Novembre per l’appassionato di rugby significa birra, tv, pub e grandi match in compagnia, o ancora meglio trasferte a Roma o nei templi della palla ovale europea, per ammirare le sfide tra le nazionali dell’Emisfero Nord e quelle dell’Emisfero Sud. Quattro sabati imperdibili che meritano un approfondimento, dall’elenco dettagliato di tutte le sfide alla situazione con cui le nazionali più blasonate si presentano ai nastri di partenza.
Tra parentesi stadi, città, stadi e orari italiani
Sabato 3 novembre
Giappone – Nuova Zelanda (Tokyo, Ajinomoto Stadium, 6:45)
Galles – Scozia (Cardiff, Principality Stadium, 15:45)
Inghilterra – Sudafrica (Londra, Twickenham Stadium, 16:00)
Irlanda – Italia (Chicago, Soldier Field, 21:00)
Sabato 10 novembre
Italia – Georgia (Firenze, Stadio Artemio Franchi, 6:45)
Scozia – Fiji (Edimburgo, Murrayfield Stadium, 15:30)
Inghilterra – Nuova Zelanda (Londra, Twickenham Stadium, 16:00)
Galles – Australia (Principality Stadium, Cardiff, 18:20)
Irlanda – Argentina (Dublino, Aviva Stadium, 19:30)
Francia – Sudafrica (Parigi, Stade de France, 21:05)
Sabato 17 novembre
Italia – Australia (Stadio Euganeo, Padova, Stadio Euganeo, 15:00)
Galles – Tonga, (Principality Stadium, Cardiff, 15:30)
Inghilterra – Giappone, (Londra, Twickenham Stadium, 16:00)
Scozia – Sudafrica (Edimburgo, Murrayfield Stadium, 18:20)
Irlanda – Nuova Zelanda, (Dublino, Aviva Stadium, 20:00)
Francia – Argentina (Lille, Stade Pierre Mauroy, 21:05)
Sabato 24 novembre
Italia – Nuova Zelanda, ore 15 (Stadio Olimpico)
Scozia – Argentina (Edimburgo, Murrayfield Stadium, 15:30)
Inghilterra – Australia (Londra, Twickenham Stadium, 16:00)
Galles – Sudafrica (Principality Stadium, Cardiff, 18:20)
Irlanda – USA (Dublino, Aviva Stadium, 19:30)
Francia – Fiji (Parigi, Stade de France, 21:05)
Sabato 1 dicembre
Barbarians – Argentina (Londra, Twickenham Stadium, 15:30)
NUOVA ZELANDA
Sembrano imbattibili, la loro superiorità tecnica e nella velocità di gioco è indiscutibile, hanno ribadito il n.1 mondiale con la fresca vittoria nella terza sfida su tre della Bledisloe Cup contro i cugini australiani (37-20), ma il Sudafrica ha dimostrato che si possono superare. A Wellington gli Springboks hanno vinto 36-34 mettendo in campo un’aggressività fisica degna quasi della finale della Coppa del Mondo del ’95, quando la stella ventenne JonahLomu venne spesso arrestata prima di prendere velocità da placcaggi multipli dei sudafricani, poi laureatisi campioni sotto gli occhi del presidente Nelson Mandela. Tra l’esordio col Giappone e la chiusura con l’Italia, la legge del “vincere per forza” dovrà valere anche contro l’Inghilterra e mai come stavolta contro l’Irlanda, contro la quale, sabato 17 Novembre, i Tutti Neri potrebbero giocarsi addirittura il n.1 del ranking mondiale.
IRLANDA
Il cervello fine e il piede chirurgico dell’apertura John Sexton, l’esperienza di senatori come il capitano Rory Best e RobKearney, una pletora di giovani già affermati come Robbie Henshaw fanno dei verdi d’Irlanda la prima squadra da battere dell’Emisfero Nord, seconda nel mondo solo agli All Blacks. Campioni del Sei Nazioni con tanto di Grande Slam e vincitori di due match su tre nel tour di Giugno con l’Australia, la corsa verso il n.1 del ranking che passa per il grande match con la Nuova Zelanda trova l’unica vera trappola nella sfida di sette giorni prima con l’Argentina, ora molto più che squadra capace di far giocare male gli avversari. Superati i Pumas, sabato 17 Novembre staccate i cellulari e incollatevi davanti alla tv con una pinta di Guinnes in mano: l’isola di Smeraldo vuole prendersi il tetto del mondo.
INGHILTERRA
Si trova in una situazione quasi disperata: decimata da una sequela impressionante di infortuni (su tutti la terza linea, priva di Chris Robshaw, Billy Vunipola, Sam Simmonds e Nathan Hughes– quest’ultimo squalificato – al punto che sono stati convocati ben 8 esordienti), proviene da un inopinato penultimo posto nel Sei Nazioni. L’head coach Eddie Jones, santone australiano del rugby mondiale, rischia il posto. Si tratta però, tradizione a parte, della squadra che ha conquistato il Sei Nazioni 2017 e 2016 (quest’ultimo col Grande Slam), che occupa la quarta piazza nel ranking mondiale e che mantiene in panchina contro le squadre che conosce meglio (quelle dell’Emisfero Sud) un mostro sacro della palla ovale, alla testa di un gruppo ferocemente alla ricerca di rivalsa. Sicuri che sia un vantaggio affrontare proprio ora i seguaci di Sua Maestà? Di certo il XV della Rosa dovrà partire bene col Sudafrica, risultare molto convincente davanti agli AllBlacks e vincere senza troppe discussioni contro Giappone e Australia. Altrimenti davvero potrebbe terminare qui il ciclo di Eddie Jones.
