Tale Gioacchino Rossini, uno che di musica si intendeva un po’, parlando della sua arte e di come potesse essere giudicata, disse poche ma chiarificatrici parole: “Tutta la musica è bella, eccetto quella noiosa”. Insomma, nessuna distinzione di genere, solo di qualità: classica, sinfonica, operistica, jazz, pop, rock, rhythm and blues, country, bossa nova, hip hop, heavy metal, disco, reggae, funky, electro, punk e via così, tutta bella quella che è bella. Ah, dimenticavo: e musica da film! Quanto basta per elevare Ennio Morricone ad autore universale, alla pari dei grandi di ogni tempo, riconoscimento che il regista Quentin Tarantino gli aveva attribuito dicendo di preferirlo addirittura a musicisti come Mozart, Beethoven e Schubert.
Ma il paradosso è che proprio nel mondo del cinema una discriminazione è avvenuta e ha penalizzato il maestro Morricone, negandogli riconoscimenti per le colonne sonore dei western, in particolare quelli di Sergio Leone. E si tratta di composizioni che hanno letteralmente stravolto il modo di considerare la musica da film, portando poi quei principi ispiratori anche nei film cosiddetti “più seri”. Che poi l’unico Oscar per la miglior colonna sonora (dopo quello alla carriera) gli sia stato assegnato proprio per un film western (The hatefuleight, di Quentin Tarantino) è solo un tardivo “mea culpa” che non cancella tanti misfatti, compiuti sia nell’Academy, sia nel resto del mondo, a partire dall’Italia: soltanto un Nastro d’argento a Per un pugno di dollari e sempre per i Nastri d’argento una candidatura a C’era una volta il west, rimasto però scandalosamente senza premio. Tutti i riconoscimenti sono arrivati “dopo”, per i film “seri”, quando, già famoso, era diventato un nome che dava lustro al Premio stesso.
Fra le occasioni mancate, c’è anche quella che riguarda i film legati allo sport. E dire che proprio la musica di Morricone, quando sa essere trascinante, si sarebbepotuta adattare benissimo alla narrazione sportiva. Se teniamo a mente esempi come quelli di Vangelis per Momenti di gloria e Bill Conti per Rocky, si può intuire cosa avrebbe potuto comporre Morricone se debitamente ispirato da un soggetto importante. Il problema principale è che in Italia i film con lo sport come soggetto principale non hanno mai avuto degna attenzione da sceneggiatori e registi, ma è anche vero che, sia pure in poche occasioni, Morricone ha dato un contributo a questo tipo di racconto.
Cominciando proprio dallo sport, si può tentare di osservare l’opera di Morricone da un punto di vista un po’ diverso da quello delle varie commemorazioni di questi giorni, magari scoprendo qualche curiosità che possa mettere in luce aspetti meno conosciuti ma altrettanto interessanti. E visto che si parla di musica ritengo utile per il lettore avere a disposizione un riferimento immediato, così inserisco il link dei video di youtube per ascoltare i brani di cui si sta parlando.
MORRICONE E LO SPORT
Sono soltanto quattro le colonne sonore di sport composte da Ennio Morricone che sono riuscito a trovare: due film, uno sceneggiato televisivo e un documentario.
In ordine di tempo, si comincia con un film italiano del 1965, regista Enzo Battaglia: Idoli controluce, Omar Sivori (https://www.youtube.com/watch?v=UMMhWtB_Ojg, https://www.youtube.com/watch?v=R-4BsadchIQ).
Nel 1979, compone musiche per un documentario di Folco Quilici, Invito allo sport(https://www.youtube.com/watch?v=dTXeUqsmoVY, https://www.youtube.com/watch?v=AlT05mi3Jsc, https://www.youtube.com/watch?v=ZZqzfXxahrw, https://www.youtube.com/watch?v=gdOk-HjbSik, https://www.youtube.com/watch?v=Ywd9G11rsog,
https://www.youtube.com/watch?v=OGDsLPko0WU).
Nel 2002 c’è la colonna sonora di un film-documentario degli Stati Uniti sul tema del football americano nelle High School (l’equivalente del Liceo e delle scuole superiori italiani): The Last Game, regia di T. Patrick Murray e Alex Weinress(https://www.youtube.com/watch?v=BB3Ae4wWspY).
