Il giudice sportivo della serie B ha omologato il risultato di Cittadella-Pisa, finita 1-1. A noi piace quando prevale il buon senso. Sì, nella prima distinta i granata avevano messo un giocatore sbagliato, hanno corretto alle 20,44, con un quarto d’ora di ritardo, con una seconda distinta. Desogus era in panchina dall’inizio, non Alessandro de Luca. Sarebbe entrato nel finale di partita, ma questo errore non ha influito sull’andamento della gara.
E’ questo che chiediamo allo sport, ai giudici sportivi, il buon senso, sempre, al di là di regolamenti spesso fin troppo ferrei, sul nulla.
Contano l’intransigenza sul doping e sugli incidenti tra i tifosi, sul comportamento dei dirigenti, su tutto, ma quando si tratta di quisquiglie, di banali distrazioni, bastano e avanzano i 10mila euro di multa al Cittadella e i 2mila al dirigente accompagnatore. Non dovrebbe succedere ma è successo e, di fatto, è successo nulla. Con tutto il rispetto per il Pisa e per due punti in più che sperava di avere a tavolino a noi sarebbe piaciuto che avesse rinunciato a ricorrere, pur accortosi dell’errore.
La storia è piena di risultati strappati a tavolino, memorabile uno del Torino di Urbano Cairo, poi fondamentale per la promozione in serie A, ai danni del Padova.
Il risultato del campo è sacro, piuttosto si possono discutere le decisioni degli arbitri, del Var, ma anche quelle infine sono da rispettare. Il Var c’è apposta.
Quando ci sono semplici distrazioni, il risultato del campo dovrebbe essere sovrano, in tutti gli sport. Un’eccezione si potrebbe fare quando c’è un errore arbitrale clamoroso, come in Italia-Ungheria di pallanuoto alle olimpiadi, nei quarti di finale. Da quello, purtroppo, siamo ancora lontani.