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Colpo grosso
Roma-Juventus non era così importante e fondamentale per la classifica – la Roma con i tre punti ha agganciato il quarto posto e la Juve resta a -12 dalla zona Champions League – eppure è stata vissuta e giocata come se valesse lo scudetto o fosse ancora una di quelle straordinarie partite degli anni 80. Mourinho se l’è giocata senza centravanti di ruolo tenendo Abraham e Belotti in panchina puntando tutto su Dybala,
Allegri continua a tenere Chiesa in panchina e punta su Di Maria, che però fa partite straordinarie quando non te l’aspetti e le manca quando te lo aspetti, mentre Vlahovic gli unici segnali che manda sono quelli di non pervenuto. Mourinho fa la parte dell’agnellino, evita i suoi agitati show e addirittura abbraccia affettuosamente Allegri e fa i complimenti alla Juventus, dopo aver vaneggiato complotti al turno precedente mentre litigava in campo col quarto uomo. Il gol di Mancini è, per il portoghese, una liberazione: “Se oggi la Juve vince qui, tu senti la respirazione juventina sul collo”.
Allegri abbastanza depresso e sconsolato dopo la folle espulsione di Kean cerca di ritirare su il morale della squadra: “Il nostro obiettivo è cercare di raggiungere quelli che ci stanno davanti. In questo momento siamo un po’ fragili. Sembra che ti crolli il mondo addosso, ma abbiamo fatto pur sempre 50 punti. Nella storia del calcio non è mai esistita una storia come quella che sta subendo la Juve quest’anno”. In sostanza, con quello che ci è capitato, cosa pretendete?
I senza Lukaku
Il calcio non si fa con i se ma se all’ Inter aggiungessimo i gol mai arrivati di Lukaku probabilmente la giudicheremmo in maniera un po’ più indulgente. E questo è un alibi nemmeno troppo piccolo che possiamo concedere a Inzaghi, quando cerchiamo di giudicarlo da allenatore adatto o meno all’ Inter. La scelta di tornare su Lukaku, posto che questa sia una colpa, è da suddividere con Marotta e la società.
E’ vero che 15 punti di distacco dal Napoli azzerano praticamente qualsiasi ragionamento e soprattutto qualsiasi giustificazione, ma è un dato di fatto che la mancanza pressoché totale dell’uomo gol su cui puntavano società, allenatore e intera squadra hanno un peso. Nessuno pensava che il Lukaku rientrato a Milano da Londra fosse ancora quello dello scudetto, nessuno pensava che il suo contributo alla stagione dell’ Inter fosse praticamente vicino allo zero. L’assenza dei gol di Lukaku ha comunque costretto tutti a cercare un’alternativa, a fortificare le altre vie del gol. Lautaro Martinez è il miglior uomo gol dopo Osimhen, e in generale l’Inter è seconda solo al Napoli in quanto a produttività dell’attacco. Certo è pur sempre una squadra sospesa sul filo, non del tutto giudicabile e ancora in cammino: non condannabile, né esaltabile. Insomma un po’ così…
Articolo e foto ripresi da bloooog.it