Monza è bella, Monza è aperta, Monza è generosa, Monza è curiosa, Monza è sportiva, Monza merita. Intanto merita una domenica di sole caldo e quindi una spinta in più a uscire da casa e farsi una passeggiata con la famiglia. E merita quindi il terzo Open d’Italia di fila, il primo da 7 milioni di dollari, da mercoledì la Pro Am, da giovedì a domenica il torneo European Tour con alcuni dei giocatori più forti del mondo, a cominciare dal campione del Masters, Sergio Garcia. Monza merita che la pallina arancione dello Streetgolf invada festosamente le sue strade, piazze e fontane nel quarto evento della “Road to Rome 2022”, il viaggio del golf italiano verso la Ryder Cup – con la regia della Federgolf – che quest’anno si chiuderà il 28 ottobre in Piazza Santa Croce a Firenze. Dove il famoso trofeo sfilerà nel centro storico in una grande festa di questo sport che coinvolgerà i circoli e gli istituti scolastici. Con ancora lo Streetgolf che sventolerà il vessillo della promozione e del turismo, prendendo per mano i fiorentini alla scoperta delle bellezze del golf e della loro città.
Firenze riceverà una lezione di sport e di passione ai suoi figli da parte dei giovani ed appassionati maestri Fig. Sarà un’altra straordinaria prestazione, esattamente come quella che ha appena ricevuto Monza, in piazza Trento e Trieste, invasa da oltre 3000 persone, moltissime donne coi loro bambini. Una festa che lascia con il sorriso spalancato dalle 10 del mattino alle 5 del pomeriggio proprio grazie a sei meravigliosi ragazzi vestiti di bianco. Edoardo Marelli, anni 22, handicap 1, gioca a Monticello, e a Monza aiuta chi tenta a imbucare nell’auto col portabagagli aperto. “Sono felice di contribuire a far crescere il golf con manifestazioni come questa, perfetta per avvincere i bambini. Speriamo che, contenti di aver provato a tirare la pallina, si avvicinino al nostro sport”. Andrea Figini, anni 23, handicap 3, del Club Milano, coordina il tiro verso i bidoni, entusiasta: “Che grande esperienza, questa, calcolando che mi piace insegnare e voglio fare il maestro. Vorrei contribuire a cambiare la mentalità che abbiamo in Italia di un golf sport d’élite, costoso, perché costa meno che l’iscrizione in palestra. Piuttosto proverei a fare giocare i bimbi col metodo Snag per fargli prendere più spesso la palla, visto che quando non ci riescono è frustrante”.
Il primo concetto dei ragazzi d’oro che, da maestri, guidano i bambini verso il golf del futuro, è semplice: “Non bisogna colpire con forza, se fai bene il movimento la palla si alza da sola”. Luca Schenriff, anni 22, handicap 2, genitori scozzesi, fa un vero e proprio inno al golf: “Per me è lo sport più bello, insegna tanto, a controllare le emozioni, a mantenere la concentrazione, a gestire le situazioni, in campo”. Il più giovane dei maestri in piazza a Monza, Tommaso Orsi, ha 17 anni appena, gioca a Molinetto ed ha handicap 1: “Io ho cominciato a giocare a golf a 6 anni, e vorrei tanto che molti di questi bambini cominciassero anche loro subito, così da giocare proprio bene. Del resto insegnare golf è il mio sogno”. Andrea Vercesi, anni 22, è già professionista, e punta a un’Italia diversa: “Vorrei che non si parlasse solo di calcio, vorrei che i ragazzi acquisissero la mentalità diversa di questo bellissimo golf, uno sport che ti fa crescere molto. Io lo gioco dai 4 anni. E ho visto che tante cose sono anche migliorate: a San Siro, ad esempio, c’è un campo pratica che è pieno durante la pausa pranzo e la sera, quando la gente stacca dal lavoro. E ci sono altre soluzioni a buon prezzo, per cui il golf in realtà è alla portata di tutti. Proviamolo, provatelo”.
La postazione del drive rappresenta il richiamo più forte per i bambini di Monza, un po’ perché possono tirare forte e basta, un po’ perché sembra che il maestro-dimostratore-educatore canti proprio “Lasciate che i pargoli vengano a me” e li attragga come il famoso Pifferaio della favola. Li accoglia, da subito, soave. “Ciao, io sono Alessandro, e tu come ti chiami?”. E, col sorriso e i modi di chi è nato per quello, li accompagna cin amore ad ogni tentativo, esortandoli comunque: “Bravo, bravissimo, batti un 5”. E’ Alessandro Marsala, anni 23, handicap 0,1, delle Rivedine, e confessa sereno: “Mi piace far giocare i bambini, l’ho già fatto all’Educamp del Coni all’Idroscalo e ancora col Coni, l’anno scorso a Monza. Mi piace vivere con loro il primo contatto con la pallina da golf ed accompagnarli alla scoperta di questo sport bellissimo che li può portare in posti sempre diversi, e bellissimi, e ad esperienze importanti e bellissime. Mi piace anche vedere la differenza fra quelli che subito, per natura o perché già giocano, hanno un impatto facile e quelli che ci mettono un attimo di più ma poi hanno facilità di apprendimento. Cerco soprattuto di farli divertire: è importante che colpiscano la pallina e vengano via col sorriso. E alla fine sono io che imparo da loro”.
Se tutti i maestri fossero così come gli angeli di Monza, se il golf si aprirà davvero alla gente, se i valori di questo sport verranno compresi e sposati, se il turismo diventerà davvero parte integrante del progetto Ryder Cup 2022 e toccherà tutte le realtà italiche, allora tutte le strade porteranno davvero a Roma…
VINCENZO MARTUCCI