero state meglio, possibilmente nelle date tradizionali? Certo, ma possiamo pensare di confinare queste gare solo nella vecchia Europa? Tanto vecchia che con molte probabilità – in termini di risultati – questi saranno i peggiori campionati per il Vecchio Continente. Se allora ci esaltiamo nel vedere il Bahrain (e l’India), buttar fuori l’Italia dalla finale della staffetta mista (con biglietto sicuro per Tokyo), e poi vincere la medaglia di bronzo, o un poco noto tracagnotto triplista del Burkina Faso saltare la terza prestazione mondiale dell’anno e vincere il bronzo relegando al quarto posto uno dei grandi favoriti, allora non è giusto che i Mondiali si facciano anche qui?”.
Il caso Salazar
Le prove
Lo scambio di mail, inequivocabile, è del 2009. Jeffrey Brown, endocrinologo texano, aggiorna Mark Parker, ceo di Nike, colosso internazionale dell’abbigliamento sportivo, circa i risultati degli esperimenti sull’uso di testosterone condotti da Alberto Salazar, allenatore tra i più famosi e controversi dell’atletica mondiale, direttamente sui suoi figli. Parker, oggi 64enne, in azienda dal ’79 e numero 1 dal 2006, ringrazia e chiede informazioni sui livelli che potrebbero causare positività a un controllo antidoping. Brown e Salazar, al termine di un’inchiesta partita nel 2015 (2000 audizioni, 5780 pagine di relativi documenti), con una lunga serie di accuse a proprio carico – compreso un dialogo con Lance Armstrong – lunedì sono stati squalificati 4 anni con effetto immediato dall’Usada, l’agenzia antidoping statunitense. Le conseguenze sono infinite. E non a caso, evidentemente per sfruttare l’onda mediatica, il provvedimento è stato ufficializzato in pieni Mondiali.
Andrea Buongiovanni, la Gazzetta dello sport
Miti sotto accusa
La BBC è al centro di un caso in Inghilterra per mancanza di trasparenza con i suoi spettatori. La tv aveva raccolto il parere di Paula Radcliffe sulla squalifica di 4 anni dell’allenatore Salazar per violazione delle norme antidoping. L’ex atleta aveva commentato: “Poiché nessun atleta è stato sanzionato, sono state davvero trasgredite le regole sul doping? La gente si aspettava qualcosa di grosso. Penso che l’USADA stesse cercando di riguadagnare la faccia dopo il fiasco su Christian Coleman. Forse l’USADA pensava a qualcosa tipo il caso Lance Armstrong, che era enorme” (@lo Slalom di ieri). Alla BBC viene rimproverato di aver taciuto che Radcliffe è ambasciatrice Nike e moglie di Gary Lough, ex coach di Mo Farah, soggetti interessati alla vicenda.
“La BBC – scrive il Telegraph nel suo secondo pezzo di sport più visitato online – ha confermato ieri di aver ricevuto una manciata di reclami”.
Black Mama Magic. Sono le parole adoperate da Michelle Obama in un tweet di complimenti per Allyson Felix, l’atleta USA oro nella staffetta 4×400, una delle tre donne a vincere il titolo mondiale a Doha nel giro di due anni dalla maternità.
Ma c’è chi è poco convinto
“Non so cosa ci facciamo qui. Questi sono Mondiali che si stanno correndo in forma artificiale. Sono artificiali le condizioni ambientali create con l’aria condizionata nello stadio come sono artificiali gli orari forzati, che stravolgono la stagione degli atleti. Inoltre, in questo paese, una donna, io stesso, non può ispirare nessun’altra a fare atletica perché le donne che mi stanno guardando non hanno alcuna possibilità, per questioni culturali, di fare ciò che faccio io. Qui si coltiva solo lo sport per i bambini maschi nei grandi centri come l’Accademia Aspire”.
