Il fascino del bad boy è misterioso, rappresenta un pò tutto ciò che non si dovrebbe desiderare e poi ci si lascia catturare. Insomma, quando lo vedi, ti fa venire i brividi almeno una volta nella vita.
Ma perché i bad boys sono più affascinanti?
Sono fisicamente più attraenti.
Il cinema e la telvisione li esaltano.
In campo “si esibiscono” e gli spettatori impazziscono per loro.
Nelle interviste ti entusiasmano e ti coinvolgono.
Un bad boy:
è una persona forte, che sà quello che cerca e che continua, imperterrito, per la sua strada;
ha fiducia in sé, crede nelle sue capacità, le esprime in ogni gesto e in ogni cosa che fa. Egli sà di essere bravo in determinate cose e le fa;
prende dei rischi, fà delle scelte e per questo è premiato… dall’attrazione di molti;
è un leader.
E nello sport chi sono i bad boys?
A volte, anche nello sport salgono alla ribalta figure in grado di incantare nel gioco, ma di deludere nella vita. Sono i famigerati “bad boys”, che, proprio attirando l’attenzione dei giovani, in quanto vincenti, fanno credere ai fans che il loro comportamento, nel “privato”, sia ugualmente vincente.
Ho cercato negli annali dello sport i bad boys sportivi che incarnanno di più la figura del BAD……… a cui certo non ispirarsi!
Potrebbero essere i protagonisti del film “Bad Boys” interpretato da Will Smith e Martin Lawrence, ma non lo sono.
Sono invece tutti quegli sportivi da cui prendere esempio sarebbe una cosa sbagliata, sono quegli sportivi con uno stile di vita sfrenato e senza limiti.
Dopo lunghe ricerche sui bad boys, ecco che cosa ho trovato nel motociclismo.
Romano Fenati. La mano del … centauro. Quel gesto durante il GP di San Marino di Moto2 ai danni di Stefano Manzi è stato visto in mondovisione e non lascia margini di interpretazione. Togliere la mano dal proprio manubrio per tirare la leva del freno anteriore ad un avversario, ad una velocità da paura, non può essere perdonato. Neppure per qualche scaramuccia e sportellata che si possa aver subito in gara. Ma Fenati non è nuovo a gesti sconsiderati, infatti nel 2015 in Argentina, durante il “warm up” rifilò un calcione in corsa ai danni di Ajo dopo un battibecco. Talento focoso, un istintivo, un bad boy della moto!
Marc Marquez. Campione del mondo, traiettorie da urlo, frenata con un solo dito, ma a volte anche “colpi di testa” ai limiti della correttezza e oltre. La sua più grande colpa è stata quella di far saltare un mondiale e i nervi a Valentino Rossi per un “biscottone spagnolo”. In Argentina ha incanalato una serie di speronamenti pazzeschi a spese di Dovizioso, Vinales, Espargaro e ancora una volta di Valentino Rossi, finito sull’erba e caduto. Un duello ai limiti della regolarità! Bad!
Anthony West. Il gringo australiano della Kawasaki, sorrisetto furbo, gran fisico da centauro e appassionato di “ombrelline” sembra esser particolarmente allergico all’art. 7.9 della FIM che vieta l’uso di sostanze eccitanti e dopanti. E’ stato sospeso a seguito di esami che hanno riscontrato una sostanza stimolante non consentita., già nell 2013 era stato squalificato 18 mesi per un episodio simile. Sconvolgente!
Per non parlare dell’automobilismo.
Max Verstappen. Talentuoso e molto indisciplinato. Si dice che le penalità inflittegli siano fin troppo “accomodanti” e che la FIA con lui sia troppo indulgente. Scatena sempre polemiche, irruento, sregolato, non guarda in faccia a nessuno, neppure al compagno di squadra Ricciardo. I suoi doppi cambi di direzione, vietati dal regolamento, al GP di Baku hanno provocato un “crash” che li ha mandati entrambi KO. Max delle regole a volte se ne infischia. Sarà anche il fascino dei “cattivi ragazzi” di talento che pensano sempre di aver ragione, ma la sua irriverenza non propende a suo vantaggio, ma quando fa o subisce un sorpasso, lo spettacolo è assicurato!
