Nasce a Torino Sandro Mazzola, figlio dell’indimenticato Valentino. Legato indissolubilmente all’Inter, dall’esordio avvenuto nel 1961 all’addio del giugno 1977, Mazzola è il quarto nerazzurro più presente in A dopo Zanetti, Bergomi e Facchetti, il quinto tra i goleador di Campionato dopo Meazza, Lorenzi, Nyers e Altobelli. E i successi non mancano: 4 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali e il secondo posto dietro Johan Cruijff al Pallone d’oro del 1971.
Scoperto da Benito Lorenzi che lo nota quattordicenne in una squadra dell’oratorio, Sandro Mazzola debutta in Serie A quasi per caso, nel giugno del 1961, quando il presidente dell’Inter decide di mandare in campo la squadra primavera per protestare contro la decisione della Federcalcio di ripetere la gara con la Juventus. Al comunale di Torino l’Inter perde per 9-1 e Mazzola segna su rigore la sua prima rete della carriera.
Sotto la guida attenta del mago Herrera, che lo trasforma da regista di centrocampo a interno di punta, Mazzola diventa un ariete fenomenale. L‘anno del boom è il 1962-63 segnando 10 reti (una nel derby dopo appena 13 secondi) in 23 gare. Da lì parte una grandissima carriera che lo porta a conquistare tutti i trofei possibili e a firmare reti strepitose come quella segnata l’8 dicembre del 1966 a Budapest, contro il Vasas, dopo aver scartato tutta la difesa avversaria. Mazzola è stato eccezionale per intelligenza e agilità, è stato unico nei dribbling e aveva una facilità disarmante nell’andare in rete, caratteristica che accomuna solo i grandissimi.
Con la maglia della Nazionale gioca da titolare tutte le garedei tre Mondiali cui partecipa collezionando 70 presenze che, fino agli anni Ottanta, ne fanno il terzo più presente dopo Facchetti e Zoff. I gol segnati in azzurro sono 22. Gioca titolare la vittoriosa finale del Campionato d’Europa del 1968 contro la Jugoslavia ed è in campo all’Azteca contro il Brasile nella finale del 1970.