Pensieri in libertà, seguendo la semifinale degli Europei, vinta dall’Italia.
Il riequilibrio dei rigori nella storia dell’Italia, fra nazionali e club, storicamente penalizzanti. Grandi manifestazioni perse dal dischetto, con il mondiale del 2006 e il successo sulla Spagna si riequilibra un po’. Vendicata l’uscita di Donadoni, agli ottavi del 2008, in Svizzera e Austria.
E’ raro che gli azzurri pasiano senza meritare, con l’Austria e a tratti con il Belgio e con la Spagna sono stati inferiori. La vittoria è anche episodica, accadde anche all’Italia di Lippi, nel 2006, con sofferenze contro gli Usa e la Cechia e l’Australia negli ottavi, ma persino in finale con la Francia.
L’esaltazione dei successi ai rigori, nessuno mai sottolinea che sono successi parziali, che fra una sconfitta e una vittoria ai rigori la differenza è minima, si pensa solo al risultato, a esultare, quando certe uscite arrivarono dal dischetto contro avversarie ancora più grandi, come il Brasile a Usa ’94.
Mancini si sta prendendo da allenatore tutto quanto non ha avuto da giocatore, scegliendo di restare nella Sampdoria, rinunciando alla Juve e all’Inter. Con la finale arriva forse a sopravanzare Conte e Ancelotti, fra quanti sono stati grandi da giocatori e tecnici.
Sempre Mancini fa come Sacchi. Attacca il più possibile, ma poi deve anche difendere, esattamente come Arrigo a Usa ’94, contro la Nigeria, contro la stessa Spagna (la gomitata a Luis Enrique da Tassotti sarebbe stata da rigore, al Var, si sarebbe probabilmente andati ai rigori, nel quarto) e passare con enorme sofferenza. Non ama le critiche, ogni volta fatica ad ammettere la superiorità avversaria, soprattutto a caldo.
Ha ragione Piquè, chi calcia i rigori per primo è favorito, il secondo non può mai sbagliare.
La tecnica del sorriso ha prevalso, quell’abbraccio ostentato di Chiellini a Jordi Alba, con la doppia monetina, il sorriso tirato di Mancini, ai rigori.
L’inesperienza internazionale di Locatelli si è vista, nel rigore sbagliato, e anche il nascondersi di Berardi, che non ha calciato, perchè in serie A, nel Sassuolo, ha sbagliato anche tanto.
Accade spesso che sbaglino i rigori i migliori in campo, Dani Olmo e Alvaro Morata, oppure i campioni, come Mbappè, Pallone d’oro mancato.
Quel rigore di classe di Jorginho, poi, saltello e portiere spiazzato: si è affermato nel Verona, con Andrea Mandorlini, in serie B, prima di passare al Napoli.
La grandezza di Chiesa, dalla Fiorentina (dove ha sbagliato solo un anno) alla Juve, nelle partite chiave c’è sempre, con l’under 21 non riuscì a passare il primo turno della fase finale, con Di Biagio, però ci aveva provato.
Donnarumma potrebbe diventare il miglior portiere al mondo di ogni tempo, per longevità e incidenza può andare oltre Buffon e resistere sino all’Europeo del 2040, quando avrà 41 anni.
L’evoluzione delle sostituzioni, da una compreso (forse) il portiere alle 6 di oggi, ai tempi supplementari. E’ un altro sport. Mancini ha cambiato per difendere e poi ha ricambiato sull’1-1. Paradossalmente, si potrebbero persino portare a 11, in maniera da valorizzare completamente le panchine, in fondo qua sono 26 calciatori, in rosa.
Infine, la versatilità di Giovanni Di Lorenzo, capace di cambiare fascia e di resistere per 120’, limitando gli errori.
Vanni Zagnoli (Foto tratta da corriere.it)