Interessante incontro-dibattito a Cremona sull’Azionariato popolare nello sport, condotto dal
giornalista Giorgio Barbieri Ospiti al Teatro Monteverdi l’economista dott. Carlo Cottarelli, Pietro
Ghidoni del Consorzio Vanoli Basket (serie A) e il prof. Maurizio Mondoni Presidente dell’A.N.A.O.A.I. sezione di Cremona
Giorgio Barbieri “Senza Sponsor ormai non si va da nessuna parte” Che cos’è l’azionariato popolare?
L’azionariato popolare è una pratica diffusa nel mondo sportivo internazionale e si può definire come una diffusione della proprietà azionaria presso il pubblico dei tifosi, che diventano anche investitori e “dirigenti”.
In pratica le quote delle Società Sportive diventano di proprietà dei tifosi, che possedendo anche una sola azione, hanno la proprietà di una quota azionaria e godono di tutti i diritti e i doveri per legge spettanti al singolo socio.
In Spagna
L’esempio per eccellenza è quello del Barcellona: i soci sono 223 mila, che ogni anno pagano la loro quota (185 euro per gli adulti, 92 euro per gli under 14 e 44 euro per i bambini fino ai cinque anni): un impatto poco significativo sul bilancio del Club, ma una presenza fondamentale nella gestione. Sono i soci, infatti, a eleggere a suffragio universale il nuovo
presidente (con tanto di campagna elettorale, urne e spoglio delle schede), in carica per quattro anni e non eleggibile per più di due mandati consecutivi. Ovviamente, e non potrebbe essere altrimenti, i tifosi non hanno alcun potere decisionale (non sono certo loro a prendere o esonerare un allenatore!): il presidente nomina la junta directiva, ratificata dall’assemblea dei soci, l’organo che poi materialmente gestisce il club. Il FC Barcellona è una Polisportiva e oltre al calcio, ha al suo interno una squadra di basket e una squadra di Pallamano; inoltre si praticano altre attività sportive: atletica leggera (m e f), pattinaggio artistico (m e f), calcio a 5 (m e f), Hockey su ghiaccio (m e f), baseball, pallavolo, rugby a 15, ciclismo.
In Spagna vi sono quattro altri grandi club che applicano questo modello: il Real Madrid, l’Athletic Bilbao , l’Osasuna e il Real Murcia.
In Germania
In Germania, il governo ha approvato nel 1999 la legge del 50%+1: nessun
club di Bundesliga poteva essere di proprietà di un singolo azionista per
più del 50%. Il risultato è che tutti i club, a parte il Bayer Leverkusen di
proprietà dell’omonima azienda farmaceutica, ha azionisti con più del
50%. Il Bayern Monaco, la squadra tedesca più importante e vincente, è
di proprietà per il 9% di Audi, per il 9% di Adidas, per il 9% di Allianz e per
il 73% dei suoi tifosi, ovvero 293 mila soci a salvaguardia del motto del
club, quel «Mia san mia» («Noi siamo noi», in bavarese) che scorre da
sempre nelle loro vene.
La seconda squadra di Amburgo, forte di un giro d’affari pari a 30 milioni
di euro, di uno stadio (il Millerntor) completamente esaurito da sette
stagioni e di un progetto ambizioso di ampliamento dell’impianto
casalingo, è guidato esclusivamente da 15 mila soci (fino a due anni fa
erano 9 mila), che hanno scelto, sin dalla fondazione, il modello
dell’azionariato popolare.
In Inghilterra
L’Inghilterra, il primo paese dove l’azionariato popolare ha davvero
lasciato un’impronta decisiva e duratura. Parliamo, nello specifico, del
Supporters’ Trust. Negli ultimi vent’anni numerosi gruppi di tifosi si sono
associati allo scopo di entrare nella proprietà del proprio club, tanto per
contrastare l’operato del presidente, dopo l’onta del fallimento, quanto
per rinsaldare il legame tra piazza, tifosi, e società.
Senza approfondire i casi estremi, come il Manchester United, club
fondato da zero dai tifosi dissidenti della presidenza americana, citiamo
l’AFC Wimbledon, fallito e rigenerato grazie ai propri tifosi. Questi sono
solo due dei tanti esempi di Community Clubs in cui la maggioranza
societaria è detenuta proprio dai tifosi.
GIORGIO BARBIERI
L’azionariato popolare può salvare lo sport in Italia?
