Mi ricordo che nel 1982 l’ultima “legione azzurra” dominò nel mondo dello sport!
Il 1982 fu una stagione indimenticabile per lo sport italiano. Nella calcio, conquistiamo il terzo titolo mondiale. Nel canottaggio, oltre a quello degli Abbagnale, vinciamo altri tre titoli mondiali, nel ciclismo Saronni conquista il titolo iridato nella prova su strada, nel motociclismo, Uncini vince il mondiale nella classe 500 cc., il pentatleta Masala trionfa ai mondiali e le nostre ragazze della scherma fanno lo stesso, Numa e Mazzoni vincono la Coppa del Mondo di fioretto e di spada e conquistiamo un titolo mondiale nella vela femminile. Nell’atletica Gabriella Dorio domina i campionati europei indoor di Milano, Agnese Possamai il Cross delle Nazioni, Alberto Cova vince il titolo europeo nei 10.000 metri e ad Acapulco nel golf terzo posto nella prestigiosa “World Cup” della coppia Baldovino Dassú e Pietro Molteni. E tanti altri successi!
1982: com’era bello essere italiani!
Qualche altro sussulto negli anni seguenti, ma sono passati quasi 30 anni e……..qualche passo indietro lo abbiamo fatto.
Nel 1995 la sentenza Bosman sconvolse il calcio e lo sport in genere: tutto cambiò! Ne conseguì la possibilità, per un giocatore comunitario, di trasferirsi gratuitamente (il cosiddetto ‘parametro zero’) alla scadenza del contratto con il proprio Club e la decadenza delle limitazioni delle Federazioni sul numero dei calciatori dell’UE tesserabili e schierabili. Per il calciomercato è una vera rivoluzione: le società persero potere a vantaggio dei calciatori, che iniziarono a guardare alla scadenza del loro contratto come un’opportunità e a valutare di trasferirsi in un altro campionato senza tanti problemi. In più di un’occasione il mancato rinnovo di un big scatenò aste milionarie tra i Club che fiutarono l’affare di tesserare un giocatore senza pagarne il cartellino (o a pagarlo meno del reale valore se vicino alla scadenza del contratto): tra i protagonisti delle trattative iniziarono a figurare gli intermediari e, mentre i procuratori diventavano sempre più potenti, gli stipendi dei calciatori iniziarono a lievitare. Non solo nel calcio, anche nel basket, nel volley, nel rugby la Legge Bosman rivoluzionò lo sport.
Domanda d’obbligo? Quanti italiani ci sono nelle squadre maschili e femminili del calcio, del basket, del volley nei campionati italiani? Meno male che ci sono i Gruppi Militari, altrimenti saremmo da Terzo Mondo. A dare slancio allo sport italiano meno male che c’è l’apporto degli atleti delle Forze armate (Carabinieri, Aeronautica militare, Esercito, Marina militare, Guardia di finanza) e dei Corpi Civili dello Stato (Vigili del fuoco, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria). L’accordo tra il C.O.N.I. e il Ministero della Difesa ha favorito la crescita dello sport italiano, con gli atleti di rilevanza nazionale che sono messi in condizione di allenarsi in un contesto dedicato alla valorizzazione delle loro qualità. Ma ancora per poco, circolano voci che sta per cambiare anche questo modello! Abbiamo progredito o siamo regrediti?
Le mie considerazioni le “butto” sul tavolo e discutiamone. Vinciamo ancora a livello olimpico, mondiale ed europeo, abbiamo le “stelle”, ma dietro il vuoto assoluto! Perché? Perché non decolliamo?
1) 20 anni fa c’erano più italiani che praticavano sport e più talenti.
2) Il “progetto talento” delle Federazioni Sportive Nazionali questo sconosciuto? Nonostante tutte le promesse fatte dalle Federazioni. E’ meglio prendere uno straniero, un comunitario piuttosto che “creare” i talenti in casa (costano il doppio).
3) Lo sport nella scuola non esiste, il MIUR fa pochissimo per incentivare l’attività motoria e sportiva a scuola. Siamo agli ultimi posti in Europa e nel mondo. Per fortuna che spesso c’è il C.O.N.I. con i progetti, ma è un continuo progettificio! Mai un progetto serio che coinvolga tutto il mondo della scuola.
