La Masters Next-Gen di Milano ha spaccato in due il mondo del tennis. Da una parte c’è chi elogia l’idea dell’Atp, gli sforzi di tutto l’apparato organizzativo alle prese con un’infinità di nuove regole, e dall’altra parte c’è chi critica in toto la kermesse milanese, partendo proprio dallo scarso tasso tecnico dei protagonisti, orfani del loro leader, Alexander Zverev, impegnato da domenica nelle più prestigiose Atp Finals di Londra.
Il format creato dell’Atp è buono, l’aver riportato il tennis in una piazza importante e affamata come Milano pure, ma è difficile pensare che possa attecchire e durare nel tempo diventando. Certo è stata voluta e pensata per dare spazio e visibilità ai giovani, in un periodo storico in cui ai primi due posti del ranking mondiale ci sono un trentunenne e un trentaseienne, senza considerare che il 50% esatto dei top 20 ha più di 30 anni.
Come puo’ radicarsi nel tempo se il suo antenato, lo Young Masters, durò appena tre anni in un periodo storico straordinario e stracolmo di baby campioni?
Sì perchè tra il 1984 e il 1986 l’Img, che curava gli interessi di tantissimi top player, s’inventò una competizione riservata agli under 21, quando under 21 erano gente come Becker, Edberg, Cash e Wilander.
Il primo Young Masters si svolse a Birmingham nel gennaio del 1984 ad aveva un montepremi di 150 mila dollari, di cui 18 mila per il vincitore e 12 mila per il finalista. L’elenco delle teste di serie era impressionante con Mats Wilander (fresco vincitore dell’Open d’Australia 1983 dopo l’exploit di Parigi 1982) numero 1, Sundstrom 2, Nystrom 3, Cash 4, Krickstein 5, Edberg 6, Pimek 7 e Forget (che poi diede forfait) 8. Il torneo perse subito Wilander, battuto dallo statunitense Sammy Giammalva, poi Krickstein, eliminato da Boris Becker, e Cash, fatto fuori da Ricky Brown, fresco vincitore dell’Orange Bowl. Nella parte bassa del tabellone si face avanti Stefan Edberg che mise fuori gioco prima Nystrom e poi Sundstrom in semifinale. Nella parte alta il più forte di tutti fu Becker che in semifinale (al meglio dei 5 set) rifilò tre set a zero al povero Giammalva. La finale, giocata il 6 gennaio, fu un antipasto perfetto di quella che sarebbe stata la rivalità più famosa di fine anni 80. A vincere fu il tedesco al termine di cinque set molto emozionanti: 4-6 6-3 6-1 4-6 6-3 lo score per Becker.
Dodici mesi dopo l’Img spostò il torneo da Birmingham a Berlino Ovest e cambiò anche la formula. Non più eliminazione diretta ma quattro gironi all’italiana, semifinali e finale al meglio dei 5 set: nel gruppo rosso facile vittoria di Mats Wilander che lasciò per strada 6 game in tre incontri contro Schwaier, Kent Carlsson e Oresar. Nel gruppo blu si qualificò lo svizzero Jakob Hlasek che dopo aver battuto in 2 set sia Muster che Forget, sudò per imporsi al terzo su Sundstrom. Nel gruppo verde emerse il campione in carica Boris Becker su Jimmy Brown, Lundgren e Vajda, infine nel gruppo oro venne fuori Emilio Sanchez che prevalse su Agenor e Johan Carlsson, tutti a pari punti con 2 vittorie e una sconfitta; ultimo del girone fu il nostro Claudio Pistolesi che chiuse con un set vinto (su Carlsson) e sei perduti. Nelle semifinali Wilander battè Hlasek 6-3 7-6 e Becker regolò Sanchez con un doppio 6-4. In finale facile successo di Becker che battè 6-1 7-6 6-0 un Wilander a corto di idee.
La terza edizione del Masters under 21 si giocò a Stoccarda nel dicembre del 1986. Stessa formula con quattro gironi all’italiana. Nel gruppo rosso Becker si salvò per la differenza set (5 vinti e 2 persi) su Andrei Chesnokov (5 vinti e 4 persi) che piegò il tedesco nello scontro diretto, e Jonathan Canter (3 set vinti e 5 perduti). Nel gruppo blu tre vittorie di Eric Jelen su Lundgren, Stenlund e Muster, nel gruppo giallo passò Kent Carlsson davanti ai nostri Paolo Canè e Claudio Pistolesi, infine nel gruppo verde la differenza set premiò Jonas Svensson su Johan Carlsson e Horst Skoff. Semifinali senza storia: Becker battè Jelen 6-3 6-4 e Svensson superò Kent Carlsson 6-0 6-4. Finale invece equilibrata per due set con il terzo successo di Boris Becker che superò Jonas Svensson per 7-6 7-6 6-3.
Qui finì l’avventura di un torneo che aveva grandissimi protagonisti. Ion Tiriac, manager del tedesco, comunicò agli organizzatori che Becker non avrebbe partecipato all’edizione del 1987 e neppure a quella del 1988. Così senza più Becker, con Edberg e Wilander fuori dai giochi per l’età, il circo dello Young Masters chiuse per sempre i battenti, prima della resurrezione di Milano.
NextGen: una storia già vista, dalle comete superstar Becker e Edberg a un super gruppo. Stavolta il progetto deve resistere
A 30 anni dalla fine dello Young Masters, l'Atp ripropone la manifestazione riservata agli under 21. La prima volta durò 3 edizioni, poi si spensero i riflettori nonostante la generazione di fenomeni