Sì, lo so, non è giusto. Anzi, è terribilmente sbagliato trasferire i propri sogni sui figli. Ma ci sono anche genitori ex atleti professionisti, bravi, bravissimi, ideali, schivi e affatto ingombranti, che non mettono alcuna pressione sulle “piume delle loro piume” ma non solo vincono attraverso i figli, ma si prendono rivincite indirette sui rivali di quando i protagonisti dello sport erano loro. Petr Korda, ad esempio, il lungagnone dell’ex Cecoslovacchia che era stato raccattapalle del grande Ivan Lendl in coppa Davis, sulla scia di “Ivan il terribile”, era diventato professionista delle racchette anche lui, era andato in finale al Roland Garros nel 1992, aveva conquistato uno Slam agli Australian Open 1998 salendo fino al numero 2 del mondo con dieci titoli Atp in bacheca.
Ma era rimasto comunque nell’ombra del suo ero, che di titoli ne ha firmati 94, compresi 8 Slam e 5 Masters, ed è salito al numero 1 della classifica. La carriera di Petr Korda, poi, è stata macchiata, a Wimbledon di quel magico 1998, da un test positivo all’antidoping, con conseguente squalifica di un anno e abbandono precoce dell’agonismo. Così da dedicarsi con la bella moglie, l’ex collega Regina Rajchrtova, ai figli, Jessica, Nelly e Sebastian. Grazie al bottino di oltre dieci milioni di dollari di premi ufficiali sull’atb Tour, Petr si è trasferito come il suo idolo Lendl negli Stati Uniti, non ha spinto i figli verso il tennis, le ragazze si sono dedicate al golf e l’erede ha dovuto insistere parecchio prima di convincere il papà ex campione che si sarebbe davvero sacrificato per raggiungere i suoi obiettivi con la racchetta nello sport del padre. Morale: Jessica, oggi 25enne, è diventata golfista professionista, a 15 anni, ha chiuso al 19° posto l’Us Open 2008, con papà come caddy, e ha già conquistato 5 titoli LPGA, Nelly, che ha 20 anni, ha disputato lo stesso Major, nel 2013, ad appena 14 anni, come più giovane in gara, sempre con Petr come portaborse.
E, in attesa che il 17enne Sebastian esploda anche fra i pro del tennis, dopo aver vinto a gennaio, gli Australian Open under 18, proprio Nelly ha portato anche lei un alloro sportivo importante in famiglia dopo i famosi genitori e la sorella: a Taipei, si è aggiudicata il primo titolo LPGA precedendo con 275 (-13) di due colpi, l’australiana Minjee Lee e di tre la connazionale Ryann O’Toole. Il suo primo pensiero è andato alla sorella maggiore, cui è attaccatissima, che ha raggiunto su FaceTime: “Mi ha detto quanta fosse orgogliosa e piangeva forse più di me, abbiamo un forte legame, quasi inimmaginabile, è la mia migliore amica, ha accompagnato ogni mio passo, conosce perfettamente cos’ho passato quest’anno”. Perché Nelly era andata già a un passo dal competere il tabù sul tour principale a marzo a Singapore, ma è stata beffata dall’ultimo giro-giro-record di Michelle Wie e la sorella Jessica era stata la prima a consolarla, abbracciandola davanti a tutti. Jessica che, quest’anno, si è dovuta operare alla mascella e, pur conquistando il quinto titolo Lpga, ha ancora problemi fisici. Tanto da doversi sottoporre tuttora a una dieta liquida. Ma ha dovuto sostenere anche la piccola Nelly che, ad inizio stagione alle Bahamas ha accusato problemi di stomaco, a Singapore è andata avanti a solo pane bianco e ad aprile a San Francisco ha accusato crampi talmente violenti da impedirle anche di camminare, costringendola al ritiro già alla pro-am. Finché non le è stato diagnosticato il “Clostridium difficile”, più comunemente conosciuto come “C. diff.”.
Che la limita, ma non le ha impedito di vincere a Taipei. Da cui il suo commento a caldo: “Sinceramente, non riesco ad esprimere a parole tutta la mia felicità. E’ di sicuro uno dei giorni più belli della mia vita. Posso togliere dalla lista dei desideri il primo titolo pro, qualcosa che avevo sognato sin dal primo momento che ho cominciato a giocare”. Le due Korda sono salite al numero 16 (Jessica) e 17 (Nelly) del mondo, diventando la terza coppia di sorelle ad aggiudicarsi un titolo LPGA, dopo Annika (72 successi) e Charlotta Sorenstam (uno) ed Ariya (10 urrà) e Moryia Jutanguarn (uno). Sinceramente, il nostro pensiero non va al record, né all’augurio che Nelly non si fermi a un solo titolo e allarghi la sua collezione, superando completamente i problemi fisici. Il pensiero va a Ivan Lendl, sempre così totale nelle sue passioni, sempre così determinato, che, però, da tennista, non ha mai stato il tabù Wimbledon (malgrado due finali), e, da golfista, non è riuscito a qualificarsi all’Us Open Seniors, sforzandosi talmente tanto da doversi operare al gomito ed abbandonare l’ultimo suo pupillo, Sascha Zverev, nella scalata ai vertici del tennis.
Di più: ha avuto cinque figlie, Isabelle, Marika, Daniela, Caroline, Nikola, che ha spinto al golf perché non ciondolassero in qualche centro commerciale. Ma, dopo qualche bella prova giovanile, di loro si sente parlare solo dai twitter che Daniela cinguetta per l’amica Nelly. Sì, non è giusto, anzi, è sbagliatissimo anche solo pensarlo, ma stavolta, attraverso i figli, Petr Korda ha superato il suo eroe, Ivan Lendl.