Il mondo italiano delle moto ha appena festeggiato il secondo titolo mondiale di Francesco Bagnaia e della Ducati, tuttavia deve fare i conti con il futuro. Guardando in Moto3 la situazione non è così piacevole con il solo Andrea Migno in grado di centrare il podio.
Serve urgentemente l’arrivo di un nuovo talento e la soluzione potrebbe arrivare da Luca Lunetta, diciassettenne romano pronto a far il salto nel mondo dei grandi.
Il pilota capitolino ha colto nel 2023 il secondo posto nel campionato JuniorGp alle spalle soltanto di Angel Piqueras e ora si prepara a far l’esordio in campo iridato con la Honda del SIC58 Squadra Corse.
In molti l’hanno definita in prospettiva uno dei migliori talenti italiani. Sente la pressione delle aspettative?
Sono delle belle soddisfazioni che mi rendono orgoglioso per il percorso fatto fin qui. Cerco di pensarci poco e dare sempre gas. Mi fa molto piacere e spero di andare forte anche quest’anno dando conferma a quanto dicono sul mio conto.
Negli ultimi anni il movimento italiano ha faticato nelle categorie giovanili, soprattutto in Moto3,Come si spiega questa situazione?
In MotoGp siamo competitivi con Pecco Bagnaia che ha vinto il Mondiale e molti altri italiani sono sempre lì a giocarsi le gare. In Moto3 spero di andar forte e smentire quest’andamento. Sono però sicuro che ci divertiremo, di portar in alto la bandiera tricolore e divertirci.
Facendo un passo indietro, come si è approcciato al motociclismo?
Ho iniziato un po’ per caso, perché nessuno in famiglia ha trascorsi come pilota. All’età di cinque anni e mezzo mio padre mi ha portato a veder un campo da golf. Nonostante lui volesse che iniziassi a giocare, non è scattata la scintilla. Tornando a casa vide l’insegna di una pista da minimoto e decise di portarmi. Da lì è stato amore a prima vista.
Avendo diciassette anni, come bilancia corse e vita privata?
E’ complesso gestire il tutto. La scuola ho dovuto per il momento accantonarla perché, essendo impegnato ventidue weekend da marzo a novembre con il Mondiale, non riuscirei mai a esser a casa. Ho visto anche lo scorso anno quanto fosse difficile rimanere al passo con il programma nonostante avessi soltanto sette fine settimana di gare. Non è stata una decisione facile, però con la mia famiglia abbiamo deciso di pensare piuttosto al futuro e prendere il diploma nei prossimi anni. Per il resto la vita privata va alla grande visto che ogni giorno posso allenarmi e andare in moto.
A proposito di allenamenti, in cosa consistono gli esercizi?
Non è da sottovalutare la preparazione fisica per la moto perché, chi è fuori da questo mondo, potrebbe pensare che sia tutto semplice. Non è affatto così perché andiamo in moto con dieci chili di vestiario, con temperature che spesso sfiorano i quaranta gradi, la moto che sprigiona calore e il cuore che va a una media di centottanta battiti al minuto. Insomma, bisogna esser preparati sotto ogni aspetto. Io mi preparo molto fisicamente, faccio molta corsa, sono seguito da un nuovo preparatore, il professor Arturo Di Mezza. Ovviamente mi alleno anche in moto nei kartodromi facendo un po’ di tecnica con le CBR600, affrontando dei mini GP. Sarebbe bello allenarsi con le moto con cui corro, ma ci sono delle regole e ciò non è possibile.
Per lei quest’anno si tratterà di un esordio in Moto3 con nuova moto, nuovo team e un nuovo compagno di squadra come Filippo Farioli. Cosa si aspetta da questa stagione da rookie?
Sarà tosta, ma ci sarà da divertirsi. Bisognerà bene gestire le energie perché da marzo fino a novembre non ci fermeremo quasi mai. Spero possa esser una bella stagione, di potermi divertire e di far esperienza visto che metà delle piste non le conosco. Nonostante ciò mi sento preparato visto quanto ho avuto modo di raccogliere in questi anni.
Lei esordirà la Sic58 Squadra Corse, la scuderia dedicata al ricordo di Marco Simoncelli e gestita dal padre Paolo. Scegliendo il 58 come numero di gara, non sente il peso dell’eredità?
Sono molto orgoglioso di poter correre con una squadra come questa. Ho sempre corso con il 58, ma portarlo su quella moto sarà una grande emozione. Ho avuto modo di conoscere Paolo già all’età di nove anni in occasione di un Trofeo Simoncelli con le minimoto per cui mi ha sempre tenuto sott’occhio. Quando c’è stata la firma del contratto a Misano è stato bellissimo. Il primo obiettivo è quello di andar forte, poi tutto il resto arriva. Ho già affrontato i test a Valencia ottenendo il decimo posto, motivo per cui non vedo l’ora di prendere in mano la moto e ripartire.
Se Marco Simoncelli è il suo mito, c’è un pilota attuale a cui si ispira?
Non ne ho uno ben preciso. Stimo tutti i piloti che gareggiano in MotoGp e rappresentano tutti un punto di riferimento. Arrivar lì è il mio sogno per cui ammiro chi ce l’ha fatta.
Quali differenze ha notato nella Honda in dotazione al suo nuovo team rispetto alla KTM utilizzata sinora?
La moto cambia un po’. Venivo da tre anni in KTM e ora salgo su un’Honda. Le gomme sono diverse perché quest’anno si passa con i pneumatici Pirelli, ma la risposta è stata subito ottimale. Ho fatto tre turni molto intensi e ho avuto modo subito di adattarmi al nuovo stile di guida. Più che capire bene la moto, ci sarà da capire bene il format del campionato, gestire al meglio le energie e poi il resto arriva.
Questo cambio di gomme potrebbe favorire i rookie come lei?
Iniziamo tutti da zero e quindi il team più svelto ad adattarsi, il pilota più bravo nel dare indicazioni, avrà modo di vincere. Il feeling con il posteriore è buono così come l’anteriore, anche se dobbiamo capire un attimo le potenzialità del mezzo e evitare che, con il passare dei giri, la gomma si rovini.
Avendo affrontato più di un campionato in passato, quali differenze pensa di incontrare in Moto3 nella strutturazione del weekend?
Nel Mondiale ho già fatto una sostituzione nel 2022 in Olanda e una wild card al Mugello nel 2023, per cui un assaggio l’ho già avuto. Quello che cambia molto è il format, ma soprattutto le attenzioni che sono riportate su di me essendo un Mondiale. Sarà tutto da scoprire perché ho fatto sì due gare, ma farle molto di fila è diverso. Bisogna subito adattarsi perché nessuno ti aspetta.
Quali sono i circuiti che non vede l’ora di affrontare?
Senza dubbio le piste italiane, anche se lo ho già percorse. Correre in casa sarà bellissimo. Ci sono moltissimi luoghi da scoprire fuori dall’Europa e che spero di conoscere.