Il Fuji Speedway è uno dei circuiti più affascinanti del Mondiale di Formula 1 complice la sua curiosa posizione, a ridosso dell’omonimo vulcano. Concepito inizialmente per la Nascar, il circuito è considerato da molti piloti come un catino infernale a causa del terreno accidentato, ma soprattutto delle pessime condizioni atmosferiche che accompagnano le gare e che rendono la visibilità particolarmente ridotta.
Basti pensare al 1976 e alla decisione di Niki Lauda di fermarsi dopo solo un giro nonostante un Mondiale da conquistare. Proprio l’austriaco è il grande assente in vista del Gran Premio del Giappone 1977, ultima prova di un campionato che ha visto il fuoriclasse viennese aggiudicarsi il titolo già a Monza.
Lauda ha inoltre rotto con il Drake Enzo Ferrari tanto da aver disertato il Gran Premio del Canada per “motivi di salute” e aver così lasciato spazio al giovane rampante Gilles Villeneuve e all’esperto argentino Carlos Reutemann. La storia d’amore e la Rossa è ormai al capolinea e proprio il rifiuto di scendere in pista al Fuji è la conferma definitiva.
La prova diventa così l’occasione per lanciare nuovi piloti così come per compiere alcuni test in vista della stagione successiva. Le prove sono a totale appannaggio dell’americano Mario Andretti che prende il largo sin dal venerdì anticipando James Hunt e John Watson, unico a migliorarsi nella sessione del sabato davanti al compagno di squadra Hans-Joachim Stuck. Male invece le Ferrari con Carlos Reutemann settimo e Gilles Villeneuve al ventesimo posto.
In gara Andretti parte subito male retrocedendo in nona posizione lasciando spazio a James Hunt, dovendo così cercare un’improbabile rimonta. Proprio nel tentativo disperato di risalire la classifica, al secondo giro lo statunitense si ritrova davanti la Brabham-Alfa Romeo di Stuck colpendola e venendo costretto al ritiro.
Il peggio arriva però alla sesta tornata quando Villeneuve, capace di recuperare velocemente terreno sugli avversari, è chiamato ad affrontare Ronnie Peterson. In vista della curva Daichi lo svedese della Tyrrell-Ford Cosworth si sposta verso il centro al fine di proteggersi dal canadese della Ferrari che tuttavia non rallenta e va a contatto con la ruota posteriore dell’avversario. La monoposto del nordamericano decolla immediatamente facendo alcune carambole in volo prima di sorpassare il guardrail e atterrare sul terrapieno fuori pista.
Nonostante la zona sia interdetta dal pubblico, la Ferrari falcia alcuni spettatori incautamente presenti causando una decina di feriti e la morte del fotografo Kazuhiro Ohashi e del commissario di gara Kengo Yuasa, intento ad allontanare le persone. L’auto è ormai ridotta a un cumulo di lamiere, tuttavia Villeneuve esce illeso nonostante sia sotto shock.
La gara non viene tuttavia interrotta neanche quando l’ambulanza entra in pista per soccorrere i feriti con Jody Scheckter in maggior difficoltà tanto da esser passato sia da Jochen Mass che da John Watson. Al giro 28 i due si trovano appiedati dalle proprie auto lasciando così spazio alla lotta per la piazza d’onore contesa fra Jody Scheckter, Clay Regazzoni, Carlos Reutemann e Jacques Lafitte.
Mentre Hunt prosegue la corsa verso la vittoria, dietro il sudafricano della Wolff si trova a far i conti con una serie di problemi alle gomme che lo costringono a fermarsi ai box al quarantunesimo giro perdendo così ogni chance di podio. Poco dopo tocca a Regazzoni alzare bandiera bianca a causa di un problema al propulsore, mentre all’ultimo giro Lafitte rimane senza benzina e retrocede così sino al quinto posto.
A vincere è quindi Hunt che precede Reutemann e Patrick Depailler che, a sorpresa, si ritrova da solo sul podio. I colleghi sono infatti fuggiti via lasciando il francese della Tyrrell a festeggiare in solitaria, un’immagine triste che si aggiunge al tragico volo di Gilles Villeneuve e che pone fine alla presenza del Fuji in Formula 1.