Giulio Pellizzari è uno dei ciclisti più grintosi del gruppo. Nonostante abbia soltanto ventuno anni, il giovane marchigiano ha dimostrato di esser una delle promesse più brillanti del movimento tricolore, a caccia di un erede di Vincenzo Nibali nelle corse a tappe. Al primo Giro d’Italia in carriera ha colto un secondo posto di tappa alle spalle del dominatore Tadej Pogacar, un avversario che conosce molto bene trattandosi del suo idolo e di cui vorrebbe seguire le orme.
Come valuta la prima stagione da professionista?
È stato un bell’anno. Ho fatto delle gare importanti raccogliendo grande esperienza. Tutto sommato è andato tutto liscio e questo mi ha reso felice.
Com’è stato l’impatto con i migliori corridori del mondo?
All’inizio è stato necessario prendere un attimo le misure, poi è andato tutto nella norma. Ovviamente si va forte, ma cerchiamo di dare il massimo.
Quanto l’ha aiutata passare in una Professional come la Green Project Bardiani CSF?
È stato il passo giusto visto che il primo anno ho fatto solo gare Under 23, il secondo ho iniziato ad avvicinarmi al professionismo e quest’anno ho corso a tutti gli effetti con gli élite. È stato il percorso perfetto che ha dato i suoi frutti nel corso del 2024.
Si ritiene di esser a tutti gli effetti un uomo per le corse a tappe?
Far classifica in un grande giro credo sia veramente dura, non solo di gambe, ma anche di testa. Quest’anno mi sono divertito nelle tappe quindi, quando potevo, alzavo un po’ il pedale dall’acceleratore. Nelle corse a tappe di una settimana mi sono trovato bene; tuttavia, sono a mio agio anche nelle prove di un giorno.
Dopo il Tour of the Alps molti pensavano che avrebbe potuto far classifica al Giro d’Italia. Quando si è accorto che era prematuro puntare su quest’obiettivo?
Praticamente subito, ad Oropa. Non è mai stato nei miei piani far classifica perché bisogna arrivarci con una certa maturità e ho capito che non dovevo far il passo più lungo della gamba.
Come ha reagito quando sul Monte Pana si è visto superare da Tadej Pogacar?
La gara è gara. Già è stato bello che io fossi in gara, motivo per cui sono stato contento di poter chiudere al secondo posto. E’ stato un bell’inizio di terza settimana che mi ha dato un’importante iniezione di fiducia.
Dove conserva gli occhiali che gli ha regalato Tadej?
Li ho a casa, all’interno di una teca.
Conoscendolo sin da quando era juniores, com’è Tadej dal vivo?
E’ sì forte, ma è anche un ragazzo tranquillo. Oltre a esser un campione, è una bella persona.
Spesso lo abbiamo visto attaccare da lontano. Forse va sistemata la tattica?
Sicuramente in più di qualche gara mi sono fatto prendere dall’istinto. Pian piano sto lavorando per puntare maggiormente al risultato rispetto a regolare spettacolo.
Sta lavorando sulla cronometro?
Ancora no, però c’è da lavorarci parecchio. Non vedo l’ora di iniziare l’anno prossimo.
Il prossimo anno correrà con la Red Bull-Bora-Hansgrohe. Cosa si aspetta?
Dobbiamo capire come sarà composto il calendario, quali gare affronterò così come chi dovrò affiancare. Io farò quello che mi dicono, ma non vedo l’ora di iniziare.
Al Mondiale cosa le è mancato per salire sul podio fra gli Under 23?
Forse c’è stata qualche errore di tattica, motivo per cui quando siamo arrivati nel momento decisivo non avevo più gambe. Ho forse esagerato prima e poi non avevo più le gambe.
Sperava di poter correre direttamente con i professionisti?
Ne avevo parlato con il ct Daniele Bennati, però non ero certo di aver il posto in squadra. Quando invece ne ho parlato con Marino Amadori (il ct della Nazionale Under 23) mi ha fatto capire che sarei servito sicuramente e che forse sarebbe stato meglio non fare il passo più lungo della gamba.
Al Lombardia ha chiuso 14°. Com’è stato l’impatto con la prima Monumento della carriera?
E’ stato sicuramente emozionante, c’era tanto pubblico. E’ stato bel giro in bici, molto lungo, ma al tempo stesso molto emozionante. Penso che me lo ricorderò per molti anni.
C’è una gara che un giorno le piacerebbe vincere?
Il Tour de France, anche se da qualche settimana si è aggiunto anche il Lombardia.