Infine, nel 2006, compone le musiche per la miniserie Tv “Gino Bartali – L’intramontabile”, con la regia di Alberto Negrin (https://www.youtube.com/watch?v=g8cC_Z9mlAs).
Come composizioni singole, sono di Morricone anche l’Inno del Mondiale di calcio 1978 in Argentina (https://www.youtube.com/watch?v=Y9IIvcVWE6E) e la musica per il video della candidatura di Milano-Cortina all’Olimpiade invernale 2026(https://www.eurosport.it/olimpiadi/un-olimpiade-incredibile-l-epico-video-di-presentazione-di-milano-cortina-2026_vid1214472/video.shtml), che diventerà poi l’inno ufficiale della manifestazione.
MORRICONE E L’INNO MANCATO
Eppure, se si vuol parlare di musica adatta a un racconto sportivo, in particolare dei momenti più emozionanti della gara, il brano che più si adatta a tutto questo c’è, anche se è stato composto per tutt’altra destinazione, manel titolo tradisce una natura che lo mette di diritto fra le composizioni “nate per lo sport”, per celebrare il momento dello sforzo massimo, della vittoria e della gloria: L’estasi dell’oro. Fa parte della colonna sonora del film “Il buono, il brutto, il cattivo” (sbagliato il titolo che quasi tutti riportano nelle cronache come “Il buono, il brutto e il cattivo”) ed è alla base di tutta la musica “epica” che si è poi sviluppata fino a oggi, con attuali migliori interpreti come Thomas J. Bergersen e Nick Phoenix, anche conosciuti con la sigla Two steps from hell. E’ una musica impetuosa, con un crescendo potente che dà un’emozione fortissima, oltre ad avere un tono grandioso e celebrativo tanto da essere stata scelta come introduzione alla finale del Mondiale di calcio 2018, suonata nello stadio prima dell’inizio.
Nel film, è la colonna portante di una scena altrettanto grandiosa, con Eli Wallach che cerca una tomba in cui sono sepolti centinaia di migliaia di dollari e corre all’interno di un cimitero costruito come un gigantesco cerchio. Il cimitero, con le migliaia di tombe, non esisteva, fu costruito su ordine di Sergio Leone appositamente per quella scena. Il risultato fu spettacolare, con l’unione perfetta tra immagini e musica: https://www.youtube.com/watch?v=fX2rcRkSIQE.
La bellezza e la potenza di questo brano sono tali che non solo lo sport tende a usarlo quanto più possibile, ma è diventato un inno anche nel mondo della musica, di ogni genere, a cominciare dal caso più clamoroso, nel metal rock. Il gruppo californiano Metallica, sin dal 1983, apre ogni concerto con la sua versione dell’Estasi dell’oro. Questo è il filmato di un concerto a Copenhagen: https://www.youtube.com/watch?v=uQvLsifMZIE.
Il frontman dei Metallica, James Hetfield, ha raccontato che fu il loro manager, dopo aver ascoltato la musica che usavano come introduzione alle esibizioni, a dire che era brutta e a suggerire L’estasi dell’oro. Da quel momento, non l’hanno più cambiato. Lo stesso Hetfield dice: “Questa è una delle cose più cool che abbia mai fatto il nostro primo manager. Quello è stato il suo unico consiglio che abbiamo mai seguito”.
E gli esempi si accumulano. Questa musica era suonata anche dai Ramones, gruppo punk rock statunitense, come introduzione ai loro concerti, e dai Kasabian, gruppo indie rock britannico, per entrare sul palco nel festival scozzese T in the park nel 2007, dal violoncellista cinese Yo-Yo Ma, usata come base da Jay-Z per la canzone Blueprint 2, è usata come campionamento per altri album e videogiochi, da wrestler per entrare sul ring, è la colonna sonora nella premiazione dei David di Donatello.
Inoltre, che sia questo brano l’ispirazione o altri da lui composti, Ennio Morricone è ammirato dall’intero mondo della musica a cominciare da Bruce Springsteen, che interpreta C’era una volta il west nell’album tributo “We all love Ennio Morricone”, del 2002, e da tanti altri come gli U2, i Clash, David Byrne, Iggy Pop, Herbie Hancock, Quincy Jones, i Wu Tang Clan, i Prodigy, i Gorillaz.
