In morte di un ragazzo di 31 anni che lascia una bella famiglia, sia quella che aveva composto, una compagna e una bambina di due anni, sia quella che aveva lasciato, solida di valori, ma anche un’immagine pulita di se stesso, è giusto sprecare delle parole. Buone. Come ha sottolineato Gigi Buffon. In morte di Davide Astori, il calcio si è fermato, la gente ha riflettuto, perfino gli sciacalli della rete, quelli che sublimano la loro mediocrità di nani fingendosi giganti e scambiando le loro sciocchezze per opinioni, quelli che chiosano e insultano, hanno taciuto. Si sono presi qualche ora di silenzio, per poi ricomparire con le loro efferatezze alle 23 di domenica, con l’inizio della notte elettorale.
“Prospettiva Astori”: possiamo amare lo sport, il calcio, esserne tifosi, da esseri umani e non da belve…
La scomparsa di un ragazzo di 31 anni suscita un momento di autocoscienza collettiva. Perché non siamo così sempre?