La Nazionale Under 17 si è qualificata per i quarti dei Mondiali (contro il Brasile) battendo 1-0 l’Ecuador con un gol di Oristanio, primavera dell’Inter. Negli ultimi 30 anni era successo solo un’altra volta. Vuoi vedere che abbiamo un futuro?
Una magia su punizione. Oristanio l’aveva già fatta un mese fa a Barcellona, in Youth League. La differenza tra Ecuador e Italia è stata tutta qui, nella giocata di un singolo. … Ma è qui che è entrata in scena la difesa dell’Italia, magistralmente diretta ancora una volta dal portiere Molla, decisivo quando ce n’è stato il bisogno, soprattutto con una parata con la punta delle dita su Mina pochi minuti prima del gol vittoria. E poi la coppia formata da Dalle Mura e da Lorenzo Pirola, che se ha già fatto il ritiro con la prima squadra dell’Inter a 17 anni, un motivo c’è. | Marco Calabresi, la Gazzetta dello sport
Piccola imprevista potenza mondiale. In modo abbastanza sorprendente rispetto ai discorsi cupi che spesso si fanno sul nostro calcio, l’Italia è il solo paese europeo ad aver portato nel 2019 sia la Under 17 sia la Under 20 ai quarti di finale dei Mondiali. L’unico altro paese a esserci riuscito è la Sud Corea.
Ma poi non giocano. Lunedì il CIES ha diffuso il suo ultimo studio sullo spazio lasciato in campo ai calciatori cresciuti in casa (tesserati nel club per almeno tre stagioni tra i 15 e i 21 anni): la Serie A risulta in Europa penultima davanti solo alla Turchia con un’incidenza dell’8.9% sul totale. Ha analizzato i dati Marco Iaria su La Gazzetta dello sport di ieri: “È una questione di investimenti, e anche di cultura calcistica. Lo sforzo che si sta facendo in campo azzurro, dal c.t. Mancini in giù, cioè quello di dare spazio ai giovani, spesso non si concilia con le strategie delle società. La Serie A, salvo rare eccezioni, continua a essere un campionato per vecchi: gli unici Under 21 che giocano con regolarità sono Zaniolo, Tonali, Pinamonti, Luca Pellegrini, gli altri hanno poco spazio, o sono in B, oppure sono emigrati (Cutrone e Kean). Sembra un paradosso ma è così”.
Come stanno andando i più attesi predestinati d’Italia
~ Pietro Pellegri, calcio. Il primo 2001 a segnare nella storia della Serie A. È al Monaco ma non trova pace. Si è fermato di nuovo a settembre per un problema agli adduttori. È il sesto infortunio in 20 mesi.
~ Moise Kean, calcio. Il primo 2000 a segnare in Serie A. È stato ceduto dalla Juventus all’Everton, dove ha 9 presenze di cui 2 da titolare. Non ha ancora segnato. Gioca in media 32 minuti a partita e tocca 14 palloni. Ma in Premier è reduce da due panchine di fila e non va in campo dal 19 ottobre.
~ Matteo Spagnolo, basket. Bronzo europeo con la Under 16 in estate e votato nel quintetto ideale del torneo. È giudicato il miglior 2003 d’Europa. Il Real Madrid lo ha fatto esordire in prima squadra in precampionato. Ora è nella squadra B che gioca in IV Serie. Dopo i 33 punti all’Agumes, nell’ultima partita di pochi giorni fa contro il Districto Olimpico ne ha segnati 21 – di cui 8 decisivi negli ultimi 36 secondi per la vittoria 82-81. Spagnolo è così speciale che la federbasket ha varato un provvedimento per lui. L’Italia rischiava di perderlo. “Siccome i ragazzini italiani di talento adesso vanno anche a giocare nelle giovanili straniere, la Fip correva il rischio di non averli più come italiani. … L’ultimo consiglio federale ha deliberato che è sufficiente giocare una partita con la Nazionale giovanile per recuperare lo status di italiano senza aver completato il processo quadriennale” spiega Tuttosport stamattina. Vale anche per Sasha Grant, un 2002 andato a giocare al Bayern.