Kimi Raikkonen. Anche Kimi, finlandese di ghiaccio, ultimo campione del mondo con la Ferrari nel 2007, entra nella lista dei bad boys e…… lo hanno giudicato “cattivo” anche gli addetti ai lavori del Team del Cavallino Rosso visto che hanno deciso di non continuare la collaborazione sportiva con il pilota. La sua voglia di vincere, di fare il pilota ed il professionista fino in fondo senza guardare in faccia a classifiche, lo ha penalizzato.
Fernando Alonso. Caliente e un po’ pasticcione, ma comunque “top driver”, Fernando ha un carattere fumantino, Nelson Piquet l’ha definito un “piantagrane”, dopo l’episodio di Singapore del 2009 che coinvolse Piquet Jr.. Con la Ferrari ha sfiorato il titolo mondiale, con la Renault lo ha vinto, il suo lato peggiore di bad boy sembra che lo dia ai box.
E che dire dei bad boys del calcio?
Antonio Cassano. Oltre a essere stato uno dei giocatori più talentuosi del calcio italiano contemporaneo, ha fatto parlare di sè per i suoi comportamenti poco ortodossi, che il suo ex allenatore alla Roma Fabio Capello chiamò “cassanate”. Quante “cassanate” ha combinato nella sua carriera Fantantonio? Una ventina!
Il “portabandiera” della categoria dei bad boys si chiama Mario Balotelli. Il calciatore che attualmente milita tra le fila del Brescia, è noto per aver fin da giovanissimo messo in mostra un talento raro. Il problema di Super Mario è forse quello di non essere mai riuscito a valorizzarlo davvero! Tanto che in “suo onore” è stato coniato il termine “balotellata”, proprio per definire qualsiasi azione fatta senza usare la testa in modo coscienzioso.
Douglas Costa. Il centrocampista brasiliano, alla Juve si è reso protagonista di un gesto davvero brutto e inaccettabile, nel 2018, durante la partita Juventus-Sassuolo, ha sputato in faccia a Di Francesco, giustificandosi di aver in tal modo reagito alle offese dell’avversario. Bad boy per eccellenza!
Zlatan Ibrahimovic. Ibra è uno che l’X factor ce l’ha tatuato nel DNA. E’ l’attaccante completo che tutti vorrebbero nel proprio Club. Il suo gioco acrobatico fatto di forza e potenza ne fa uno degli attaccanti più forti degli ultimi tempi. Schietto, diretto, ci ha regalato tante perle e non solo calcistiche. E’ vero che ne ha prese tante in campo ma certo ne ha anche date, l’ultimo schiaffo rifilato con la maglia dei Los Angeles Galaxy all’avversario del Montreal Impact gli è costato un rosso diretto per comportamento violento. E appena arrivato al Milan ha subito dichiarato “sono più cattivo di prima!”
Sergio Ramos. Difensore del Real Madrid e della nazionale spagnola. In campo è uno tosto, rude, tecnicamente dotato e in una finale di Champions League, il suo fallo su Salah, è sembrato tutt’altro che involontario; ha provocato un infortunio alla spalla e ha costretto ad una uscita obbligata l’attaccante del Liverpool che senz’altro ha condizionato la partita. La sua risatina beccata dalle telecamere lascia dubbi sul fair-play questa volta. Bad, bad boy!
Diego Armando Maradona. Il mito del calcio vivente, colui che per i napoletani è come un dio e il cui stile di vita non è da imitare. Dipendente da cocaina, figli illegittimi, debiti con il fisco, una vita spericolata, amicizie con i boss della camorra napoletana, eccessi alimentari che lo hanno condotto quasi alla morte: insomma una vita tranquilla come cantava Tricarico. Bad!
