L’ottavo di finale del torneo ITF di Clermont Ferrand è stato denunciato dalla giocatrice musulmana per alcuni comportamenti antisportivi e razzisti.
Pare che il polverone si sia alzato nel match precedente, ossia al primo turno del torneo, quando il giudice di sedia le ha chiesto di togliersi i leggins (pantaloni elastici lunghi e aderenti) , che indossava in quanto atleta di origine musulmana e proveniente da un paese arabo. “Per lui non potevo giocare, così mi sono rivolta al direttore del torneo, che ovviamente mi ha riferito di poterli indossare.” Nonostante questo, il giudice ha insistito perchè la Al Nabhani li accorciasse, tirandoli su di qualche centimetro. “L’ho dovuto accontentare e così ho giocato”.
La giocatrice dell’Oman si è imposta in tre set e ha avanzato così al turno successivo, nel match che è ora appunto sotto investigazione. Ritiratasi sul punteggio di 5-7, 7-6, 3-0, la Al Nabhani ha denunciato diversi comportamenti offensivi avvenuti nei suoi confronti tramite un video pubblicato sul proprio profilo di Instagram. “L’arbitro parlava continuamente in francese con la mia avversaria a ogni cambio di campo: parlavano e ridevano di me, non so per che cosa.”. Ha proseguito poi dicendo che, nonostante il match si stesse giocando senza raccattapalle, la Georges si è rifiutata più volte di rimuovere le palline dal campo. “nonostante lo abbia fatto presente all’arbitro, mi ha risposto che era un suo diritto e si è rifiutato pure di riferirlo alla mia avversaria.” il comportamento offensivo e antisportivo nei confronti dell’atleta omanita è andato avanti. “La francese continuava a infastidirmi lanciando continuamente una delle palle a rete prima di giocare il punto, apposta. Dopo diverse volte ho chiesto all’arbitro di poter parlare col supervisor, com’è nel mio diritto: mi ha detto di no.” A questo si sono aggiunti altri comportamenti scorretti, come diversi errori commessi dall’arbitro a suo sfavore, facendo anche alcuni over-rule sulle chiamate dei giudici di linea. “Così, gli ho chiesto di stare attento e concentrarsi, e in risposta mi ha dato un warning, mentre alla mia avversaria niente, che pure mi insultava in francese!”
Al terzo set, la Al Nabhani si è ritirata e ha aggiunto di aver avuto problemi anche fuori dal campo con lo staff. Diverse giocatrici presenti sugli spalti al match dovrebbero aver assistito a queste scene e, se opportuno, saranno probabilmente interpellate per prendere un provvedimento. L’ITF ha aperto un’indagine sulla partita. Chiaramente, la giocatrice omanita sostiene che siano state la sua religione e la sua origine a provocare questi brutti comportamenti, ma non si dice spaventata. “Sono musulmana e araba e sono fiera di esserlo. È ingiusto essere trattati così, denuncio tutto quello che è accaduto anche per gli altri giocatori.”
Se tutto sarà confermato, questa sarà una pagina del tennis da cancellare il più in fretta possibile. È totalmente sbagliata, infatti , una disparità di trattamento basata sull’origine o sulla religione di una persona, a maggior ragione nello sport, che dovrebbe essere non solo portatore di valori sani come la sportività e la lealtà, ma anche strumento di integrazione e di solidarietà.
Riccardo Bordino