Ecco l’elenco degli artisti e dei brani interpretati in quell’album tributo: Celine Dion, I Knew I Loved You(da C’era una volta in America); Quincy Jones e Herbie Hancock, Il buono, il brutto, il cattivo; Bruce Springsteen, C’era una volta il West); Andrea Bocelli,Conradiana; Metallica, L’estasi dell’oro (da Il buono, il brutto, il cattivo); Yo-Yo Ma, Malena; Renée Fleming,Come Sail Away; Daniela Mercury ed Eumir Deodato, Conmigo; Dulce Pontes, La Luz Prodigiosa; Chris Botti,Love Affair; Vanessa and the O’s, Je Changerais d’Avis (Se telefonando); Roger Waters, Lost Boys Calling (da La leggenda del pianista sull’oceano); Denyce Graves,Could Heaven Be; Taro Hakase, Addio Monti.
Infine, sono stati pubblicati due album di remix delle musiche di Morricone realizzati da molti altri artisti: Morricone remixes 1 (https://www.youtube.com/watch?v=Zkor-r5pefk) e Morricone remixes 2(https://www.youtube.com/watch?v=X09ptwNvjvY).
MORRICONE E LA MUSICA “SPORCA”
Tutta questa ammirazione, quasi idolatria, ha radici profonde e precise, che si intravedono già nelle canzonicomposte negli anni Sessanta (Se telefonando, cantata da Mina, la più famosa) e negli arrangiamenti, nelle soluzioni mai tentate prima, come il suono ricostruito di un barattolo per la canzone Il barattolo, cantata da Gianni Meccia, e tantissime altre. Ma è nelle colonne sonore che Morricone avvia una vera rivoluzione. Un critico statunitense, quando volle descrivere l’impatto che la sua musica ebbe sui film western, disse: “Nei western americani, quando c’era la musica, sembrava che una orchestra in abito da sera fosse nascosta dietro una collina e le note venissero fuori pulite come in un grande teatro. Con Morricone, dentro quella musica senti la polvere, il vento, i rumori, il fischio delle pallottole, i versi degli animali, i rantolii, gli urli, la verità”.
Con Morricone la musica dei western diventa “sporca” di tutti i suoni che sono anch’essi note del pentagramma e suscitano brividi, emozioni che non erano mai stati sentiti prima. L’esempio più significativo e dirompente è nei titoli di testa e nei primi minuti del primo film della cosiddetta Trilogia del dollaro di Sergio Leone, Per un pugno di dollari: https://www.youtube.com/watch?v=LBrWORFyfAA. Basta ascoltare fino al minuto 10 per capire cosa sta accadendo nella storia della musica da film, e non solo da film. Nei titoli, non c’è la musica pulita, ma il galoppo dei cavalli, gli spari, le pallottole che fischiano, lo schioccare della frusta, tutti suoni che non erano codificati fino ad allora. E quando comincia il film non c’è ancora un tema che accompagni il protagonista Clint Eastwood mentre entra nel villaggio a cavallo di un mulo, ma solo una serie differenziata di note che durano pochi secondi, ma danno già un’impronta nuova, personale e indelebile. E’ uno schiaffo a tutta l’architettura della musica da film per come era stata intesa fino a quel momento, una cattedrale che viene sconsacrata. Poi arrivano anche i temi, bellissimi e trascinanti, ma il tutto sempre nell’ambito di questa nuova concezione.
Così, anche se lo stesso Morricone giudica la musica di Per un pugno di dollari la peggiore composta per Sergio Leone, si può facilmente capire come sia un passo avanti nella storia delle colonne sonore, anche per la varietà dei temi. Ecco i titoli nella versione pulita: https://www.youtube.com/watch?v=oMMh2ibYhKw. Da notare che esiste una versione alternativa, contenuta nel 45 giri pubblicato nel 1964, che dal minuto 2’ non ha la chitarra ma un coro e che secondo me è più bella, ma che non si trova in internet. I temi intermedi, differenti dai titoli e dal duello finale, sono Cavalcata(https://www.youtube.com/watch?v=yss4S-mzSt8) e Senza pietà (https://www.youtube.com/watch?v=0Sb4gjNaAVo), in quest’ultimo notevoli gli ultimi 20 secondi che costituiscono un pezzo a sé e hanno una carica eccezionale. Infine, il brano più famoso, con la tromba solista, a suonare è Michele Lacerenza: https://www.youtube.com/watch?v=mrs7O6XNtxk. E’ il brano conosciuto, oltre che per la sua bellezza, perché è il preludio alla scena con la frase più famosa dei western di Sergio Leone e probabilmente di tutta la storia dei western, con Clint Eastwood che grida a Gian Maria Volonté: “Al cuore Ramon”.
