Con la partenza del campionato di Serie A Elite femminile (trasmesso da DAZN, che proporrà la diretta di un incontro a settimana), dopo i buoni risultati della nazionale (i quarti di finale raggiunti agli ultimi Mondiali e il decimo posto nel ranking internazionale), analizziamo lo stato del nostro rugby rosa, attraverso le voci degli allenatori delle squadre partecipanti incontrati a Milano.
ARREDISSIMA VILLORBA RUGBY – LE RICCE
Ilario Tommasini, allenatore Villorba Rugby: “A livello societario l’impegno nello sviluppo del rugby femminile c’è. Ovviamente non può essere alla pari con quello maschile per ovvi motivi di campionati, ma c’è. Abbiamo una maschile in serie A, una C e siamo in Serie A Elite. A livello strutturale siamo alla pari con le strutture mediche e a livello tecnico siamo ben strutturati, abbiamo una Under 14 e una 18 sempre nel femminile. Quindi direi che sì, siamo alla pari; certo si può migliorare come tutte le cose, ma siamo ad un buon punto di partenza. La società crede nel femminile. Il sabato della finale dello scorso anno per esempio la consegna delle maglie alle ragazze è stata fatta dai ragazzi, come segno di dialogo tra le squadre, ma voleva essere anche di buon auspicio visto che i ragazzi erano stati appena promossi in serie A. Anche il mercoledì abbiamo la sessione di palestra sia per gli uni che per le altre al minuto e la collaborazione è massima il che dimostra il buon dialogo tra atleti”.
BENETTON RUGBY TREVISO – RED PANTHERS
Vittorio Candiago, allenatore del Benetton Rugby Treviso: “Sicuramente il paragone con il livello maschile è difficile da fare perché il divario è troppo elevato. Il Benetton si sta impegnando per dare alla ragazze le strutture e gli strumenti per crescere e cercare di incrementare i numeri raggiunti in questi anni. E’ indubbio che c’è una parte della società che spinge molto per il settore femminile, ma il problema è che il Club vuole essere competitivo in tutte le categorie e quindi è molto difficile in termini logistici accontentare tutti, però siamo contenti del lavoro che sta facendo perché ci dimostra che vuole aumentare l’impegno”.
VALSUGANA RUGBY PADOVA – VALSUGIRLS (CAMPIONE D’ITALIA)
Nicola Bezzati, allenatore Valsugana Rugby Padova. “La società Valsugana sotto la mia gestione è partita 10 anni fa, con obiettivi chiari per quanto riguarda l’aumento numerico delle praticanti. Da lì poi si doveva pensare di strutturare il settore sia a livello senior che junior attraverso un percorso formativo che prevedeva risultati sportivi. Perché, diciamoci la verità, senza le vittorie si fa fatica a raggiungere a livello sociale obiettivi numerici e di organigramma. Spiace, ma è così. La società su questo ha dato negli ultimi anni un’impronta molto professionale, non professionista cioè: lo staff allargato con più preparatori, tre, quattro dirigenti, un mental coach e un direttore generale solo del settore femminile. Questo vuol dire che di fatto è un settore che va e deve andare avanti per la sua strada perché come tempi, numeri ed energie siamo diversi dalla pratica del settore maschile. Con lo staff azzurro il percorso si sarebbe dovuto iniziare prima perché per alzare il livello c’è bisogno di tutti: l’interazione tra club e federazione deve essere continua e quasi quotidiana perché presente, futuro e passato vanno di pari passo. Il passato serve per ricordare le vittorie ed eventualmente evidenziare gli errori; il presente lo si vive quotidianamente e il futuro lo si costruisce giorno per giorno. Su questo siamo sulla buona strada. Infine, c’è ancora tanto da lavorare, ma molto, sotto il profilo della cultura sportiva, ma ci stiamo riuscendo. Lo dimostriamo oggi con la nostra presenza così come i tanti club che lavorano a piccoli ranghi. Ma dobbiamo crescere, con numeri e progetti seri, grazie anche alla Federazione”.
UNIONE RUGBY CAPITOLINA – LE CAPITOLINE
Alessandro Martire, allenatore Unione Rugby Capitolina: “Noi abbiamo la grande fortuna di essere un Club totalmente amatoriale, quindi non ci sono investimenti per giocatori e allenatori che vengono da fuori. Tutto “è fatto in casa” quindi squadra maschile e squadra femminile vengono trattati allo stesso modo. Ovviamente a causa dei numeri, perché la maschile ha quasi cento tesserati, la femminile 30, sono previsti un po’ più di investimenti a livello tecnico e per numero di allenatori alla maschile.
Stiamo cercando però di trovare risorse sia economiche sia numeriche come giocatrici e tecnici che ci diano una mano perché come si può ben immaginare 30 giocatrici per una squadra che gioca nella massima divisione non è un numero altissimo. Ci stiamo lavorando e ce la faremo anche perché l’età media è dalla nostra”.
