Uno dei cardini del Rinascimento del tennis maschile italiano è legato agli allenatori, soprattutto agli ex giocatori che ultimamente hanno fatto un enorme salto di qualità culturale. Ne dà ampia conferma “OSA”, Ordine, solidità e arroganza tennistica, il vademecum del coach scritto da Achille Juri Margotto, ex promessa junior che è arrivato al numero 350 della classifica ATP, e poi è diventato maestro nazionale ed è attualmente direttore tecnico del CT Scaligero, con la scuola tennis più grande del Triveneto.
Il libro è un inno ai valori più puri dello sport. Come specifica l’autore nella contro-copertina: “Passione, motivazione e una precisa idea di tennis. Un libro carico, pieno di energia per tutti coloro che vogliono migliorare il proprio livello di gioco. Un’interessante lettura per ogni sportivo”. Già la prefazione promette benissimo con le parole dell’ottimo Massimo Sartori, che ha portato Andreas Seppi ad ottenere il massimo delle potenzialità e forse di più ed ha scoperto Jannik Sinner portandolo ala corte di Riccardo Piattoi a Bordighera. Poi, con grande semplicità e nitidezza, Margotto tocca tutti i delicati tasti del difficilissimo sport del tennis a livello agonistico e ci riesce proprio perché ha vissuto tutti gli stadi psicologici, tecnici, tattici ed atletici di una disciplina tanto complessa, composita e spesso imprevedibile. Nella sua attenta disamina l’ex giocatore parte dalla passione e dalla voglia di imparare, sempre, a ogni allenamento, transita per la carica agonistica che dev’essere sempre massima per poter riaprire qualsiasi partita, anche la più compromessa, fino alla fatidica stretta di mano a rete con l’avversario, e quindi tocca le altre delicate chiavi del rendimento: dalla solidità dei colpi all’ordine in tutto, dalla gestione psicologica del pre come del post match, all’analisi della sconfitta e della vittoria, dall’importanza dell’allenatore all’atteggiamento da tenere in campo, dalla strategia di gioco alla capacità di deviare sul famoso “piano B” e anche sul “piano C” di estremo salvataggio quando le cose vanno male.
Margotto sottolinea la straordinaria provvisorietà e labilità del tennis, con risultati che possono rovesciarsi in tempi anche brevi contro lo stesso avversario, ed indica una serie di difese che vanno dalla giusta preparazione all’attrezzatura, dall’autocontrollo, dalla corretta respirazione (per arginare l’ansia e recuperare la concentrazione) alla tecnica sicura cui poter fare continuamente riferimento. Il punto di riferimento dell’allievo dev’essere un giocatore solido come David Ferrer, sempre concentrato, che sbaglia poco e fa la cosa giusta, il tennista con la “garra” di spagnoli e sudamericano, con l’arroganza e la mentalità giusta.
Vincenzo Martucci