4) Le ore di E.F. nella scuola: 2 ore nelle Scuole Medie e Superiori, nella Primaria meglio non parlarne! Siamo l’ultima ruota nel carro in Europa e nel mondo.
5) Gli impianti sportivi: pochi e qualcuno fatiscente! Non parliamo delle palestre scolastiche!
6) La formazione degli Istruttori e degli allenatori: siamo molto carenti e non in linea con i programmi europei.
7) Pochi sponsor: gli Sponsor non investono più nello sport. Ci sarà bene un motivo?
8) La cultura sportiva italiana non esiste! O meglio abbiamo perso di vista il significato di cultura sportiva.
9) Il doping: nelle palestre domina, in alcuni sport è presente, le squalifiche “dolci” servono a poco, bisogna radiare!
10) Il C.O.N.I. si è trasformato in “Sport e Salute”, ma quale salute?
11) Nel rugby maschile abbiamo collezionato l’ennesima sconfitta nel “6 Nazioni”, meno male che nel rugby femminile ci difendiamo bene!
12) Nel tennis sono finiti i tempi della Pennetta, Vinci, Errani e Schiavone, ora ci barcameniamo in Coppa Davis nei maschi con Berrettini, Bolelli, Fognini e in Coppa Fed con le femmine Meno male che c’è Sinner!
13) Nel nuoto i tempi di Calligaris, Lamberti, Fioravanti, Brambilla, Rosolino e Magnini sono lontani. A livello maschile in evidenza Paltrinieri e Detti e nel femminile Pallegrini, Quadrella e la ranista Benedetta Pilato. Nei tuffi speriamo nel ritorno di Cagnotto e Dallapè! Nel sincronizzato qualche bagliore di luce, ci difendiamo molto nel nuoto in acque libere. Nella pallanuoto femminile dopo i bagliori del “setterosa” caduta verticale, meno male che ci salva il “settebello”.
14) Nella scherma siamo ancora ai vertici mondiali a livello femminile con Di Francesca, Errigo, Volpi, Palombo, Fiamingo, Isola, Clerici, Navarria e a livello maschile con Garozzo, Foconi, Cassarà, Avola.
15) Nella ginnastica artistica e nella ginnastica ritmica siamo ai vertici europei e mondiali. La base è molto larga, ma la selezione è durissima. Le “farfalle” sono il distintivo d’oro dell’Italia nel mondo.
16) Nella canoa sono finiti i tempi di Rossi, Bonomi e Scarpa, il CT Oreste Perri sta ricostruendo dalle ceneri!
17) Nel canottaggio siamo ancora ai vertici mondiali, ci difendiamo su quasi tutte le barche, meno che sull’ammiraglia! L’8.
18) Nel volley femminile e nel volley maschile (sport dilettantistici) molti sono gli/le stranieri/e nel massimo campionato e pochi gli italiani, comunque le 2 squadre si qualificano per i Giochi Olimpici di Tokyo.
19) Nel basket (sport professionistico) a 22 anni dal primo campionato maschile post Bosman la F.I.P. finalmente ha deciso che a referto ci possano essere 6 stranieri e 6 italiani (12 giocatori), oppure 5 + 5 (10 giocatori. Meno male che è sparita la distinzione tra extracomunitari e comunitari, comunque sono più gli stranieri e i comunitari che giocano in serie A che gli italiani. A che cosa serve cantare l’inno italiano se non lo canta nessuno. Abbiamo espresso talenti di livello N.B.A. quali Gallinari, Bellinelli, Datome, Melli e non riusciamo a creare i talenti in casa!
20) Nel motociclismo ci difendiamo con Valentino Rossi e Dovizioso, nell’automobilismo non produciamo più piloti di classe.
21) Nel karate, nel sollevamento pesi (dopo Oberburger?), nel judo (dopo Pierantozzi, Giovinazzo, Scapin, Gamba, Maddaloni. chi c’è?), nel taekwondo dopo Molfetta, Sarmiento, Basile e Calabrese chi c’è?, nella lotta dopo Maenza e Pollio chi c’è?
22) Nel tiro a volo? Dopo Pellielo, Cainero, D’Aniello e Iessica Rossi chi c’è?
23) Nel tiro a segno? Dopo Di Donna e Campriani chi c’è?
24) Nel tiro con l’arco? Dopo Galiazzo e Frangilli chi c’è?
25) Nel baseball e softball? Non fanno parte della nostra cultura, poche squadre, molti oriundi, poco spazio sui Media.