L’azionariato popolare è sbarcato in Italia ed è stata una rivoluzione. Non
più soltanto ricchi presidenti o fondi internazionali interessati a investire
nel calcio, ma anche i tifosi potrebbero presto entrare a far parte di una
società, facendo sentire il loro peso di soci anche per quanto riguarda le
decisioni più importanti e anche per rafforzare legami sempre più
incrinati tra tifosi e club.
In Italia nel 2009 è nata l’Associazione Sportiva Squadramia, che ha
acquisito il 10% della proprietà dell’Associazione Sportiva Dilettantistica
Santarcangelo. L’Associazione Sportiva Squadramia è la prima
Associazione Sportiva senza scopo di lucro in Italia, formata da migliaia di
tifosi in Italia e all’estero, che ha acquistato l’ASD Santarcangelo Calcio
1926, squadra che milita nel campionato di Serie D, Girone D. L’As
Squadramia attualmente detiene il 10% dell’Associazione Sportiva
Dilettantistica Santarcangelo Calcio.
L’apripista dell’azionariato popolare in Serie A nel calcio è stato il Trust
“My Roma” che, attivo dal 2010, è riuscito a comprare una quota di
azioni della società, acquisendo sempre più credibilità nel turbolento
ambiente giallorosso. Se MyRoma è azionista della ASR quotata in borsa,
invece ToroMio, associazione dei tifosi del Torino, vuole promuovere il
confronto tra il club e tutti i protagonisti del passionale ambiente
torinista. Dopo anni di mutuo sostegno, nel 2018 MyRoma, ToroMio e
APA Milan hanno deciso di fare squadra fondando il comitato “Nelle
Origini Il Futuro“, che oggi annovera associazioni di tifosi di Parma,
Modena e Rimini, Cosenza, Sassari Torres e Acireale, Arezzo. La missione
di questa coalizione è la promozione di una proposta di legge che
definisca giuridicamente sia la società sportiva partecipata (“il
contenitore”), sia l’ente di partecipazione di tifosi, battezzato da loro
“Comunità Sportiva”.
Gli altri club di calcio che godono di un azionariato popolare sono
tantissimi e in tutte le categorie.
CARLO COTTARELLI
Carlo Cottarelli ha presentato il progetto Interspac &Azionariato
popolare per salvare l’Inter”
“Contiamo di presentare la nostra proposta a Suning entro due mesi,
entro la fine di novembre. Il nostro obiettivo è quello rafforzare l’Inter. Ci
sono difficoltà: dal coordinare un numero grande di persone nella
gestione del club alla creazione di un modello finanziariamente
sostenibile. Se ci fosse interesse da parte della proprietà dell’Inter sulla
nostra proposta, passeremmo alla fase della raccolta da parte di tifosi e
altre parti interessate". L’ambizione è il controllo della società e se si
raccolgono abbastanza risorse, l’ambizione è di arrivare al controllo
dell’Inter. Il punto fondamentale è capire quanto riusciremo a
raccogliere”.
PIETRO GHIDONI
Nel 2020 è nato il “Consorzio Cremona Basket”, per garantire un futuro
alla Vanoli Basket. Per il 12° anno consecutivo la Vanoli è rimasta in serie
A, grazie all’idea di creare il Consorzio Cremona Basket, promosso da 4
aziende che hanno inteso portare avanti il progetto sportivo, sociale ed
imprenditoriale al fianco della Vanoli. I capofila dell’iniziativa hanno
deciso di unire le forze per provare a garantire a società, città e tifosi la
permanenza nel massimo palcoscenico italiano, spinti da valori comuni
quali sostenibilità, territorio, orgoglio e network. La casa del Consorzio
sarà la nuova e moderna sede di Sapiens di via Stefanoni 1 a Cremona,
con ampie sale dove poter riunire gli imprenditori consorziati durante i
periodici appuntamenti. Le quote avranno come destinazione d’uso la
promozione della ricerca e sviluppo in ambito sportivo.
MAURIZIO MONDONI
Maurizio Mondoni ha preso in esame alcune situazioni di “Consorzi” nel
basket, volley, nel rugby e nella pallanuoto italiana.