Luis Suarez. Il Bad Boy che cerca con tutte le forze di essere buono, per ben tre volte l’attaccante uruguaiano è stato protagonista di un attacco a un avversario. Suarez è famoso sia per le sue doti di grande calciatore, ma anche per aver morso in campo più volte un avversario. E’ successo per ben tre volte: nel 2010 in un Ajax-Psv ai danni di Bakkal, nel 2013 a Ivanovic durante Liverpool Chelsea e nel 2014 durante Italia-Uruguay a Chiellini.
Ousmane Dembelè. Il nuovo bad boy del calcio mondiale e i suoi vizi sono quelli di un adolescente in sovrappeso. È un talento, un grande talento, ma che rischia seriamente di diventare un disturbo che il Barcellona non sembra più disposto a sopportare. Il francese soffre di una dipendenza da videogiochi che lo tiene in casa tutto il giorno davanti ai videogiochi, facendolo arrivare tardi agli allenamenti e rendendolo persino scontroso con i compagni. Se il primo anno nel Barca è stato buttato per colpa degli infortuni, il secondo rischia di andare per indisciplina. In un posto dove i Bad Boy non vanno di moda da un pezzo, spegni i videogiochi, Ousmane!
Radja Nainggolan. Il centrocampista famoso per le sue scorribande notturne e come più volte da lui stesso dichiarato, al Ninja piace rilassarsi e divertirsi facendo tardi in discoteca dopo la partita e il fatto di non vivere una vita del tutto professionale gli si è spesso ritorto contro. Bad player!
Arturo Vidal. Uno tra i più forti calciatori cileni, in campo da sempre il massimo ed è una certezza. Ha vinto tantissimo con la Juventus, con il Bayer Monaco e con il Barcellona. Queste doti esplosive però sono devastanti anche nella sua vita privata sregolata, costellata di risse, guida indisciplinata, alcool e discoteche. “King Arturo” si è conquistato uno dei primi posti nella classifica dei Bad Boys.
George Best, uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Su di lui sono state scritti fiumi di articoli per celebrare il suo spirito ribelle e la sua vita sregolata, sempre sopra le righe. In pochi anni era riuscito ad affrancarsi dal mondo proletario di provenienza, per conquistarsi ricchezza, fama, lusso sfrenato, donne e riconoscimenti. Una vita trascorsa sempre al massimo, spericolata, eccessiva, spesso sovversiva, sprezzante delle regole e del buon senso. Ha vinto il Pallone d’Oro a soli 22 anni e poi la sua vita sregolata lo ha portato ad una lenta e inesorabile discesa fra eccessi, alcolismo, guida in stato di ebrezza, carcere per resistenza a pubblico ufficiale per arrivare ad una morte prematura a soli 56 anni per gravi danni al fegato. Bad player!
Paul Gascogne. Il ribelle senza una causa, il “James Dean” del calcio, il sovversivo, il rivoluzionario, il contestatore di regole e di parametri. Ne sanno qualcosa i suoi compagni della Lazio che assistettero sbigottiti (e sicuramente divertiti) a scene alquanto imbarazzanti (fece la pipì sugli specchietti dell’auto di Sergio Cragnotti). Dino Zoff lo pregò durante un ritiro di comportarsi in modo adeguato nell’albergo in cui alloggiano e lui si presentò a cena completamente nudo. La storia narra che durante il ritiro della Nazionale in Oriente, i giocatori decisero di darsi alla pazza gioia in un night club ad Hong Kong. Proprio lì nacque la famosa “dentist chair”, un drinking game dove la prescelta (tra attraenti donzelle) fu fatta sedere inclinata e irrorata di alcol spruzzato direttamente in bocca. E poi le sue “mitiche sbronze”, le disintossicazioni, le ricadute, veramente un bad boy.
