Partite a tutta Martina Trevisan e Iga Swiatek, nei loro match in contemporanea. Dopo appena 24 minuti la polacca ha chiuso il primo set con un severo, ma giusto, 6/1 inflitto a Simona Halep. A suon di vincenti, ben 17 contro i 4 di Halep, e di un ottimo servizio. Lei sempre aggressiva, Halep mai. Martina si è issata sul 5/1 con possibilità di servire per il set ma
un po’ di fretta da parte dell’azzurra, più che meriti di Kiki, portano il punteggio sul 4/5. È il coraggio di Martina a regalarle il set, proprio quando Bertens sembrava ormai prossima al pareggio.
Non cambia il copione nel secondo set di Swiatek, anche perché la sua palla oggi viaggia al doppio della velocità rispetto a quella di Halep. Lo scorso anno la diciottenne aveva subito una dura lezione da Simona, racimolando un solo game. La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Halep sperava in un calo fisiologico di Iga e dei suoi vincenti, per allungare il match e metterlo sulla resistenza. Non ne ha avuto tempo, è stata travolta.
Trevisan ha avuto la palla del 4/0 nel secondo set, ma ancora una volta la fretta l’ha riportata in parità. Poi avanti per la sua strada, con serenità, intelligenza, e ancora il coraggio di chi è in campo a giocarsi tutto per tutto senza rimpianti e col sorriso. Doppio 6/4 e quarti di finale martedì proprio contro Swiatek.
Non poteva andare diversamente il match di Nadal. Giocare sul Philippe Chatrier contro Rafa è, a detta dello stesso Federer, la situazione più dura che possa capitare a un tennista. Si aggiunga che il giovanissimo Sebastian era al suo debutto assoluto nel Roland, che la giornata era molto ventosa, e non servono altri ingredienti per spiegare il risultato. Nadal al Roland Garros: 97 vittorie, 2 sconfitte. Inchino, signori.
Ci si aspettava un andamento ben diverso del match di Zverev con Sinner. Vero che Alex è involuto, mentalmente, tantissimo rispetto al giocatore che vinse le ATP Finals, ma è pur sempre un top ten, finalista allo US Open ( ed è stato a un soffio dal vincerlo).
Ma dato che il tennis è “una partita a scacchi che si gioca correndo”, per citare David Foster Wallace, non stupisce che la lucidità e il sangue freddo di Jannick abbiano fatto la differenza. Alex ha provato solo un braccio di ferro da fondo campo, ma con un dritto così falloso era troppo menomato. Sinner ha fatto esattamente il doppio dei vincenti e la metà degli errori di Zverev. Non gli ha lasciato scampo.
Nella classifica live è numero 46 del mondo, grazie a questo straordinario quarto di finale al debutto al Roland Garros.
Il beniamino di casa Hugo Gaston, trascinato dal poco ma scatenato pubblico a suo favore, sotto il tetto del Chatrier, costringe Thiem agli straordinari. Senza alcun timore reverenziale, ha proposto il suo gioco, ha divertito, a suon di chop e variazioni. Dopo i primi due set, vinti da Thiem pur non giocando bene, l’austriaco ha forse sottovalutato il pericolo – Wawrinka docet- e si è trovato in un’ora due set pari.
Hugo l’ha mandato in bambola. Certo è che anche le energie spese con continui scatti a rette per recuperare (male) le decine di palle corte di Gaston non hanno aiutato. A fine quarto set, la sensazione era che Thiem fosse in tilt psicofisica. Ha approfittato di un leggero calo di Gaston nel quinto, ma il 6/3 con cui ha chiuso il match è bugiardo. L’austriaco incontrerà Diego Schwartzman in un quarto di finale in cui partirà favorito, ma che potrebbe regalare altre sorprese.
A differenza, purtroppo, di quanto visto nell’ottavo tra l’argentino e Lorenzo Sonego.
Un match a senso unico, con il top spin di Lorenzo che ha sempre perso la battaglia con i colpi più penetranti di Diego. Non hanno funzionato nemmeno le palle corte, spesso lette in anticipo dall’avversario. Qualche problema al polso per Sonego, che ha richiesto un medical time out, ha forse accelerato la sconfitta. Un risultato che era nel pronostico ma che è maturato purtroppo anche grazie ad una prestazione opaca dell’italiano.
Silvia Aresi
(foto di Paolo Pizzi. Archivio sportsenators.it)