Torniamo a parlare di calcio con il nostro Senator Roberto Beccantini. L’Italia rialza la testa in Champions League con Juventus e Roma che approdano agli ottavi di finale. E il Napoli? Come giudichi la prova dei partenopei in Champions? “Quando sei ostaggio dell’ultimo giro di roulette, e ti fai rimontare addirittura da un Feyenoord in dieci e a zero punti, hai voglia di tirare in ballo il 2-1 dello Shakhtar al Manchester City di Guardiola. Tre trasferte, tre sconfitte: passano, agli ottavi di Champions, le squadre più meritevoli e il Napoli, che fin qui ha giocato molto bene in campionato, non ha fatto niente di particolare per superare il turno”.
Dove ha perso la qualificazione il Napoli? “Credo che fatale rimanga la prima gara in Ucraina, persa 2-1, con Mertens in panchina. Quello è stato un segnale chiarissimo di Mister Sarri, segnale pericoloso ma molto chiaro: precedenza assoluta al campionato”.
Ma il Manchester City non ha fatto molto per vincere la partita o sbaglio? “La santità non è di questa terra, il Pep era già straqualificato e domenica ha il derby con Mourinho. Il Napoli, subito in vantaggio con Zielinski, ha sprecaro un sacco con Mertens, e si è sciolto al gol di Bernard. Molle, lezioso, rassegnato, lontano, ripeto, da quello del campionato”.
Insomma se fino a una settimana fa il Napoli sembrava al massimo della sua forma, la doppia sconfitta contro Juventus e Feyenoord che squadra ci restituirsce? “Sono tempi duri, questi, per i partenopei. D’accordo, mancava la catena di sinistra (Ghoulam-Insigne) e mancava anche Milik. Procedere nella caccia alle attenuanti sarebbe fare il male del Napoli, che resta secondo in campionato e potrà giocarsi carte preziose in Europa League, sempre che ne abbia voglia. Il doppio impegno, o triplo considerando la Coppa Italia, è impresa da squadre serie. Il Napoli lo è, ma la testa è una e rimanere concentrati su tutto non è facile”.
Cosa non va al Napoli rispetto a qualche settimana fa? “Mertens è sgonfio, i tagli per Callejon, stanco, non pagano più. E fra calci piazzati e mal di testa continua a tirare una gran brutta aria. Non sono pochi i lettori che rimproverano a Sarri, del quale pure apprezzano il coraggio delle idee, un certo qual fanatismo tattico. Sul 2-2 con il City al San Paolo, per esempio, non sarebbe stato più opportuno difendere il pari invece di armare il contropiede di Aguero? Forse. Sarri sa giocare solo in quel modo, così come Allegri sa giocare in un sacco di modi, tanto che, a volte, non si capisce bene in quale modo giochi: per i suoi devoti, una virtù; per i suoi detrattori, un difetto. L’ideale sarebbe, l’ho già scritto, un po’ di Sarri in Allegri e un po’ di Allegri in Sarri. Ma non si può. Per fortuna o per sfortuna? Per fortuna. La perfezione, o la sua caricatura, spegne i dibattiti, cancella il livore, scatena la noia. Non sia mai”.
Beccantini: “La scelta di Sarri”
Juventus e Roma passano agli ottavi, il Napoli invece lascia la Champions League per la Europa League. Ma la priorità di Mister Sarri rimane il campionato.