Quasi sempre l’infortunio capita nel momento in cui l’atleta è in piena forma e stapuntando a un grande obiettivo e……. tutto in un colpo si ritrova a non potersi più allenare e vedere allontanarsi l’obiettivo prefissato. Basta guardare il volto di un atleta che ha appena subito un infortunio per accorgersi dei pensieri negativi che gli passano per la testa: dolore, il tempo che dovrà passare fuori dalle competizioni e ciò …….. per lui significa accorciare la propria carriera, non essere per un certo periodo protagonista a livello internazionale, non percepire premi o non poter partecipare a eventi sportivi importanti.
Cosa fare?
Ti do un consiglio: “Caro atleta sei solo tu che puoi controllare la situazione con i tuoi atteggiamenti, le tue azioni, i tuoi comportamenti e i tuoi pensieri. Vivi solo nel presente, il passato è andato e lamentarsi non lo cambierà. Il futuro non è ancora arrivato e solo tu, prendendo in mano il controllo avrai l’opportunità di influenzare il futuro. Diventa proattivo, utilizza il tempo dell’infortuni, magari per lavorare su aree che in precedenza avevi trascurato: ad esempio la flessibilità, il core stability, l’equilibrio e la coordinazione!”.
Dopo l’infortunio
Nel periodo dopo l’infortunio è importante che l’atleta mantenga un atteggiamento positivo, è sicuramente il comportamento mentale che gli permetterà di continuare a spingere in avanti sino al momento in cui non sarà completamente guarito per riprendere gli allenamenti. L’importante è che l’atleta in questo periodo sia sempre positivo perché le energie negative rallentano il recupero. E’importante che impari a gestire mentalmente l’infortunio e riesca a convertire in modo funzionale le sue emozioni (la rabbia e il sentimento di impotenza, la paura e l’ansia) attraverso un percorso di consapevolezza e di controllo del suo stato fisico ed emotivo. Non deve cercare di anticipare i tempi, perché quasi sicuramente arriverà un altro infortunio. Per quanto difficile sia, è opportuno che ascolti i consigli dell’allenatore, del coach, del dottore dello psicologo, del preparatore atletico o del fisioterapista
con pazienza. Sì con pazienza! E’ sicuramente è una lotta difficile ma, in relazione alla gravità dell’infortunio, è un test importante per provare il proprio controllo emotivo, la propria forza, le proprie capacità mentali. E’ il suo stato d’animo a determinare l’esito del recupero: se l’atleta si percepisce sfortunato, il percorso sarà molto difficile, se invece riesce a percepirsi come un combattente, la strada sarà in discesa e dal giorno successivo all’intervento potrà partire il conto alla rovescia per tornare più forte di prima. Per un corretto recupero, da considerare in modo assoluto le tecniche di “imagery” e dell’allenamento mentale, che forniscono all’atleta un aiuto nel periodo di
convalescenza, in quanto gli permettono di visualizzarsi in situazioni di gara o di allenamento e aumentano la “voglia di tornare come prima” e sono anche un valido supporto motivazionale. Recenti studi e ricerche hanno dimostrato l’efficacia dell’imagery per una migliore ripresa fisica dell’atleta dall’infortunio: attraverso la visualizzazione del processo della guarigione, il recupero organico risulterebbe agevolato e l’atleta gioverebbe anche di maggiore sicurezza sul suo “essere pronto” al momento della ripresa degli allenamenti. Oltre all’allenamento mentale e all’imagery, la psicologia può aiutare l’atleta a superare il periodo dopo un infortunio. Un atleta professionista che subisce un infortunio è consapevole che rimarrà fermo per un certo periodo di tempo e a livello psicologico, può essere un duro colpo.
E allora?
L’atleta deve accettare il fatto di essersi infortunato (consapevolezza) e spesso non ama essere considerato vulnerabile, mostrare dolore e non avere la possibilità di gareggiare per lui è inammissibile. La prima cosa da fare dopo un infortunio è consultare specialisti, psicologi e professionisti e stabilire con loro un piano di recupero personalizzato con degli obiettivi chiari e precisi da raggiungere: non drammatizzare, non enfatizzare, dare concrete speranze di recupero, seguirlo amorevolmente. Tutto ciò permetterà all’atleta di concentrarsi su quello che è importante: recuperare nel modo più completo e corretto possibile e non piangersi addosso! Di conseguenza il periodo dedicato alla riabilitazione deve essere vissuto serenamente e in questo modo l’atleta si sentirà più sicuro quando ritornerà all’attività agonistica.
“Caro atleta non anticipare i tempi, non abbatterti, apri la mente e fai di tutto per ritornare più forte di prima!”