26) Nella pallamano poche sono le squadre che partecipano al massimo campionato nazionale. Perché? Perché non uno sport nazionale!
27) Nell’atletica leggera? Non vinciamo più, qualche medaglietta nella marcia e nulla più. Il progetto talenti?
28) Nel calcio? Quanti sono gli italiani di livello nelle squadre di serie A e serie B? E quanti sono i giovani emergenti?
29) Nel pugilato non vinciamo più!
30) Nello sci nautico, qualche giovane in evidenza.
31) Nel triathlon, nell’orienteering, nella vela poche notizie.
32) Nel pattinaggio a rotelle vinciamo a livello europeo e mondiale in pista e su strada. Nel pattinaggio artistico? Aurea mediocrità. Nell’hockey a squadre maschile dopo i trionfi a livello europeo periodo di stasi.
33) Nella motonautica (sport molto costoso) se non ci sono gli sponsor non si progredisce!
34) Nelle bocce maschili e femminili dominiamo a livello europeo.
35) Nel pattinaggio su ghiaccio? Dopo i trionfi di Torino ai Giochi Olimpici Invernali, cosa è stato fatto? Meno male che è tornata la Fontana!
36) Nella mountainbike? Aurea mediocrità!
37) Nello sci ci siamo a livello mondiale con Paris tra i maschi e con la “valanga rosa” delle Brignone, Goggia, Bassino e Curtoni.
38) Nel bob sono finiti i tempi del “rosso volante”. Gli impianti di Torino dopo le Olimpiadi dove sono finiti? E lo slittino? Il curling? L’hockey su ghiaccio?
39) Nel ciclismo su strada crescono i nuovi emergenti e in grande ascesa il ciclismo in pista maschile e femminile.
40) Nell’equitazione? Dopo di fratelli D’Inzeo il vuoto!
41) Meno male che c’è il cricket? I giocatori di cricket nati in Italia da genitori stranieri possono rappresentare la nazionale italiana anche se non hanno la cittadinanza o se vi risiedono da almeno 7 anni (o da 4 se vogliono giocare nella formazione giovanile). I figli degli immigrati che sono nati in Italia, almeno sul campo da cricket, vengono considerati italiani molto prima della legge italiana. È così dal 2003, quando la Federazione italiana di cricket è stato il primo organismo sportivo a riconoscere parità di diritti ai suoi atleti in base alla nascita, anticipando ciò che dovrebbe avvenire in politica e catapultando il dibattito sull’immigrazione in Italia fuori dal campo sportivo, ai vertici dell’agenda politica. Il processo messo in moto in Italia dal secondo sport più praticato al mondo potrebbe definirsi di “auto-integrazione culturale”; questo non sta solamente facilitando l’assimilazione degli stranieri all’interno della società italiana, tanto formalmente quanto nella vita di tutti i giorni, ma sta anche superando i limiti della burocrazia. Oggi la nazionale italiana di cricket è composta da giocatori italiani, ma anche da oriundi australiani e sud africani, oltre a srilankesi, e pachistani naturalizzati italiani. Proprio come avvenne con il rugby circa 25 anni fa, gli immigrati rappresentano l’Italia del cricket, ne cantano l’inno e competono nei tornei internazionali. La scorsa estate la nazionale ha vinto i campionati europei, mostrando il successo di un esperimento sociale in cui italiani e stranieri di diverse nazionalità abitano insieme, dando per scontato che lo si possa fare a prescindere da cultura, etnia e religione. E i nostri indigeni?
E ora?
Nel 2017, sono stimate in oltre 20 milioni le persone che dichiarano di praticare uno o più sport con continuità (24,4%) o saltuariamente (9,8%); l’incidenza dei praticanti sulla popolazione di 3 anni e più è pari al 34,3%. Il 26,5% della popolazione non pratica uno sport ma svolge attività fisica, come fare lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta, giardinaggio, i sedentari, ossia coloro che dichiarano di non praticare alcuno sport o attività fisica nel tempo libero, sono oltre 23 milioni (39,1% della popolazione) e aumentano con l’età fino ad arrivare a quasi la metà della popolazione di 65 anni e più”. Nel 2020 non sono in grado di fornire dati certi, ma purtroppo penso che siamo peggiorati.
Questa è la situazione in Italia!
Come possiamo progredire??????