La voleva a tutti i costi questa gemma che mancava al suo palmares da capogiro e ce l’ha fatta. Djokovic è così, prima o poi va oltre il limite e vince tutto. Ha superato l’operazione al ginocchio in tempi record avvenuta soltanto otto settimane fa raggiungendo nientemeno che la finale ai Championships. Poi, da RoboNole quale è, non solo ha smaltito la delusione della sconfitta contro il fenomeno 21enne Alcaraz ma eccolo che, dopo neanche un mese, con la fame e la voglia di vincere più forte di chiunque altro, consuma il piatto freddo della vendetta “bacchettando” nella finale olimpica lo stesso Carlitos con un chirurgico 7-6(3) 7-6(2) in quasi tre ore di gioco.
Un match intenso, forsennato, lottatissimo, in cui Nole ha offerto una prestazione coi fiocchi. Un marziano. Inconsolabile Carlos Alcaraz che fa fatica a celare la delusione e lo sconforto scoppiando in lacrime dopo il match. Carlos è il più giovane finalista a gareggiare per l’oro dopo che il tennis è stato reinserito tra le gare, nel 1988.
Storico ormai è un aggettivo banale per descrivere Novak. Leggendario, stratosferico e altro ancora, il serbo entra nella rosa dei giganti che hanno realizzato il Career Golden Slam, cioè coloro che hanno trionfato almeno una volta in tutti i major e alle Olimpiadi: gli altri eletti sono Rafael Nadal, André Agassi, Steffi Graf e Serena Williams. Però Novak fa qualcosa in più rispetto agli altri supereroi del tennis poiché, a 37 anni, diventa il più anziano tennista di sempre a vincere l’oro in singolare. Non solo. Novak è l’unico giocatore nella storia ad aver vinto tutte le gare più prestigiose ed importanti: i quattro Slam (24), tutti almeno tre volte; l’oro olimpico (1), le ATP Finals (7), tutti i nove Masters 1000 almeno due volte (40 in tutto) e la Coppa Davis. È il tennista con il maggior numero di settimane alla prima posizione mondiale, 428, e ha terminato la stagione da n. 1 del mondo per ben otto anni.
Certamente la migliore performance finora per il campionissimo serbo che, dall’inizio della stagione, era ancora a digiuno di trofei. “Abbiamo giocato quasi tre ore. È stata una battaglia, una lotta incredbile” ha ammesso Djokovic alla fine dell’incontro, “è solo quando ho ottenuto l’ultimo punto che ho pensato che potevo vincere davvero. Certo, sapevo che avrei potuto vincere, ma lui mi obbliga sempre a produrre il mio miglior tennis. Onestamente sono ancora sotto schock, ci ho messo tutto il mio cuure, il mio corpo, la mia anima, e insieme a me la mia famiglia, per vincere questa medaglia a 37 anni. Ce l’ho fatta!“.
“È molto doloroso perdere nel match di oggi” ha ammesso amareggiato Alcaraz, “Ho avuto le mie opportuità e non sono riuscito a sfruttarle. Novak ha giocato alla grande, si posizionava perfettamente in campo e, nei momenti chiave, ha alzato il livello e ha giocato in modo incredibile. Sono molto deluso ma esco dal campo a testa molto alta, ho dato davvero tutto per lottare per la Spagna. Significava tutto per me e sono orgoglioso di come ho giocato oggi“.
Ricordiamo che sul terzo gradino del podio parigino c’era anche il nostro Lorenzo Musetti, vittorioso sabato contro Auger Aliassime. Giornata storica per tutte e tre le nazioni medagliate: la Serbia vanta il tennista più anziano e il più forte ad aver vinto tutto e più di tutti ; la Spagna il giocatore più giovane della storia a competere in finale per l’oro; l’Italia brilla per il primo tennista a salire nuovamente sul podio dopo 100 anni. E non è ancora finita, in campo, ora, ci sono le nostre Sara e Jasmine…