AUSTRALIA È quella che se la passa peggio dopo uno sciagurato Rugby Championships, scongiurando quello che sarebbe stato un clamoroso ultimo posto solo all’ultima partita, vinta 45-34 sull’Argentina, la sola seconda vittoria a fronte di 4 sconfitte (esattamente come i Pumas). Per rispondere alla crisi, è stato riconvocato Adam Ashley–Cooper, da due anni fuori dal giro della nazionale. I Wallabies se la vedranno con Galles, Italia e Inghilterra e se non porteranno a casa almeno due vittorie è molto probabile che cadranno diverse teste, a partire dall’head coach Michael Cheika, già mal visto da stampa e tifosi.
ARGENTINA Il suo rendimento è a corrente alterna, ma nel Rugby Championships ha mostrato segni di evidente miglioramento con due importanti vittorie (32-19 sul Sudafrica, 23-19 in trasferta sull’Australia – non accadeva dall’83). Contro l’Irlanda i ragazzi di Mario Ledesma hanno bisogno di esprimersi al meglio e al contempo incontrare avversari non al top, ma con Francia (in primis) e Scozia il risultato è apertissimo. Da segnalare l’appuntamento finale del 1 Dicembre a Twickenham contro i mitici Barbarians, il club a inviti che gioca sempre per lo spettacolo.
SUDAFRICA
Nel Quattro Nazioni dell’Emisfero sud prima perde con la dimessa Australia, poi compie l’impresa in casa degli All Blacks, infine tra le mura amiche di Pretoria domina contro la Nuova Zelanda ma subisce l’imperiosa rimonta avversaria dopo essersi trovata sul 30-13 (perderà 32-30 con la trasformazione finale a sirena suonata). Anche nel match precedente la vittoria stava per essere vanificata dalla rimonta All Blacks: a Wellington i sudafricani hanno rischiato grosso nonostante un vantaggio di 31-17. Squadra insomma capace di tutto e con una certa paura di vincere. Averla avuta contro gli All Blacks non significa però averla anche contro le squadre dell’Emisfero Nord. Inghilterra, Francia, Scozia e Galles sono avvisate.
GALLES
Warren Gatland in panchina, Alun Wyn Jones capitano, i veterani Jonathan Davies, Leigh Halfpenny e George North sono i condottieri di una squadra che, classifica alla mano, è attualmente la terza squadra del pianeta. L’obiettivo del coach dei British&Irish Lions che nel 2017 hanno costretto la Nuova Zelanda al pareggio nella serie (1 vittoria e testa e un pari) non è però rivolto al ranking quanto a portare la squadra più preparata possibile alla Coppa del Mondo giapponese del 2019. I gallesi garantiscono sempre un gioco aperto e sperano che nelle sfide con Scozia, Tonga, Australia e Sudafrica il tetto dell’ex MillenniumStadium non si debba chiudere, “per permettere anche a Dio di vedere i Dragoni andare in meta”.
SCOZIA
Dopo tanti anni relegata ad antagonista dell’Italia per (evitare) il cucchiaio di legno, il lavoro di Gregor Townsend ha permesso al XV del Cardo di compiere il definitivo salto di qualità nell’ultimo Sei Nazioni, superando, oltre all’Italia, Francia e Inghilterra. Le mura del Vallo di Adriano continuano a mostrare qualche crepa, come testimonia l’eclatante sconfitta estiva contro gli Stati Uniti (30-29), pur con l’attenuante dei molti non convocati alla fine della stagione europea (gente come GreigLaidlaw e Ryan Wilson, ora di nuovo in gruppo). Con solo mezzo punto di ritardo dal Sudafrica (83,02 punti contro 83,52), il match del 17 Novembre con gli Springbocks diventa tutto da seguire.
FRANCIA
I galletti hanno disputato un Sei Nazioni tanto promettente quanto amaro. Le due vittorie con Italia e soprattutto Inghilterra sono state offuscate da due sconfitte sul filo di lana contro Irlanda (il silenzio assordante che accompagnò tra i pali il drop di Sextonallo scadere riecheggia ancora allo Stade de France) e Galles e da una più netta contro una grande Scozia. Le tre dure batoste subite nel tour estivo con gli All Blacks hanno scaraventato i francesi all’ottavo posto mondiale. La squadra è però piena di giovani promettenti, ai quali si affiancano veterani come lo schiacciasassi Bastareaud e il redivivo Picamoles. Da non perdere la sfida col Sudafrica di sabato 10 Novembre.
Insomma, il tempo per abbuffarsi come si deve di maul, mischie e gioco alla mano c’è tutto, ma se come detto i match imperdibili sono moltissimi e spesso quasi in contemporanea, come fare pernon perdersi nulla? Semplice, dimenticarsi di tv, smartphone e social network, vivendo i quattro sabati di Novembre da eremita che osserva dall’alto il magico mondo di Ovalia.
Ruggero Canevazzi