Anche fra i coach, ci sono le categorie. Guarda la Premier League, il campionato di calcio inglese, il più ricco e ben frequentato al mondo che allinea gli assi della specialità, Guardiola, Klopp e Mourinho. Vale anche nel tennis, dove ci sono i coach pionieri, i coach più vincenti e quelli che hanno lasciato il segno più importante sui loro clienti. E ci sono anche quelli che sommano tutt’e tre queste caratteristiche, senza macchie, senza buchi neri, se non dettati proprio da evidenti limiti dell’assistito. Sono personaggi particolari, anche scomodi, questi “Special One” che guardano tutti dall’alto in basso e li catalogano sdegnosamente, “zeru tituli”. E sono anche quelli che si fanno pagare di più. Molto di più.
Fra questi, fra i numeri 1 dei numeri 1, spicca l’ex pro e poi allenatore belga, il 39enne Wim Fissette. Che, via web, nell’imminenza della nuova stagione, appare in una foto a tavolo insieme a più persone, nell’entourage di Naomi Osaka, la più iconica delle star del tennis donne. E, anche se manca ancora l’ufficialità, l’indizio che sia nato un nuovo connubio tecnico è fortissimo. Ed è anche più che plausibile.
E’ anche vero che la maggior parte dei tennisti sono anche un po’ spilorci quando si tratta di scegliere i collaboratori, gli specialisti da assoldare per effettuare un salto di qualità o anche solo un minimo miglioramento. Fino a ieri l’altro, anche Naomi Osaka la pensava così. O almeno l’ha fatto quando il suo amico-neo coach Sascha Bajin, dopo averla portata a vincere due titoli dello Slam, a battere il suo idolo Serena Williams nella finale di New York, e a salire al numero 1 del mondo, ha chiesto un “upgrading”. E lei, dopo 15 mesi miracolosi, l’ha salutato seduta stante.
Non è la prima volta che il fenomeno nippo-statunitense viene accusata di avere il “braccino corto o almeno di non essere riconoscente verso i tecnici che hanno aiutata: era già finita in Tribunale per non aver rispettato un contratto firmato nel 2011 con coach Christopher Jan, una cosuccia di due milioni di dollari, quando non era ancora famosa e – sembra – si era impegnata a retribuire l’allenatore con una percentuale sui futuri introiti. Lasciata la guida Bajin, Naomi s’è convinta di poter camminare con le proprie gambe, invece ha accusato un evidente contraccolpo, che è durato fino a fine stagione, quando ha avuto un sussulto nella campagna indoor asiatica. Insoddisfatta, comunque anche del nuovo accompagnatore tecnico, un altro ex sparring delle Williams, Jermaine Jenkins, che aveva promosso sul campo. E che ha abbandonato di colpo, novella Mantide religiosa.
Alla vigilia di una stagione così importante, che ha il suo acme nell’Olimpiade a Tokyo, dove sarà la super-star, ci sta eccome che Naomi cerchi un tecnico di qualità. Che, dopo essere stato al massimo numero 1291 del mondo da tennista pro maschile, nel 1999, è diventato un allenatore di successo nel tennis donne, contribuendo al trionfale ritorno di Kim Cljisters del 2009-2011 dopo la gravidanza. Poi ha portato Sabine Lisicki a giocare una finale Slam, a Wimbledon 2013 (dopo aver stoppato l’imbattibilità di Serena Williams dopo 34 match). Nel 2014, ha quindi accompagnato Simona Halep alla prima finale Slam, al Roland Garros, e alla prima semifinale a Wimbledon, fino a toccare il numero 2 del mondo. Nel 2105-2016, ha rilanciato Vika Azarenka che era scesa al numero 5 della classifica, prima che rimanesse incinta e abbandonasse momentaneamente il circuito.
Nel 2017, ha condotto al vertice e addirittura al numero 4 del mondo Johanna Konta, con la prima semifinale inglese a Wimbledon da Virginia Wade nel 1978. E quindi, nel 2018, ha rispinto in alto l’ex n. 1 Wta, Angelique Kerber, con le semifinali agli Australian Open e il successo a Wimbledon, per poi separarsi dalla tedesca per “differenze di opinioni sulla direzione futura”. Un’espressione in politichese che lasciava intendere qualcosa di molto più profondo, come un mancato impegno davvero totale della 31enne tedesca.
Qual è il segreto di Fissette? Come riesce ad ottenere il massimo dalle sue clienti? Che cosa potrà fare realmente con l’ennesima tennista già concretamente strutturata come Osaka? Entrando nel sito web del coach belga si trovano tutte le risposte a questi quesiti. L’espressione-chiave è: “Le cose non succedono a te, ma succedono a causa tua. Come oratore motivazionale, non vedo l’ora di dirti di più sulle “chiavi del successo”. Ho letto molti libri di tecnica e tattica, e sono giunto alla conclusione che non esiste un modo migliore per colpire un diritto e non c’è un piano di gioco “top” che ti dice come vincere una partita. Il successo si basa su una moltitudine di fattori, la chiave è assumersi le responsabilità”. Della serie: “Tutto, come sempre, parte dalla testa”.
“Non c’è un piano di gioco “top” che ti dice come vincere una partita. Il successo si basa su una moltitudine di fattori, la chiave è assumersi le responsabilità”.
Senza però tralasciare il mondo in cui viviamo ed essere quindi moderni, attuali, e avere un occhio ben vigile sulle statistiche: “In qualità di ambasciatore ufficiale mondiale dell’allenatore di tennis di SAP (Tennis Analytics for coaches), istruisco i colleghi su come utilizzare le statistiche, per aiutarli ad analizzare gli avversari in preparazione e durante le partite e a valutare i propri giocatori. La tecnologia nel tennis a tutti i livelli sta diventando sempre più importante e sono entusiasta di farne parte”.
Il sito è quindi condito di tante foto sorridenti con lui e le famose allieve, ma anche con la propria famiglia. Wim trasmette sicurezza, offre risultati, incute fiducia: gli elementi di cui chiunque di noi ha bisogno. Figurarsi una campionessa come Osaka che deve prendere decisioni decisive in pochi attimi, sul campo da tennis, deve tenere sempre alto il livello e deve anche cambiare marcia nei match importanti contro gli avversari più forti. Naomi accetterà questo primo vero patto con un diavolo come Fissette, è davvero pronta ad un impegno così importante e impegnativo? Al di là del dritto e rovescio è questo il vero dilemma che aleggia attorno al nuovo clamoroso matrimonio del tennis donne. Che, sulla carta, può portare la Osaka a diventare la superstar degli anni a venire.