Il premio Emilio ed Aldo De Martino, “Amore per lo sport e per la vita” sale ancor più di livello innalzando sul palco della XXVIII edizione Maria Rosa “Ninna” Quario e Federica Brignone. Cioè la slalomista italiana più vincente in coppa del Mondo, oggi 57enne, e la figlia, 28enne, dieci volte prima nella Coppa.
La casa è quella giusta, nella sede del Coni lombardo, in via Piranesi, l’atmosfera pure con tanti ex campioni, dirigente di nome come Oreste Perri (ex totem della canoa, oggi n. 1 del comitato regionale lombardo) e Flavio Roda (presidente della Federsci), e firme di ieri l’altro della Gazzetta dello Sport. Mamma e figlia sono il De Martino, miglior manifesto del premio e della loro difficile disciplina, ma soprattutto dello sport in generale e della famiglia. Che, come ha sottolineato Perri: “E’ la prima squadra della nostra vita”. E come ha sottolineato il conduttore, il nostro Senator Marco Pastonesi, “Fa gruppo, siamo tesserati”. Presentando anche il Cuore d’Argento ala famiglia Sertorelli, col famoso “Cinto”, che possiamo considerare il “papà di Zeno Colò.
Ninna Quario è stata una protagonista della “valanga Rosa”, come ha sottolineato un altro Senator, Claudio Gregori, salutando la capo-squadra di quel fenomenale gruppo, Claudia Giordani, anche lei presente. “Ninna è stata forte nel ricamo fra i paletti che veniva richiesto all’epoca, su quelle puste così difficili, ma non è stata la più tecnica in assoluto, in gigante, come Federica, la migliore del mondo, anche se la Shiffrin sbaglia meno, la più eclettica”. Visto che da quattro anni raccoglie punti in tutte e cinque le specialità di coppa del Mondo, seconda, nella storia nazionale, soltanto a Deborah Compagnoni e Isolde Kostner.
Il meglio di loro, Ninna e Federica, lo danno nel botta e risposta sul palco. Esprimendo serenità, limpidezza, felicità, sin da quando citano il “più veloce della famiglia, il fratello maggio di Federica, Davide, “Fondamentale punto di riferimento prima e anche oggi”, tanto da essere stato affiancato all’azzurra dalla Fisi. Mamma elogia la figlia, la figlia elogia la mamma, continuamente, tutte e due si riconoscono il pregio-difetto nell’enorme energia e passione che mettono in tutto, “senza stancarsi mai”. Tutte e due elogiano l’ideale di famiglia: “Mai chiedere al figlio: “Hai vinto?”, ma: “Ti sei divertito?”. I genitori devono trasmettere esempio, passione, insegnare a impegnarsi al massimo, cercare di dare il massimo. Mia figlia è più determinata di me, io non ho guadagnato una lira, ma non ho rimpianti, appena ho smesso, ho preferito fare la mamma nel modo in cui ritenevo più giusto. Forse dei tempi in cui gareggiava mamma avrei voluto vivere il fermarsi tutte insieme dopo la gara, viaggiare più alla leggera, non dover fare a cazzotti. Avrei volutio finire l’università, ma chissà, magari un giorno, lo farò, non volevo farlo a metà, io le cose le faccio fino in fondo. Ho fatto la giornalista di sci, ma cerco ancora di non scrivere di Federica”.
Non c’è invidia, non c’è paragone, c’è la vera famiglia, una vera madre e una vera figlia, unite dall’amore per lo sport e per lo sci alpino. Bello, toccante, unico, indimenticabile. Grazie, Ninna e Federica.