Marta Pérez, 26 anni, mezzofondista spagnola, laureata in Medicina
Intervista di Carlos Arribas, El País
Asher-Smith, primo oro britannico nei 200 metri
I giornali inglesi celebrano Dina Asher-Smith, primo oro britannico nella storia dei 200 metri. Ha vinto col record nazionale in 21”88 una finale senza giamaicane, nella gara in cui si registra pure il primo podio di sempre nello sprint per la Svizzera, con il bronzo di Mujinga Kambundji, nata a Berna da padre congolese. L’Équipe sottolinea che in effetti i 200 metri di Doha hanno registrato diverse rinunce fra le atlete. Il Telegraph invece ha analizzato tecnicamente le fasi della corsa di Dina Asher-Smith e le ragioni del suo successo. “La ragione principale è la sua capacità di generare energia in un periodo di tempo breve fin dall’inizio”.
Le altre finali di ieri
~ Pawel Fajdek. Oro lanciando due volte il martello sopra gli 80 metri. È il quarto titolo mondiale della sua carriera. L’altro polacco Nowicki, abbonato ai bronzi, sperava di far meglio e invece ha chiuso quarto. Delusione spagnola con Cienfuegos: solo settimo.
~ Grant Holloway. Primo americano con tre campionati universitari indoor e outdoor di fila: ha aggiunto l’oro mondiale correndo in 13”10. Consacrarsi a 21 anni per un ostacolista è una rarità. L’Équipe stamattina lo definisce “talento precoce”.
Altre gare di ieri
~ Le semifinali fatali. Davide Re vicino all’impresa storica di essere il primo italiano in una finale dei 400. Terzo in semifinale e fuori dai ripescati per 8 centesimi. Hassane Fofana sesto nella sua semifinale 110 ostacoli in 13”52.
~ Daisy Osakue. La discobola italiana eliminata nelle qualificazioni: solo 57,55 al ventesimo posto.
~ Decathlon. Il favorito francese Kévin Mayer è terzo dopo la prima giornata di gare dietro due canadesi: Warner e Lepage. Warner ha corso i 100 in 10”35 e ha saltato in lungo 7,67.
~ Eptathlon. Anche tra le donne la favorita insegue. La belga Thiam dopo la prima giornata è dietro la britannica Johnson-Thompson. Ma hanno fatto il quarto e quinto miglior punteggio della storia dopo metà gara. Entrambe a 1,95 nell’alto.
~ Sifan Hassan. Dopo l’oro nei 5.000, l’allieva dello squalificato Salazar ha fatto il miglior tempo nelle batterie dei 1.500 correndo in 4’03”88
Le finali di oggi
ore 21.35 Peso F La situazione. La cinese Lijiao Gong è la sola sopra i 20 metri nel 2019. Nessuno pare in grado di batterla, in qualificazione si è accontentata di un 18,96 dietro Thomas-Dodd (Giamaica) e Ewen (USA), andate sopra i 19 metri.
22.50 400 metri F La situazione. Super favorita è Shaunae Miller-Uibo che ha rinunciato ai 200: calendari troppo vicini (49”66 in semifinale). Ma Salwa Eid Naser del Bahrain ha vinto 5 tappe di Diamond League. In batteria 4 ragazze sotto i 51”, in semifinale sono salite a sette. Ha colpito Wadeline Jonathas, una USA nativa di Haiti.
23.05 Eptathlon F La situazione. È l’orario dell’ultima gara: gli 800 metri. Con il suo personale di 2,02 la Thiam avrebbe vinto il bronzo nella gara di salto in alto.
23.25 Decathlon M La situazione. È l’orario dell’ultima gara: i 1.500 metri.
~ altre gare di oggi > ore 15.40 Qualificazioni Triplo F (italiane: Ottavia Cestonaro) | ore 18.20 Qualificazioni Peso M (Leonardo Fabbri) | ore 21 Batterie 1500 metri M | ore 22 Semifinali 1500 F
Tratto da loslalom.it
Il meglio del racconto sportivo. Scelto e commentato