Ronaldinho. L’essenza e l’allegria del calcio, lo spettacolo e la tecnica dovrebbero avere un nome ben preciso. Ronaldinho, Il Gaucho, è stato senza dubbio uno dei calciatori più entusiasmanti della storia. Un talento incredibile e un controllo di palla quasi sovrannaturale. Tante luci, Campione del Mondo con il Brasile e d’Europa con il Barca, Pallone d’Oro 2005, ma anche qualche ombra. Nonostante il suo talento smisurato, Ronaldinho è stato al top per 3 o 4 anni, prima troppo vanitoso, poi troppo sazio. Il suo tallone d’Achille? La passione per la cucina (arrivò a pesare 93 kg. all’Atletico Mineiro), l’alcol e alcune “particolari” feste brasiliane. Super bad!
Paolo Di Canio. Un Bad Boy atipico. I suoi eccessi non riguardavano donne e festini, ma si limitavano quasi sempre sul campo da gioco. Eccessi che però ne limitarono fortemente la definitiva ascesa, partendo dal saluto fascista sotto la curva e proseguendo con la spinta all’arbitro quando militava nello Sheffield (gli costò 11 giornate). Un ribelle sempre e comunque, anche quando si ribellò all’immagine di “Cattivo Ragazzo” che si era costruito in Inghilterra con un gesto di puro Fair Play. Portiere a terra infortunato. L’arbitro non fermò il gioco, ma Di Canio invece di insaccare o tentare di fare gol, raccolse il pallone e andò a sincerarsi delle condizioni dell’avversario.
Adriano. 8 minuti per diventare Imperatore, è questo il tempo che impiegò Adriano per farsi conoscere al mondo, nel 2001 in una serata al Santiago Bernabeu. Il centravanti brasiliano, bombardò letteralmente la porta difesa da Casillas realizzando 2 gol straordinari. Seguirono due anni di incredibile impatto sul calcio mondiale, con gol pazzeschi e giocate maestose. Con la popolarità arrivarono i festini, i chili di troppo, le prostitute e i travestiti, l’alcol, le danze sfrenate e le amicizie pericolose. Diversi i tentativi di rilancio, ma pochi, pochissimi i risultati. Bad Imperatore!
Eric Cantona. Monsieur Erik, The King, The Legend, più che di sregolatezza, potremmo parlare di follia allo stato puro. Cantona è stato uno dei calciatori più famosi degli anni 90′, ma oltre che per la sua immensa classe, è ricordato per le sue follie in campo e fuori. Nel 1989, durante un’amichevole contro la Torpedo Mosca, gettò a terra la sua maglia dopo una sostituzione e fu sospeso dal club per un mese. Subito dopo il suo rientro, fu sospeso anche dalle competizioni internazionali per aver insultato l’allenatore della Nazionale francese durante uno show televisivo. Ma il gesto più famoso è indubbiamente il calcio in stile “Kung Fu” con cui stese un tifoso avversario, reo di averlo insultato. Il risultato? Maxi squalifica e diverse ore di servizi sociali. Il suo carisma però ne uscirà rafforzato.
Wayne Rooney. Anche il signor Rooney, infine, vanta una bella lista di peccatucci non proprio veniali, legati soprattutto all’alcol, al gioco d’azzardo (fu proprio lui a perdere circa 590 mila euro nel giro di un paio d’ore ad un casinò) e in particolare alle belle donne. Un farfallone da strapazzo con una passione infinita per le prostitute che spesso ha attirato l’attenzione dei tabloid inglesi. Non è però da tutti tradire la moglie durante il fidanzamento, il matrimonio e infine la gravidanza dei figli, con escorts da 1200 sterline a prestazione. Bad!
E dal calcio passiamo al tennis.
Fabio Fognini. Un talento, ma intemperante, i numeri ci sono, l’atteggiamento, a volte, meno. L’anno scorso è stato espulso per condotta antisportiva dagli US Open per reiterati insulti sessisti alla donna giudice di sedia durante il match contro Stefano Travaglia. In quell’occasione il New York Times titolò: “Era ora. Di racchette rotte ne ha collezionate un bel po’, di insulti all’avversario non ne parliamo e in una intervista ha dichiarato: “Gli altri si nascondono, io non ho paura”. Sarà anche il numero uno degli azzurri, sarà passionale, sarà bellissimo nei suoi completi decisamente fashion, ma serve più autocritica e una migliore educazione in campo. Very bad!