MORRICONE, CARILLON E ORGANO
L’evoluzione della musica di Morricone è rapida, nei due anni successivi a Per un pugno di dollari vengono fuori Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, con sviluppi sempre più sofisticati nelle colonne sonore. La varietà dei brani è una caratteristica sempre più marcata, laddove in tanti film i temi sono un paio, al massimo tre. E l’ispirazione a Morricone arriva anche dalle trame che cominciano a essere più complesse, come il tema dei ricordi del protagonista che hanno un ruolo sempre più importante nella sceneggiatura e, automaticamente, suscitano invenzioni musicali. E’ il caso del carillon dell’orologio di Lee Van Cleef, che gli ricorda la sorella uccisa da Gian Maria Volonté, ed è proprio il carillon protagonista del duello finale, con Clint Eastwood spettatore e socio di Van Cleef, perché la fine del suo suono dà l’avvio alla sparatoria e, musicalmente, passa il testimone all’organo, che si introduce di prepotenza, con le prime note che sembrano una toccata e fuga di Bach, non a caso il compositore che Morricone ammirava di più, e poi ancora la tromba di Michele Lacerenza che porta a compimento il brano e il duello: https://www.youtube.com/watch?v=ao4TIiziT-g.
Sempre in Per qualche dollaro in più c’è l’introduzione del Marranzano, lo scacciapensieri siciliano che qui viene utilizzato magistralmente da Morricone senza che appaia fuori contesto in un western. Lo si può apprezzare bene nei titoli di testa: https://www.youtube.com/watch?v=do3eY5k1wCI. Infine, il tema trascinante de Il vizio di uccidere (https://www.youtube.com/watch?v=mQGAhOzkNSk) e quello malinconico di Addio Colonnello (https://www.youtube.com/watch?v=8YQRjlJRt2E).
Per il passo successivo si torna al brano già citato, L’estasi dell’oro, e all’ulteriore evoluzione della musica di Morricone che nei titoli di testa compie una performance incredibile introducendo l’urlo del coyote per un altro brano diventato famosissimo: https://www.youtube.com/watch?v=saN68UPajC4. Da notare, al minuto 2’00”, la sovrapposizione delle trombe che diventano un vero crepitio che si confonde con gli spari. Il finale è Il triello, con Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef che si fronteggiano al suono della tromba, con un richiamo al carillon al minuto 3’30”, usato diversamente dal finale di Per qualche dollaro in più, ma ugualmente efficace:https://www.youtube.com/watch?v=Kmh6rdRhcOw. Infine, ecco una versione dal vivo, in concerto a Venezia, dell’Estasi dell’oro, leggermente accelerata e ancora più entusiasmante: https://www.youtube.com/watch?v=J3IlqY1CbI0.
MORRICONE, ADDIO AL WEST DI LEONE
Gli ultimi due western con Sergio Leone rappresentano l’evoluzione finale di Ennio Morricone verso la perfezione della musica per questo genere di film, il che potrebbe sembrare riduttivo, ma nello stesso tempo per un passaggio a un livello che lo accomuna, prima ancora di Mission, ai più grandi compositori di sempre. In entrambi i film torna il tema dei ricordi del protagonista, che diventano ancor più la colonna portante della storia e lo spunto per due delle più belle musiche che siano mai state composte, non solo per il cinema.
