Così allarga il sorriso entusiasta Alberto Ayana, il giocatore professionista-faro della scuola (che farà lezione insieme a Luca Madeddu), e quello dell’architetto Fabio Rivolta, uno dei tre finanziatore (con Antonio Belloni e Danilo Del Pero) del progetto a tutti gli effetti pubblico (per una volta col fattivo sostegno della pubblica amministrazione). Perché gli utenti saranno anche gli studenti delle scuole locali con più convenzioni, perché il campo pratica del drive è molto lungo, 275 metri, e darà soddisfazione anche ai più esperti, perché ci sarà l’illuminazione e si potrà giocare anche di sera, perché ci sarà presto anche un campo pratica di approcci, perché la bellissima club house ospiterà anche un pro shop e un ristorante classici, perché sia il manto erboso che il sistema del recupero delle acque sono all’avanguardia, nel rispetto dei vincoli paesaggistici ed ambientali del parco delle Groane, perché comunque, sui 6 ettari dell’impianto, ci sarà spazio per accogliere fino a 300 soci, perché finalmente anche l’Italia si allinea ad altri paesi europei.
Il Bricch, costato 2.5 milioni di euro (soltanto fare una buca costa 100mila euro), finanziato per metà dalle banche, si chiama così perché è il toponimo di altura, collina, nell’antica lingua celtica che regnava nell’attuale Brianza. Avrà come protagoniste le palle asiatiche Pillinai dalle prestazioni molto simili di quelle da gara. E sposerà le nuove normative federali – ben assecondate dal dottor Borghi al comitato regionale lombardo – per fare del golf uno sport davvero alla portata di tutti. Ovviamente, il progetto ha un obiettivo finanziario: dovrebbe fatturare 5-600mila euro da qui a fine anno, e poi garantirne 3 milioni nei prossimi cinque, potendo ospitare contemporaneamente 70/80 giocatori ed offrendo un’alternativa anche ai non praticanti con la piscina all’aperto. Insomma, un’oasi che aprirà – si spera – la strada ad altri progetti sulla spinta della Ryder Cup.
Vincenzo Martucci