Presto per dirlo, la nuova regola approvata dai cinque team firmatari dell’accordo di aprile, quindi con l’esclusione di New Zealand, prevedono l’utilizzo di un Code 0, ovvero una grande vela per vento leggero per coprire il range fino a 6 nodi ed un’ala più piccola per quando le condizioni come ieri si avvicinano pericolosamente ai 25 nodi. Basterà?
Certo, ieri ha dimostrato che i limiti nelle condizioni attuali sono più che giustificati, dopo che Artemis si è dovuto ritirare per problemi ai flap e dopo aver praticamente distrutto tutto il fairing aerodinamico in una delle molte imbardate. Molto più spettacolare e pericolosA la imbardata di Team New Zealand che è passata da 35 nodi di velocità a 0 con i ciclisti sui pedali, per cui è davvero un miracolo che nessuno si sia fatto male seriamente.
Certo, il piano velico più corto dovrebbe rendere le barche molto meno instabili e più facili da portare, ma resta il fatto che queste sono Formula 1 disegnate e costruite per correre in un range di vento normale.
D’altra parte, nessuno farebbe partire una gara di F1 o di Moto Gp sotto una pioggia battente e la stessa Wimbledon rimase sospesa per 15 giorni di fila per condizioni meteo avverse. Gioie e dolori degli sport outdoor.
Tommaso Chieffi
- 56 anni, tattico e timoniere, 27 volte campione del mondo in diverse classi