In Giù la testa c’è ancora una gran varietà di temi, lirici, trascinanti, giocosi, come La marcia degli accattoni, Mesa verde, Dopo l’esplosione, ma pur nella loro bellezza sono letteralmente oscurati dal tema principale, che prende il nome dal titolo del film ma che è universalmente conosciuto come Scion Scion, che poi è la pronuncia di Sean Sean: https://www.youtube.com/watch?v=EbjNhSklUGY. Nella storia, Sean è un vecchio amico irlandese del protagonista James Coburn (John nel film), insieme a lui cospiratore contro gli inglesi. Sean, catturato e torturato, tradisce John, che lo uccide e scappa in America. Ad aggiungere pathos al racconto, nei ricordi di John che vengono fuori poco alla volta nel progredire del film, anche una ragazza innamorata di entrambi. Quella di Sean è una musica che colpisce, oltre che per la bellezza, per la fortissima carica romantica, tanto che le immagini e le note raggiungono l’unisono e la perfezione. Lo si capisce ancora meglio guardando il finale del film, quando John, ferito a morte, ricorda per l’ultima volta i giorni felici con Sean e la loro ragazza: https://www.youtube.com/watch?v=J3iE5IDimhg. Che Morricone non sia stato nemmeno candidato all’Oscar per queste musiche non è scandaloso, è una vergogna.
Infine C’era una volta il west, secondo me la massima, insuperata e insuperabile espressione di musica da film, qualsiasi film. Qui Morricone è letteralmente scatenato, con una varietà incredibile di temi, tutti diversi, senza “riprese” del tema principale, tutti indimenticabili. Il brano più ricordato è quello dei titoli, con la voce di Edda Dell’Orso: https://www.youtube.com/watch?v=qgZl4TzPV_k. Ma ogni protagonista ha il suo tema di riferimento. Quello dei titoli va a Claudia Cardinale. Poi c’è quello per Jason Robards, che intepreta Cheyenne, bandito che si allea con il protagonista Charles Bronson: https://www.youtube.com/watch?v=4hIZFggpAVA. E quello per Gabriele Ferzetti, che interpreta Morton, il signore della ferrovia, il corruttore, con una musica però malinconica, che fa presagire la sua fine e infatti lo accompagna fino alla fine: https://www.youtube.com/watch?v=euqG8dYGRTs. Il cattivo, Henry Fonda, resta senza una musica personale, a lui va di riflesso quella dell’armonica, riservata a Charles Bronson, perché è a lui che è riservata la vendetta. Charles Bronson è L’uomo con l’armonica, un personaggio tragico e shakespeariano, con un ricordo che viene fuori poco alla volta fino al grandioso finale: https://www.youtube.com/watch?v=42NMzFOD8eA. La profondità della musica di Morricone in questo brano, il suo spessore, possono ricordare alcuni momenti particolari della musica di Giacomo Puccini, un autore che sapeva trovare note così intense da portare alla luce l’animo più vero dei protagonisti, che si tratti di Un bel dì vedremo della Madama Butterfly o di E lucevan le stelle della Tosca. Ma soprattutto, sempre dalla Tosca, una tale discesa negli abissi dell’animo umano la si sente nel finale del primo atto, Tre sbirri e una carrozza, anche noto come Te Deum, quando Scarpia mostra il suo perverso amore per Tosca con le parole “Va’ Tosca, nel tuo cuor s’annida Scarpia”: https://www.youtube.com/watch?v=7d0mjOIe2bY. E proprio Morricone rivela a Giuseppe Tornatore, in una intervista poi diventata un libro (Ennio, un maestro), la sua ammirazione per questa musica: “Trovo geniale il finale del primo atto, quando Scarpia avverte quell’aggressività sessuale nei confronti di Tosca”. Non può essere un caso se quelle sensazioni toccano le corde di un compositore, che sia Puccini o Morricone, e gliispirino quella musica così profonda e sconvolgente.
Ci vuole un maestro per l’armonica e Morricone lo trova in Franco De Gemini, autentico genio. Il suono che viene fuori è al tempo stesso limpido ma con qualcosa di indefinibilmente sporco, come polvere, come singhiozzi di chi soffre e ricorda un suo caro ammazzato. La leggenda vuole che per ottenere quel suono l’armonica fu rotta di proposito e che l’effetto ottenuto era irripetibile, ma nessuno vuole confermare. Resta l’incanto di una musica dura che provoca brividi sotto la pelle, ancor più guardando la scena del duello finale: https://www.youtube.com/watch?v=MsMLaFZEIqE.