Basket
– Virtus Roma nel 2019, aveva lanciato un’operazione di “equity
crowdfunding” con l’obiettivo di raccogliere nuove risorse ed
allargare la partecipazione alla gestione societaria. La campagna non
ha dato i frutti sperati e la Virtus Roma ha rinunciato al campionato;
– l’azionariato popolare della Pallacanestro Varese “Varese nel
cuore“, che ha acquisito l’1% delle quote della Società ed è
un’Associazione senza scopo di lucro aperta ai privati cittadini che
possono aderire versando una quota annuale di 500 (socio gold) o
100 euro (silver);
– dopo il disimpegno della famiglia Benetton a giugno 2012, c’è stato
il tentativo di salvare la Pallacanestro Treviso tramite un azionariato
popolare. L’ex-capitano e recordman di presenze in maglia
biancoverde Riccardo Pittis si è messo a capo del Consorzio Universo
Treviso incaricato di trovare sponsor per mantenere la realtà del
basket a Treviso;
– nell’estate 2019 la Vuelle Pesaro si era salvata all’ultima giornata,
dopo una stagione in cui era stata l’unica senza un “main sponsor”e
l’accordo raggiunto con la Carpegna Prosciutto le aveva permesso di
proseguire anche per il 2020, poi quando tutto lasciava presagire un
auto retrocessione in serie A2, fu l’intervento decisivo della famiglia
Beretta per la permanenza in serie A. Nella stagione 2021-2022, si
continua con Beretta e Carpegna Prosciutto, Presidente Amadori,
ma il futuro a lungo termine è tutto da decifrare;
– a Pistoia (Pistoia Basket serie A2) è nato il “Consorzio Pistoia Basket
City”, a Cantù (serie A2), a Bologna (Fortitudo Bologna serie A) un
Consorzio di imprenditori “Club Fortitudo” ha rilevato il 100% delle
quote del club, a Brescia (Basket Brescia Leonessa serie A) ha
rinnovato l’accordo di sponsorizzazione con molte imprese creando
il Consorzio “Un Canestro per Brescia“, a Trento (serie A) con il
Consorzio Aquila Sport Trentino e la Fondazione Aquila Basket, a
Casale Monferrato (Novipiù JB Monferrato serie A2), a Brindisi
(Libertas Brindisi serie A), dove la formula consortile, abbinata agli
sponsor, è già in atto da tempo.
Volley
Moltissime società maschili e femminili di serie A hanno un Consorzio:
– Ravenna;
– Milano;
– Perugia;
– Civitanova Marche;
– Piacenza;
– Pallavolo Padova (Superlega A1 maschile): azionariato popolare a
partire da 500 € e fidelizzazioni per i tifosi: buoni spesa, palloni e
magliette autografate, ingresso gratuito al Palazzetto in zona VIP,
partecipazione ad eventi organizzati dalla Società, card con vantaggi
in negozi e Ipermercati;
– Vero Volley Monza (serie A1 femminile e Superlega maschile) ha
creato il Consorzio “Vero Volley”.
Rugby
A Parma è nato il Consorzio “Tutela della coppa di Parma IGP” a fianco
delle Zebre Rugby Club”, a Murano con il “Consorzio Promo vetro”, a
fianco della F.I.R.., a Viadana, a Calvisano, a l’Aquila, a Padova, a Rovigo
e in molte altre Società.
Pallanuoto
Azionariato popolare alla Rari Nantes Nuoto Salerno con “Amici Rari”,
alla Pro Recco (serie A1 maschile) con il Consorzio “Focaccia col
formaggio”.
Il “Consorzio di Ricerca Filiera Carni” (CoRFilCarni) appoggia lo sport a
Messina con l’evento più importante del CUSUNIME, lo fa con le carni
siciliane certificate e selezionate dal Consorzio di Ricerca Filiera Carni che
con il Gruppo di Controllo e Certificazione che è l’ente di certificazione
accreditato da Accredia e che opera con strumentazione
tecnologicamente avanzata per qualificare le carni, afferma Vincenzo
Chiofalo presidente del CoRFilCarni.
Conclusioni
Al di là della vittoria dell’Italia del calcio in Euro 2020, la crisi non ha fatto
altro che palesare l’elefante nella stanza: il fallimento del modello
gestionale dello sport italiano, specialmente nel calcio.
Oggi il sistema è vittima di ardite condotte imprenditoriali avallate da un
contesto politico-istituzionale permeato dall’affarismo.
È giunto il momento di ripensare il paradigma sportivo in un’ottica di
sostenibilità economica e responsabilità sociale, riportando al centro
tanto i praticanti quanto i tifosi, vera anima di questo mondo. L’ora è già
scoccata, il ritardo è notevole ma forse non irrecuperabile.
Il romanticismo nel calcio non esiste più da un pezzo, tra cambi di maglia
improvvisi e bandiere ammainate una dietro l'altra. E’ tempo di ridare
spazio ai tifosi vorrebbe dire aprire loro le porte di una casa che per molti
è preziosa come quella della propria famiglia.