Matteo Berrettini è quello che finora ci è andato più vicino, con la storica finale di Wimbledon 2021, persa peraltro contro Novak Djokovic, ma il suo futuro immediato è nebuloso dopo l’ennesimo infortunio; Jannik Sinner, ad appena 21 anni ha già toccato i quarti in tutti gli Slam, anche se a Roma e Parigi ha subito le aspettative, deludendo per primo se stesso; Lorenzo Sonego ha mostrato altri straordinari progressi, confermandosi il miglior esempio di atleta ma, a 28 anni, dopo essere partito un po’ tardi, forse non gli si può chiedere di guadagnare un fisico da top 10; Lorenzo Musetti che incanta coi suoi lampi di fantasia ha cambiato marcia negli ultimi mesi, come già l’anno scorso, ma manca di continuità e concretezza, e contro i big nei grandi tornei colleziona applausi e pacche sulle spalle, ma non risultati che gli cambino la vita. Così la generazione d’oro del Rinascimento italiano si lecca le ferite e lascia il Roland Garros già all’alba della seconda settimana.
FISICO
Sonego ha rimontato il numero 7 del mondo Rublev e, contro l’11, Khachanov, ha comandato per un set e mezzo, è rimato attaccato a KK e, pur con la lingua di fuori e continui, disperati, sguardi verso mastro Gipo Arbino, è stato avanti fino al 4-0 e poi 5-3 al tie-break del terzo set che poteva sconvolgere la mente già offuscata del russo. Ahilui, nel momento topico s’è trovato col serbatoio in rosso (“Fisicamente non ne avevo più, ho dato tutto”) e, insieme agli adduttori, ha perso la lucidità e il match per 1-6 6-4 7-6 6-1. Come dimenticare la standing ovation del Suzanne Lenglen”? “Ho qualche rimpianto. Non basta giocare un gran tennis a questo livello, il cuore non è sufficiente contro questi avversari. Ho fatto grandi passi avanti e so che anche tecnicamente mi sto avvicinando molto ai migliori ma a livello fisico ho grandi margini di miglioramento. Dopo aver giocato 5 set con Rublev devo riuscire a mantenere quella forma fisica e quella lucidità anche nelle partite successive senza avere cali”.
FUGA
E’ più deluso l’altro Lorenzo, Musetti, che è stato competitivo appena 11 minuti fino al 2-0 contro il numero 1 del mondo Alcaraz. “Fra tutte le cose he potevo fare ho fatto quelle che non dovevo, troppe cavolate, ho avuto un atteggiamento non propositivo. Invece di lottare ho scelto la via più facile e mi sono lasciato andare, la prossima volta farò quella più faticosa che mi darà i miei frutti per prendermi la rivincita”. Il 6-3 6-2 6-2 è una mazzata per il 21enne di Carrara che, dopo le belle prove con Schevchenko e Norrie, pensava di partire alla pari anche nella tattica (“dritto contro rovescio: chi prende prima l’iniziativa vince”) contro il formidabile 20enne spagnolo che aveva battuto nell’unico precedente nella finale di Amburgo dell’anno scorso. “Da allora siamo migliorati tutti e due, lui nel frattempo ha preso tantissima fiducia vincendo uno Slam. Mentre io dovrei avere più consapevolezza di me stesso. Spero che mi serva di lezione”. Dopo il semaforo rosso di Parigi, l’Italia già vede verde, Wimbledon.
Vincenzo Martucci (tratta da il messaggero del 6 giugno 2023)