Ora sì. Il momento è finalmente arrivato. Domani mattina, giovedì 10 ottobre, comincerà il 76° Open d’Italia. Com’è noto, si giocherà sul percorso dell’Olgiata, a Roma. L’anno scorso trionfò Thorbjørn Olesen; quest’anno il danese non potrà però difendere il titolo conquistato al GardaGolf. Thorbjørn è stato infatti accusato di molestie e atti osceni su un aereo che lo portava da Nashville a Londra nello scorso agosto: il board dello European Tour lo ha sospeso fino alla fine del processo.
La quinta tappa delle Rolex Series non vedrà dunque la partecipazione del defending champion. Ci sarà invece il vice-campione Francesco Molinari, l’anno scorso secondo a un colpo dal primo, che scatterà dalla buca 10 alle 8.30 di domani insieme a Shane Lowry e Matt Wallace. Ieri pomeriggio il torinese, nella conferenza stampa, ha dichiarato che gli piacerebbe vincere l’Open d’Italia anche per battere uno speciale record: “Per ora ho vinto questo torneo due volte come Ugo Grappasonni; ne sono ben cosciente e mi piacerebbe farlo una terza. Spero di farlo quest’anno, o comunque prima della fine della mia carriera”. Chicco secondo i bookmakers è il terzo favorito per la vittoria finale ed è quotato a 16. Prima di lui, Paul Casey a 9 e Justin Rose a 12.
A proposito di Rose, un altro tee time da tenere d’occhio sarò proprio il suo, poiché colpirà il primo drive alle 13 ed è in gruppo con Andrea Pavan e Danny Willet. Andrea è di Roma e quindi il torneo, a sua detta, assume un significato ancor più speciale. Vincendo arriverebbe a tre successi sul Tour (dopo quello del Czech Masters 2018 e del Bmw International Open di quest’anno). L’altro romano in gara è Renato Paratore, anche lui molto in forma; “Renny” comincerà il suo Open alle 8.00: nel suo flight anche Schwab e Bezuidenhout. Oltre ai tre già citati, gareggeranno anche gli azzurri Filippo Bergamaschi, Enrico Di Nitto, Edoardo Raffaele Lipparelli, Francesco Laporta, Edoardo Molinari, Lorenzo Gagli, Matteo Manassero, Nino Bertasio, Guido Migliozzi e Lorenzo Scalise.
Gli italiani saranno dunque tredici. Ventotto i top 100 del ranking che prenderanno parte al torneo. Il field è davvero stellare.
L’ultimo a vincere all’Olgiata fu l’inglese Ian Poulter nel 2002. Il percorso è un par 71 lungo 6878 metri disegnato da Kenneth Cotton e inaugurato nel 1961. I pini marittimi sono praticamente ovunque e disegnano impegnativi dogleg; diverrà quindi fondamentale non sbagliare il primo colpo dal tee. I green sono velocissimi. In palio ci sono 7.000 punti per la Race to Dubai e 7 milioni di dollari di montepremi (al vincitore 1.116.000 $). Che dite, cominciamo?