A vederla così debole, vulnerabile, fragile, svilita in tutta la sua potenza non sembra più lei, la Venus del tennis, la prima super-atleta, che quando apparve sulla scena, nel 1994, faceva davvero paura per come risolveva gli scambi con uno-due, al massimo tre cazzotti. Sorry, colpi di maglio: servizio, dritto e una spallata da fondo, semmai una veloce volata a rete, con quei tentacoli lunghissimi, gambe e braccia che coprivano il cielo intero della malcapitata avversari. Oggi, invece, a vederla arrancare, senza gambe – al di là dell’ultimo infortunio già a inizio match, è chiaro che non è in condizioni fisiche accettabili – Venus Williams è solo una lontana parente dell’ex numero 1 del mondo, che ha firmato 49 tornei di singolare fra cui 7 Slam, senza contare l’epopea in doppio insieme alla ancor più famosa sorellina, Serena.
I 43 anni, compiuti il 17 giugno, si vedono eccome: la statunitense, priva delle sue magiche molle, non può spingere tutti i pistoni del suo magnifico motore, e si fa troppo spesso sorprendere dal contropiede e dalle traiettorie beffarde di quella volpe di Elina Svitolina. E così lascia subito il suo torneo, i Championships che ha firmato soltanto 5 volte perché all’inizio del dualismo con la congiunta le lasciato un paio di volte via libera come voleva il famoso papà Richard. Interpretato al meglio da Will Smith e identificato dal regista nell’omonimo film, forse il più veritiero di tennis di sempre.
STORIA
La sosia di Venus Williams non ha tenuto botta davanti alla storia delle 24 presenze a Wimbledon (92 Slam), dal debutto del 1997, quando ben 53 delle partecipanti all’edizione in corso non erano ancora nate, e la sua ultima avversaria, Svitolina, aveva appena 2 anni. Da cui si spiega la faccia corrucciata, forse sinceramente dispiaciuta della signora Monfils, per l’epilogo decretato dall’arbitro dopo una palla giudicata male da Venus. Comunque i 43 non sarebbero stati record: è stata appena la quarta più anziana a presentarsi al via ai Championships dopo Betty Pratt (1968), Martina Navratilova (2004) e Kimiko Date (2014), e a Wimbledon 2004, la mitica Navratilova ha fissato a 47 anni il record della più vincitrice di un match più agé nel Tempio, contro Catalina Castaño per 6-0 6-1.
CARATTERE
Al di là dei numeri e degli acciacchi, di quella classifica di numero 554 del mondo che per una ex numero 1 hanno un altro significato, Venus non mollerà subito. Serena le ha tolto fama, soldi ed allori sul campo e fuori le ha rubato anche l’idea di prima moglie e mamma delle figlie di papà Richard e mamma Oracene, così lei pensa di rifarsi prima o poi con la racchetta in pugno. “Giocherò fino ai 50”, ha minacciato alla vigilia dei Championships per segnare la storia almeno lì. Sostiene che gioca per “divertimento”, che non accusa il nervosismo ma “l’eccitazione”. Fiera soprattutto della svolta del 2007 a Wimbledon, con la parità di premi uomini-donne, cui ha contribuito. Venus è testarda e non vuole arrendersi agli infortuni che comunque la perseguitano da anni: “Ultimamente non ho giocato granché. Anche all’ultimo Wimbledon volevo esserci e non ce l’ho fatta e mi sono rifatta male a inizio stagione, è stato un incubo ma mi sono messa a testa sotto al lavoro, ho dovuto affrontare la vita come altre volte, perché spesso poi ne sono venuta fuori al massimo”. Ma anche stavolta, nella seconda parte della carriera, è rimasta delusa da se stessa: “Mi sentivo prontai stavo giocando benissimo, non mi sembra vero che mi sono fatta ancora male”. E chi se ne frega, sostanzialmente delle giovani rivali, a cominciare da Coco Gauff – l’ultima erede designata dai media – che la vedono come una ispiratrice. Il messaggio è chiaro: “Non so come faccio a motivarmi, sono solo me stessa, vivo la mia vita nel miglior modo possibile, sono un lottatrice. È quello che faccio per vivere. Oggi mi faceva male, mi muovevo male, ma non ho mai pensato al ritiro, facevo quello che potevo e intanto pensavo a come trovare un modo di vincere comunque”.
Ma senza gambe, senza quelle bellissime, formidabili, gambe dove va? Appuntamento agli US Open
(tratto da supertennis.tv)