LEONESSA RUGBY (RUGBY CALVISANO)
Alessandro Pinna, allenatore Leonessa Rugby: “Forse tra gli allenatori presenti oggi sono il più fortunato perché rappresento un Club nuovo nato dall’unione di 4 club storici, Calvisano (ndr società che essendosi garantita lo scorso anno l’accesso all’Elite porta avanti il triplo tutoraggio), Centurioni, Rovato e Brescia proprio per realizzare un progetto femminile unico che crei un ambiente favorevole alle ragazze, superando così diversità di genere che è innegabile nel rugby esistono. Esistono ed è un obbligo per noi fare qualcosa perché non sia più così. Questo è il nostro obiettivo, non facile da raggiungere viste le storie diverse dei 4 club nati in fondo sulle basi di una tradizione rugbystica maschile. Lavoriamo perché cambi la cultura, ma le difficoltà che incontriamo sono le stesse alla fine che si incontrano quotidianamente in Italia, non solo nel mondo del rugby. Il “make up femminile” se nelle istituzioni esiste e può tenere, nello sport come il nostro non è così facile farlo perché quando dalle parole si passa ai fatti, il trucco cola. Occorre allora impegnarsi in questo senso, pensando bene a tutto e facendo i passi giusti un po’ alla volta.
Noi abbiamo scelto di iscriverci alla Conference (ndr competizione riservata alle squadre non coinvolte nella fase play off per l’assegnazione del Titolo di Campione d’Italia) perché la troviamo utile nel coprire i buchi del campionato, utile per la società, ma anche per le ragazze.
Infine, vorrei attirare l’attenzione su come il femminile nel rugby è un mondo nuovo, una novità che si sta sviluppando e che bisogna essere pronti a cogliere: non si possono allenare le donne come si fa con gli uomini. Quanto sta facendo la federazione è apprezzabile, ma bisogna investire di più; non basta adattare alle donne ciò che è stato costruito per gli uomini. Capisco anche che non si può fare tutto subito. La strada è giusta, ma bisogna fare di più dal punto di vista educativo“.
CUS TORINO RUGBY
Paul Marshallsay, allenatore Cus Torino Rugby: “Il Cus Torino sicuramente ha fatto un passo importante portando un allenatore da fuori al femminile, non solo economico. Un passo dimostrativo per far capire che qualcosa stava cambiando. Un segnale forte che ha anticipato altri passi di avvicinamento verso una parità di trattamento ed è un fatto che mi inorgoglisce.
Investimenti ed attenzione verso il femminile devono aumentare da parte di tutti e anche le donne devono impegnarsi ad essere presenti, sostenere le atlete, pretendere che le società siano presenti alle partite. La nazionale femminile per esempio anche se ottiene risultati migliori incassa meno a risultati di pubblico. Forse anche perché ci sono meno idoli per le bambine che spesso vengono indottrinate a fare altri sport e quindi diventa poi più difficile avere giocatrici, ci sono meno numeri e quindi meno competizione. Detto questo trovo che sia un buon inizio. Ho visto anche altre Società muoversi in questa direzione seguendo l’onda di entusiasmo verso il femminile. Infine, ben vengano tutti i proclami, ma la verità è che c’è ancora tanta differenza e le ragazze lavorano duramente e meriterebbero molto di più”.
RUGBY COLORNO – LE FURIE ROSSE
Michele Mordacci, allenatore Rugby Furie Rosse Colorno: “Io mi sono avvicinato da pochissimo al femminile però sono 22 anni che lavoro full time al Colorno e ho visto l’embrione delle Furie Ross crescere fino ad oggi. La società ci crede molto e ci sta investendo molto e infatti molte sono le ragazze che non essendo espressamente di Colorno chiedono di venire a giocare da noi, perché non solo le seguiamo dal punto di vista sportivo, ma anche lavorativo.
Non siamo ancora alla parità tra maschile e femminile, però la struttura che c’è a Colorno dallo staff medico a quello tecnico, alla club house, agli impianti è all’altezza del campionato e soprattutto di queste ragazze che per i sacrifici che stanno facendo si meritano tutto quello che riusciamo a mettere a loro disposizione. All’inizio le ragazze erano un momento di aggregazione, ma sono state breve loro a perseverare ed io oggi posso raccogliere quello che loro hanno seminato; due atleti della prima squadra maschile seguono costantemente i loro allenamenti; l’azzurra Giada Franco ci aiuta ad allenare le ragazze dell’Under 14 e 18, oltre a darci una grande mano dal punto di vista tecnico con la prima squadra. Sicuramente si può fare ancora tanto, ma ormai la strada è stata avviata anche se bisogna ancora battere e combattere certi pregiudizi. Per esempio io ho cercato di indirizzare le mie figlie perché capisco che dal rugby si può ottenere tantissimo, come le nostre ragazze dimostrano quotidianamente.
Da allenatore, spero di dare un po’ di difficoltà al Valsugana. I segnali ci sono tutti”.
Il campionato di Serie A Elite, chiamato allo stesso modo dell’analogo maschile per equiparare “i due rugby”, prevede otto squadre, suddivise in due gironi con gare di andata e ritorno: Valsugana Padova (campionesse in carica), le Erinni del CUS Milano, CUS Torino e Calvisano (Leonessa Rugby) nel primo; Arredissima Villorba, Colorno, Unione Capitolina e Benetton Treviso nel secondo. Conclusi i primi sei turni, le prime due classificate di ogni girone comporranno una Pool Playoff, mentre le terze e le quarte disputeranno la Pool Playout. Al termine del girone playoff, le vincitrici di ogni Pool si affronteranno nella finale che assegnerà il titolo di Campionesse d’Italia, mentre la squadra quarta classificata nel girone playout retrocederà in Serie A.