Concetto Lo Bello arbitra, per la seconda volta in 3 anni, la finale di Coppa dei Campioni. A San Siro gli olandesi del Feyenoord superano 2-1 gli scozzesi del Celtic dopo i tempi supplementari.
Nato a Siracusa il 13 maggio 1924, Concetto Lo Bello è, per oltre un ventennio, il “fischietto” italiano per antonomasia tanto popolare da diventare il protagonista delle domeniche degli italiani. Corre per il campo come una star, è indiscutibilmente autorevole e poco incline ad ascoltare le lamentele dei giocatori.
Comincia a dirigere in tempo di guerra e diventa Internazionale nel 1958 inanellando una serie infinita di grandi partite: la finale Olimpica del ’60, la semifinale Germania Ovest-Unione Sovietica ai Mondiali ’66, la finale della Coppa Intercontinentale ’66, la finale della Coppa delle Coppe ’67 e due finali di Coppa Uefa, oltre ovviamente alle 2 finali di Champions League in tre anni.
Sono soltanto quattro gli arbitri che hanno diretto due finali di Coppa Campioni; il primo è stato l’olandese Leo Horn che diresse Real Madrid-Fiorentina del ’57 e Benfica-Real Madrid del ’62; il secondo è stato lo svizzero Gottfried Dienst che ha arbitrato Benfica-Barcellona del ’61 e Inter-Benfica del ’65, poi Concetto Lo Bello che ha diretto Manchester United-Benfica del ’68 e Feyenoord-Celtic del ’70; e, infine, l’ungherese Karoly Palotai che ha arbitrato Bayern-St. Etienne del ’76 e Liverpool-Real Madrid del ’81.
Lo Bello è stato il primo italiano a dirigere la finale di Coppa Campioni: dopo di lui, Luigi Agnolin 1988, Tullio Lanese 1991, Pierluigi Collina 1999 (Manchester United-Bayern di Monaco 2-1, la famosa finale dei 2 gol segnati nei minuti di recupero dal Manchester), Stefano Braschi nel 2000 e Nicola Rizzoli nel 2013.
Quando si ritira, al termine del 1973-74, le sue statistiche registrano 328 partite in Serie A e 93 incontri internazionali. Concetto muore nella sua Siracusa il 9 settembre 1991 dopo aver visto suo figlio Rosario, seguire le sue orme.