Anche in questo caso, nessun premio, nessuna candidatura all’Oscar. Che C’era una volta il west sia stato ignorato in questo modo non è scandaloso, è semplicemente ridicolo.
MORRICONE, WAGNER E BEETHOVEN
Un ultimo strascico dei film western merita attenzione perché Ennio Morricone è stato capace di altre imprese inusuali. In questo caso, è notevole l’introduzione di temi di musica classica all’interno di brani tipicamente western, con risultati di alto livello. I brani scelti da Morricone che sono riuscito a individuare nella sua sterminata produzione sono due, uno dei quali utilizzato in due film.
Nel 1966, nel film “La Resa dei conti”, regista Sergio Sollima, Morricone utilizza le note di “Per Elisa”, di Beethoven, per il brano “La sentenza” mischiandole alle sue, si tratta di scena drammatica: https://www.youtube.com/watch?v=_E-jZLoo9GM.
Nel 1973, nel film “Il mio nome è nessuno”, regista Tonino Valerii (ma alcune scene furono dirette da Sergio Leone), Morricone prende la “Cavalcata delle walkirie”, di Wagner, e la usa come contrappunto nel brano “Il mucchio selvaggio”: https://www.youtube.com/watch?v=uchuAFjGymc. Le due musiche si integrano perfettamente e, pur nell’intento giocoso, mostrano come sia possibile prendere due composizioni apparentemente lontanissime e trovare i giusti punti di contatto per renderle armoniose.
Nel 1975, infine, nel film “Un genio, due compari, un pollo”, regista Damiano Damiani, Morricone riprende “Per Elisa” e lo inserisce nel brano “Cavalcata per Elisa”: https://www.youtube.com/watch?v=hewqiM4ssGY. In questo caso, al contrario di quanto avvenuto ne “La resa dei conti”, il tono del brano è entusiasmante, un inseguimento alla diligenza in una commedia-western, con Terence Hill e Miou Miouprotagonisti. Eppure, Morricone riesce anche stavolta a integrare benissimo la musica classica con la sua. Uno stesso brano di musica classica inserito nella musica da film, e già questo è difficile, ma inserito in due contesti opposti: ci vuole davvero un genio per farlo.
MORRICONE, INDICAZIONI PER IL FUTURO
Il viaggio è finito, ma l’eredità di Ennio Morricone resta, come gioia per chi ascolterà la sua musica, come insegnamento e strada da seguire per nuove soluzioni. Alcuni esempi possono dare qualche indicazione.
Partiamo dalla musica “alta”, come quella di Mission, anche questa ingiustamente discriminata nella corsa agli Oscar, candidatura e beffa. Ecco i brani principali:
Tema https://www.youtube.com/watch?v=gonKhSIBP54. Gabriel’s oboehttps://www.youtube.com/watch?v=5Gvrp20_WXM. Completo
https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mDPbKDXHlha6ViQDWYD4cXb4B90a30Dxo.
Torniamo a Sergio Leone, con C’era una volta in America. In questo caso, unica eccezione, nei ricordi del protagonista irrompe un brano non di Morricone, “Amapola”, ma scelta necessaria per riportare l’azione a un periodo ben preciso, l’adolescenza del protagonista Robert De Niro. Poi è un Morricone più lirico del solito: Titoli https://www.youtube.com/watch?v=o1I_GsmeaQk. Deborah
https://www.youtube.com/watch?v=acgVUCe1Y0M. Il risultato è notevole come per gli altri film di Leone.
Un riutilizzo del marranzano, stavolta nel suo ambiente ideale, nel film Il clan dei siciliani, di Henri Verneuil: https://www.youtube.com/watch?v=L848TFFHI5E.
Gli strumenti di una fabbrica usati come strumenti musicali in La classe operaia va in paradiso, di Elio Petri: https://www.youtube.com/watch?v=am135444XWc.
E ancora di Elio Petri, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, una colonna sonora che frantuma tutti i criteri considerati normali della musica, da film e no: https://www.youtube.com/watch?v=wNH_9qzlTS4.
Chissà, qualcuno studierà e imparerà tutte le sue lezioni, ma uno come Ennio Morricone non credo ricomparirà.