Nick Kyrgios. Un gigante australiano alquanto esuberante, è riuscito a battere al primo incontro tennisti del calibro di Federer, Nadal e Djokovic. Ma molti lo ricorderanno per aver colpito, involontariamente a 217 km/h una giovane raccattapalle a Wimbledon lo scorso 4 luglio. Ma la “chicca” più bella fu nel 2015 alla Roger Cup di Montreal, durante un cambio di campo, quando spifferò al suo diretto avversario, lo svizzero Stan Wawrinka, che il suo compagno di squadra aveva avuto una “liaison” con la sua fidanzata. Alla domanda di che cosa lo avesse spinto a dirlo, la sua candida risposta è stata: “l’ho detto e basta!”. Bad, bad boy!
John McEnroe. Il re del tennis dei primi Anni Ottanta è stato un campione unico, per cattiveria in campo e sregolatezza anche fuori. Gli spettatori lo amavano e lo odiavano per le proteste continue, per gli smoccolamenti, per i continui litigi con gli arbitri, per la pressione sugli avversari. Fu cacciato dal Queen’s per aver ingiuriato la moglie del presidente del Club, colpevole di ricordargli che la sua “ora di campo” era finita, famose le sue follie agli Us Open del 1987, fu espulso dal campo agli Australian Open 1990, Oggi da bad boy è diventato buono, meno irascibile e forse più simpatico.
E dal tennis una pedalata ed eccoci al ciclismo.
Peter Sagan. Campione del mondo su strada, squalificato al Tour de France per aver fatto cadere alla quarta tappa in volata Cavendish con una gomitata e con conseguenze assai pesanti per il britannico (rottura della spalla), squalificato. Ha accettato la decisione, si è scusato ma ha dichiarato che si è trattato di un semplice incidente di gara. Risoluto! Bad!
Gianni Moscon. Dopo la squalifica al Tour de France è ritornato in sella alla sua bicicletta del Team Sky. Il trentino era stato allontanato dal Tour dopo una manata rifilata al francese Gesbert durante la quattordicesima tappa. Titolare irremovibile della Nazionale, al mondiale di ciclismo di Bergen, Moscon, che di provvedimenti disciplinari ha una certa esperienza (tra i quali insulti razzisti a un collega), si è reso reo di farsi trainare dall’ammiraglia azzurra. Insubordinato, vero bad boy!
Lance Armstrong. Ha sempre avuto bisogno di strafare, di dimostrare al mondo che tu eri il più forte. Fin da quando era piccolo alle gare di triathlon era il più sbruffone di tutti, prendeva in giro i più scarsi, li irrideva. Non solo vinceva, ma infieriva sugli “inferiori”, i pappamolla, gli smidollati, quelli che erano rimasti indietro, perché non avevano sputato sangue e non avevano avuto coraggio come lui. Dal suo punto di vista erano degli inetti. Risultato: era odiato tutti, ma sempre con una certa soggezione. E a lui questo piaceva, il potere gli ha sempre regalato enormi soddisfazioni. Dominio al Tour de France per anni, i giornalisti in visibilio per Lance, imbattibile, mostruoso, il cancro, le accuse di doping, la squalifica a vita, la fine di un “mito del ciclismo”, cancellati in un colpo solo tutti i risultati sportivi ottenuti dal 1998 in poi, compresi i sette Tour de France. Dopo alcuni anni il texano ammise per la prima volta di aver fatto uso di sostanze dopanti sia durante il periodo in cui vinse i suoi sette Tour de France, sia durante il periodo precedente al cancro. Bad! Very bad!
Djamolidine Abdoujaparov, detto anche “il terrore di Tashkent”, grandissimo velocista degli anni ‘90, famoso per le sue volate molto aggressive e sempre al limite. Famosissimi i suoi duelli con Cipollini con varie squalifiche.
