A tu per tu con Roberto Beccantini, storica penna del calcio, alla vigilia della supersfida di Champions tra Juventus e Barcellona. Chi è favorito tra Juventus e Barcellona? “Darei al Barcellona il 60% di probabilità di passare il turno e il 40% alla Juventus”. Era meglio un avversario più morbido o va bene la filosofia “sotto a chi tocca”?
“Chi lo può dire. Siamo ai quarti di finale della Coppa dei Campioni e devi giocare con chi ha voluto la sorte. Queste sono partite che fanno la storia, partite che ti fanno capire realmente chi sei”.
La Juventus di oggi è più forte o più debole di quella che giocò la finale di Berlino del 2015 proprio contro il Barcellona?
“Questa Juve è meno forte; la maggior parte dei giocatori ha 2 anni in più e se l’attacco, con Higuain e Dybala, regge il paragone con Tevez e Morata, a centrocampo non ci sono paragoni. Era molto più forte il comparto con Pirlo, Pogba e Vidal. Pjanic è un po’ troppo lunatico, Khedira non sempre gioca come dovrebbe e Mandzukic fa molta fatica ad adattarsi ad un ruolo che non è il suo”.
Luis Enrique ha già comunicato il divorzio dal Barcellona, Massimiliano Allegri forse non sarà più l’allenatore della Juventus. Vuole dire qualcosa in vista di una sfida così delicata?
“Non credo. Luis Enrique aveva comunicato la volontà di andare via prima della sfida di ritorno con il Paris Saint Germain e tutti sanno come è andata a finire. Allegri avrà vagliato altre opportunità. Ma questo non altera in nessun modo la sostanza di una sfida così delicata”.
Nel calcio di oggi meglio la concretezza o lo spettacolo?
“Non esiste una ricetta. Il massimo sarebbe essere concreti e fare spettacolo. Sul fronte della Juventus conterà molto l’atteggiamento con cui i giocatori scenderanno in campo. Dovranno ripensare molto alla sfida dello scorso anno con il Bayern. Per oltre un’ora a Torino la Juventus fu inguardabile, poi a Monaco i bianconeri giocarano 70 minuti perfetti. Così è il calcio”.
Meglio giocare la prima in casa o fuori casa?
“Personalmente, se si potesse scegliere, giocherei sempre in casa la prima sfida. E’ sempre un vantaggio non dover ribaltare il risultato”.
Lo Stadium è diventato un fortino inespugnabile; 32 partite vinte di fila in campionato dal pareggio con il Frosinone dello scorso campionati e in Champions 21 partite di fila senza sconfitte (12 vittorie e 9 paregggi) da dopo la sconfitta dell’aprile 2013 contro il Bayer. Numeri paurosi?
“Lo Stadium sarà il dodicesimo giocatore in campo per la Juventus nella sfida con il Barcellona. Giocare nel tuo stadio, che non è di nessun altro, dà una carica supplementare che spesso serve per tirare fuori il 110% dai propri giocatori”.
Quanto è fuorviante per la Juventus essere così tanto superiori in Italia?
“Non è certo un bene. La crisi perdurante delle milanesi toglie competitività al campionato. La domenica hai avversari semplici e nelle coppe squadre di caratura nettamente superiore”.
Quale sarà la chiave della sfida di martedì?
“Sarà un duello tra la squadra con il miglior attacco del mondo e l’unica squadra italiana di livello europeo. La Juventus dovrà essere coraggiosa, sarà costretta a soffrire durante il possesso palla del Barcellona, ma ha tanta qualità per giocarsela fino in fondo per tutti i 180 minuti della doppia sfida”.
Luca Marianantoni