Tutti dicono Sinner, e Musetti, semmai anche Zeppieri e Nardi, i due talenti tennistici nazionali più appariscenti dietro i primattori giovani del tennis italiano, il 21enne Jannik e il 20enne Lorenzo. Ma la scia degli under 21 azzurri è ancor più consistente, la più c consistente del mondo, con addirittura 8 giocatori fra i primi 20, e con i 21enni Francesco Passaro e Matteo Arnaldi che si sono qualificati fra i magnifici 8 in gara questa settimana al Palalido di Milano per la quinta edizione delle Next Gen Finals. Tutti, curiosamente, provengono da zone diverse del paese, e hanno tutti storie ed evoluzioni diverse. Anche se sono tutti talmente appetibili e vendibili che Davide Lippi, il figlio dell’ex ct della nazionale, Marcello, titolare del Reset Group, ha diversificato le sue attenzioni professionali e, dal calcio, da Giorgio Chiellini, per intenderci ha “firmato”, come si dice in gergo, il figlio prediletto del tennis di Perugia, Passaro, che segue attraverso l’ex volto tv, Alessandro Alciato.
Aggregandosi al gruppo che già comprende il manager Lorenzo Fasola Bologna (M+Performance), 2 preparatori atletici e il maestro di sempre, Roberto Tarpani, allo Junior Perugia. Gruppo che garantisce una comunicazione coi fiocchi: per la prima volta nella storia del tennis italiano, infatti, a ogni risultato di Francesco, arriva la notizia, l’offerta di foto e la possibilità di altre informazioni. Veicolando anche un integratore “M+Performance” che nasce dall’idrossitirosolo, un composto chimico vegetale presente nell’olio di oliva. E circola fra gli atleti con l’indicazione extra: “Regolarizzatore della pressione arteriosa”.
SANA CONCORRENZA
A gennaio Passaro era ancora 600 del mondo, adesso è felice al numero 119: “Jannik e Lorenzo mi hanno tolto attenzioni e pressioni, e intanto hanno aumentato la sana competizione che c’è fra noi giovani che ci stimoliamo e ci sproniamo a vicenda, e ogni volta che uno di noi fa un bel risultato ci diciamo: “Allora ce la posso fare anch’io”. Impegnandoci ancora di più nell’allenamento”, racconta il ragazzo di 1.80 per 82 chili che s’è fatto pian pianino. “Senza fretta, senza bruciare la tappe, coi suoi tempi”, come sottolinea mastro Tarpani. “Io fino a livello under 16 ho giocato quasi niente, mentre altri sono esplosi subito e altri dopo un po’: ognuno ha il suo percorso e di certo non posso paragonarmi a Jannik e Lorenzo, né ad Alcaraz e Rune che sono ancora più giovani. Voglio esprimermi anch’io al top, ma con calma, e mettercela tutta per dare il meglio di me”.
PICCOLI PASSI
Francesco s’è costruito nei piccoli tornei, prima ITF e poi Challenger. “Quelli che gli hanno permesso di fare esperienza e di misurarsi con gli altri, quelli che sono alla base del salto di qualità che ha fatto tutto il movimento tennistico italiano grazie ai nuovi programmi della FIT, che ha anche aiutato i ragazzi con qualche wild card che ha loro consentito di fare le loro verifiche sul campo, passo dopo passo”, suggerisce sempre Tarpani. “Mi sono fatto le ossa nei Challenger, dove ho capito che posso giocarmela con tutti, ora imparerò a livello più alto, negli ATP, a cominciare dalle Next Gen Finals”. Anche su una superficie diversa come quella veloce indoor. “Dove ha messo il naso da poco”, sempre secondo Tarpani.
URRA’ TRIESTE
Dopo aver preso la finale-derby con Bellucci nell’ITF di Monastir, Passaro, un mese dopo, ha vinto il torneo “gemello” sempre in Tunisia, e sempre sul cemento. Partendo dalle qualificazioni, ha quindi perso il Challenger di Sanremo solo in finale e contro Rune – neo numero 1 del mondo superando Djokovic in finale a Bercy -, e anche quello successivo di Forlì, sempre alla settima partita e sempre in 3 set, stavolta contro Musetti. Quindi è arrivato in finale anche al Challenger di Milano anche se ha perso contro Coria. A Trieste ha rotto il ghiaccio conquistando contro Zhang il primo titolo di categoria anche se poi a Como ha perso ancora in finale, con Stebe. Ma all’ATP di Firenze ha superato il primo turno della carriera in un tabellone principale del circuito, battendo ancora Zhang, e a Napoli ha passato le qualificazioni in un altro ATP, pur perdendo subito, come la settimana prima, contro Mckenzie McDonald, al momento troppo più forte di lui, da numero 70 del mondo.
SVOLTA
“Questi tornei mi hanno fatto capire che posso competere pure con questi avversari, anche se sicuramente mi manca la continuità e l’esperienza, e soprattutto la gestione nell’arco della partita, che i miei avversari hanno perché hanno più esperienza a questo livello”, racconta ancora Passaro che ha conquistato due ori ai Giochi del Mediterraneo con la maglia azzurra. “Di sicuro non mi manca la motivazione, e ho anche la mentalità, che oggi posso dire che è diversa, con l’aiuto del preparatore mentale, Rinaldo Pasqua col quale lavoro da un po’”.
PROGRAMMA
Senza Sinner, Alcaraz e Rune, che hanno rinunciato, Lorenzo Musetti (n. 23 del mondo) diventa il favorito del torneo. Capeggia uno due round robin, i gironi all’italiana che promuovono i primi due alle semifinali, con lui nel gruppo Rosso ci sono Jack Draper (45 Atp), Chun-Hsin Tseng (90) e Stricker (116); nel verde, è favorito Brandon Nakashima (Usa), 50 del mondo, nel gruppo con Jiri Lehecka, 75, e gli italiani Passaro, 122, e Matteo Arnaldi, 140.
MARTEDI, sessione diurna, alle 14: J.Lehecka (R.Cec)-PASSARO, non prima delle 15: MUSETTI-Chun-Hin Tseng (Tpe); sessione serale, 19.30: ARNALDI-Nakashima (Usa), a seguire: Draper (Gbr)-Stricker (Svi).