Giovanni Gerbi, detto il “diavolo rosso”, perchè durante una fuga, capitò nel bel mezzo di una processione. Il parroco, vedendo questo “diau” (“diavolo”, in piemontese), vestito con la sua tradizionale maglia da corsa rossa, lo investì con questo epiteto “chial’è chel diau!!!” (Chi è quel diavolo!!!). Da quel giorno fu chiamato il Diavolo Rosso.
Nel Giro d’Italia del 1920 si fece trainare da un “sidecar” e fu quindi squalificato dalla gara. Bad!
E dal ciclismo all’atletica leggera.
Justin Gatlin. Positivo al testosterone nel 2006 è stato squalificato per 4 anni dalle competizioni, ma ha continuato ad allenarsi. Ha ripreso a correre nel 2010, è sempre fischiato in tutti gli stadi del mondo, è vituperato continuamente dalla stampa ed è considerato motivo di imbarazzo da colleghi e compagni. Ma il “cattivissimo” Gatlin a Londra, il 5 agosto 2017 ha zittito una platea di 70 mila persone, battendo sui 100 mt., in una gara superlativa Usain Bolt. Un modo strepitoso per rialzare la testa e fare ammenda per i propri errori. Il suo inchino a Bolt è stata la più bella vittoria. Redento?
Yomif Kejelcha. A Losanna, durante la gara della Diamond League dei 5000 metri, è stato travolto da un giorno di ordinaria follia e a farne le spese è stato Salemon Barega. All’ultima curva, Kejelcha nel cercare un cambio di passo che avrebbe potuto avvantaggiarlo per il primo gradino del podio, inciampò e prima di cadere, si attaccò ai pantaloncini di Barega davanti a lui e lo frenò nella corsa e pregiudicò la sua vittoria. Fu intenzionale l’aggrappo? Non si sa, comunque i giudici non ci pensarono due volte e lo squalificarono per condotta scorretta. Bad!
Oscar Pistorius. La storia del paratleta sudafricano è nota in tutto il mondo. Lui è l’esempio di come da modello da seguire, si possa diventare in poco tempo un prototipo da evitare. Accusato di aver ucciso la sua fidanzata a colpi di pistola, Oscar da “top” della cronaca sportiva, precipitò nei “top” della cronaca nera. Come distruggere in poco tempo la notorietà! Bad!
E nel pugilato?
Mike Tyson. Il pugile con una carriera sportiva che ha pochi rivali nella sua specialità, ma anche per quanto riguarda la sua vita sregolata. Definito “Iron Mike”, ha ammesso di aver avuto una dipendenza da droga e alcool, è stato inoltre accusato di abusi sessuali e violenza domestica e fudefinito uno dei più cruenti pugili di sempre. Tyson merita un posto di (de)merito tra i bad boys.
Mirco Ricci, pugile costantemente in bilico tra vicende giudiziarie e il ring, campione intercontinentale dei mediomassimi Wba, soprannominato “The predator”, tra alcol, carcere, aggressioni, una vita da bad, veramente un bad boy!
Loris Stecca. Campione del mondo dei pesi supergallo WBA, nel 2008 spinto dal bisogno di denaro annunciò il ritorno sul ring in un incontro da disputarsi nella Repubblica di San Marino per aggirare le regole del pugilato in vigore in Italia. Di fronte al diniego di San Marino minacciò di gettarsi dal cornicione della galleria di Scacciano, lungo l’autostrada A14, desistendo solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine. Nel 2013 è stato fermato dalla Polizia con l’accusa di tentato omicidio dopo avere accoltellato la socia della palestra che gestisce a Rimini, nel 2015 è stato condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi di carcere dal Tribunale di Rimini. Da campione del mondo nel pugilato a campione del mondo dei bad boys!
Per non parlare del nuoto!
