Una delle tante e forse troppe serate dedicate e dalla televisione al calcio mi ha fatto venire in mente un pensiero di quelli che sembrano ispirati da una lucida follia. Il titolo di questa elucubrazione potrebbe essere: la Juve ha un disperato bisogno di perdere. Prima di chiamare l’ambulanza, statemi a sentire: l’altra sera la curva dello stadio juventino che scontava la squalifica per alcuni cori non esattamente edificanti, era stata riempita con qualche migliaio di ragazzi, alcuni dei quali, in verità, perfettamente allineati con i genitori squalificati.
Ma il punto non è questo. La cosa che vorrei evidenziare è la natura assolutamente unica di quella generazione da stadio. La Juve ha vinto gli ultimi sette scudetti, evento mai verificatosi nella storia del calcio italiano. Una supremazia quasi sempre schiacciante al di là delle facili ironie con i favori arbitrali che adesso non hanno più senso con l’introduzione del Var. Tutto questo significa che migliaia di ragazzi che tifano Juve in tutta la Penisola, conoscono solo la Juve che vince sempre e ovunque.
Non so che gusto ci sia a vincere sempre. Per me, tifoso della Roma, è una sensazione sconosciuta e comunque mi tengo stretto i ricordi struggenti delle poche vittorie e delle tante sconfitte, alcune delle quali romanzesche. Ma sono curioso di vedere come reagirà questa generazione di fenomeni alla prima sconfitta, diciamo pure al primo scudetto scucito. Credo e spero che farà bene al loro equilibrio. E giro questa riflessione al più competente e onesto juventinologo che conosca: Roberto Beccantini,
Enrico Maida