~ Lorenzo Bucarelli, basket. Argento mondiale con la Under 19 e votato nel quintetto ideale del torneo. Play guardia, in Serie A con Sassari ha giocato in tutto 27 minuti in 6 partite. Sei punti per lui.
~ Tommaso Oxilia, basket. Argento mondiale con la Under 19 e anche lui nel quintetto ideale del torneo. A maggio si è operato per la ricostruzione del crociato al ginocchio destro. Ha iniziato a prendere parte da pochi giorni alle sessioni di tiro con i compagni del Forlì.
~ Marzia Tagliamento, 23 anni, argento con la Nazionale agli Europei Under 20 del 2016. Ora è la giocatrice con più minuti della serie A, 37 a partita a Battipaglia dove segna 13.2 punti e prende 5 rimbalzi.
~ Sempre basket. Due ragazze d’oro agli Europei Under 20 di Kolovny in estate si sono ritagliate dello spazio a Schio in Serie A: Andre Olbis Futo gioca 17 minuti con 9.2 punti di media e 5.5 rimbalzi; Jasmine Keys gioca 20.2 minuti con 5 rimbalzi e 8.4 punti.
~ Hanno già spazio in Serie A anche due ragazze Under 18 d’oro agli Europei: Caterina Gilli gioca in media 18 minuti con Vigarano (3 punti) e Ilaria Panzera ne gioca 28.6 a Sesto San Giovanni con 11 punti, 4 rimbalzi e 2.2 assist.
~ Il volley è lo sport che offre le chance più precoci in Serie A ai nazionali giovanili. Molti dei ragazzi finalisti al Mondiale Under 21 sono protagonisti nei loro club: lo schiacciature Daniele Lavia e il centrale Lorenzo Cortesia giocano a Ravenna (8 e 4 punti a testa), il libero Federici ha debuttato a Monza, Recine ancora a Ravenna, Mosca è un punto fermo a Massa in A2 come Gargiulo a Castellana Grotte. Mercoledì sera ha debuttato in Serie A come palleggiatore a Monza Lorenzo Giani, classe 2002: subito eletto MVP della partita.
Come gestire la precocità. È il tema a cui El País dedica un’inchiesta di due pagine partendo dall’ascesa recente di Rodrygo, Fati e Cori Gauff. “L’atleta, ragazzo o ragazza, è subito un prodotto circondato dal canto delle sirene e costretto a crescere molto più velocemente di quanto la realtà consigli. Come gestire tutto ciò?”scrive Alejandro Ciriza. Lo ha chiesto all’ex ct spagnolo Del Bosque, all’ex tennista Ferrero, all’ex calciatore Guerrero e all’ex pilota Alzamora. Le parole di Del Bosque: “Uno staff tecnico deve trattare con normalità la questione, trasmettendo attraverso piccoli dettagli il messaggio che restano sempre uno fra tanti. Dobbiamo dire loro: ti abbiamo rispettiamo, ma questo calcio è molto difficile. I responsabili della crescita di questi ragazzi dovrebbero essere realistici e dire loro la verità, che pochissimi ce la faranno ad arrivare. A volte invece vogliamo conquistare la loro amicizia e questo è un errore”.
Chi lascia. Il dropout. Nella fascia di età 11-14 anni, in quella 15-17 e 18-19 anni è stato registrato un calo nell’attività sportiva dal 58.4% al 38 %. “Un problema cui è difficile mettere un freno, oltretutto in un periodo critico dello sviluppo: l’adolescenza, la pubertà. E bisogna dire che l’abbandono dello sport non è contrastato né dalle famiglie, né dalla scuola” ha commentato due mesi fa all’Adnkronos Attilio Turchetta, esperto di Medicina dello sport della Società italiana di pediatria (Sip) e responsabile della struttura di Medicina dello sport dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma
Tratto da www.loslalom.it
Il meglio del racconto sportivo. Scelto e commentato