Amaury Leveaux. Quattro medaglie olimpiche, reputazione da bad boy, serate a sniffare cocaina, sesso a volontà durante i ritiri della nazionale francese, ha lasciato le competizioni nel 2013. Ora l’ex nuotatore, che non si porta dietro solo bei ricordi degli anni passati a gareggiare, si toglie qualche sassolino dalla scarpa nel libro “Sesso, droga e nuoto” in cui rivela i lati nascosti dietro le luccicanti medaglie che la squadra francese si portava a casa in ogni competizione internazionale. Bad!
Ryan Lochte. Il nuotatore statunitense avrà anche conquistato 6 ori, 3 argenti e 3 bronzi ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro nel 2016, ma ha anche combinato un bel pasticcio. Il nuotatore aveva raccontato di essere stato aggredito di notte in una stazione di servizio da alcuni sconosciuti che gli avevano puntato la pistola chiedendogli denaro, scoprendo infine che era stata tutta una bugia. Un vero e proprio Pinocchio da non imitare. Bad!
Potrei citarne molti altri bad boys ma mi fermo qui!
Conclusioni
Cosa sarebbero stati nella vita senza lo sport? Lo sport per loro è stato un bacino d’accoglienza e di salvataggio?
Molti hanno sperperato ricchezze, hanno perso la reputazione, molti hanno riconosciuto di aver sbagliato, molti altri hanno continuato a “credere” di essere dei “miti eterni”, ma poi, accortisi di essere ormai delle “stelle cadenti” si sono dati all’alcool, alla cocaina, alle feste, per finire poi ……. in galera!
Molti altri sono arrivati alla notorietà e alla ricchezza in brevissimo tempo, ma poi non hanno capito come gestirsi, come comportarsi e la lampada di Aladino ha cessato i suoi miracoli e…….si sono persi per strada!
Molti altri non hanno saputo sfruttare “il momento”, magari consigliati male da persone che li hanno ingannati, hanno “perso” il treno della notorietà e sono tornati nel dimenticatoio, perché la gente prima ti osanna quando sei “in auge” e poi ti dimentica e ti disprezza!
E se invece i fenomeni del pallone, non avessero dedicato la loro vita al calcio, dove sarebbero ora?
Sentite un po’!
E senza calcio cosa avrei fatto? Molto diretto Antonio Cassano alle Jene quando disse: “Il ladro”, ma anche “il bagnino, per il mare e per le donne”.
Christian Karembeu, campione con la Francia e con il Real Madrid e passato anche dall’Italia nella Samp, nel 2015 disse a “Marca”: “Senza calcio? Sarei potuto diventare un porno attore”.
Hristo Stoickov, autentica leggenda del calcio bulgaro, ha vinto tutto col Barcellona passando anche dall’Italia e da Parma. Una vita non certo facile la sua, confidò alla stampa internazionale: “Avevo due opzioni: essere un bandito che rubava e commetteva crimini o diventare un calciatore. Ho scelto il pallone”.
Zlatan Ibrahimovic: “Quando ero ragazzo, giocavo al calcio tutto il tempo, nel giardino della casa dove vivevamo. Potevo scegliere se fare l’avvocato o il calciatore. Ho scelto di fare il calciatore”.
Gary Medel, soprannominato “Pitbull” non per sbagli, altro passato difficile il suo. La conferma quando dichiarò a Inter Channel: “L’ho già detto una volta: senza calcio sarei potuto diventare un narcotrafficante, o un ladro”.
Jérémy Menez, meteora del calcio italiano con Roma e Milan, oggi il francese ex anche del Psg gioca nel Club América in Messico. Fuori dalle righe sia in campo che fuori, disse qualche anno fa alla Gazzetta: “Se non avessi avuto il calcio sarei finito in galera. Del resto, ci sono finiti un sacco di miei amici: furti, droga, quelle cose lì, ci caschi se sei giovane: vorresti tutto ma i soldi sono pochi”.
Mario Balotelli: “Senza il pallone? Avrei voluto combattere in UFC”.
E Bob Marley?
“Se non fossi stato un cantante allora avrei fatto il calciatore… o il rivoluzionario” diceva Bob Marley.
Prof. Maurizio Mondoni